A Milano dal 30 ottobre
Divine Avanguardie: 100 capolavori al femminile dall'Ermitage

Nathan Alt’man, Ritratto di Anna Achmatova, 1915 Olio su tela, 123,5 x 103,2 cm © State Russian Museum, St. Petersburg
Francesca Grego
02/09/2020
Milano - Zarine, imperatrici, sante, contadine, artiste: è una storia tutta al femminile quella di Divine Avanguardie. La donna in Russia. Dalle icone a Malevich e alle amazzoni dell’avanguardia. In programma a Palazzo Reale dal 30 ottobre, la grande mostra realizzata con la collaborazione dell’Ermitage di San Pietroburgo porterà a Milano circa 100 capolavori del museo russo, molti dei quali mai esposti prima in Italia.
Fulcro del progetto curato da Evgenia Petrova e Joseph Kiblitsky è l’evoluzione della figura femminile in Russia dal Rinascimento alla Rivoluzione d’Ottobre e oltre: un viaggio che intreccia le trasformazioni della società e gli sviluppi dell’arte spaziando tra generi, stili e linguaggi artistici, dalle icone sacre alla scultura, dalla pittura modernista alle opere grafiche e a preziose porcellane d’epoca. In primo piano, i lavori dei più celebri protagonisti dell’arte russa, come Vasilij Kandinskij, Kazimir Malevič e Marc Chagall.
Due macro sezioni scandiranno il percorso espositivo. La prima, dedicata alle donne come soggetti dell’arte e muse ispiratrici, si fa specchio delle vicende e dei cambiamenti socio-culturali che hanno segnato il passato della Russia. Conosceremo da vicino intellettuali raffinate e donne di potere come Caterina la Grande, senza la quale l’Ermitage non sarebbe mai nato, ma anche sante e madonne, madri, mogli e serve della gleba, ciascuna portatrice di un’immagine e di una storia. Ripercorreremo le vicende delle femministe russe nella seconda metà dell’Ottocento, l’apertura dell’istruzione alle donne, corsi d’arte compresi, fino all’emancipazione all’alba dell’Unione Sovietica.

Zinaida Serebryakova, Girl with a candle, Self-Portrait, 1911 I Museo di Stato Russo di San Pietroburgo
Qui, nella realtà come nel racconto della mostra, inizia un nuovo capitolo: quello delle donne artiste, che finalmente prendono in mano tele e pennelli per descrivere il mondo dal proprio punto di vista e agire sulla realtà. Natalia Goncharova, Olga Rozanova, Zinaida Serebrjakova, Ljubov Popova sono quelle che il poeta cubo-futurista Benedikt Livšic definì le “amazzoni” dell’avanguardia, autentiche “cavallerizze scite” capaci di rompere con gli stereotipi culturali e con le convenzioni estetiche del passato per fondare l’arte della Rivoluzione. Il tramonto dell’ideologia non ha scalfito la potenza delle loro creazioni: i capolavori raggisti, neo-primitivisti, suprematisti, del costruttivisti, cubo-futuristi cui hanno dato vita appaiono oggi come potenti contributi alla stagione delle avanguardie europee.
Prodotta da Comune di Milano- Cultura, Palazzo Reale e CMS.Cultura, la mostra Divine Avanguardie. La donna in Russia. Dalle icone a Malevich e alle amazzoni dell’avanguardia sarà visitabile a Palazzo Reale dal 30 ottobre 2020 al 5 aprile 2021.

Mikhail Larionov, Venere, 1912 I Museo di Stato Russo di San Pietroburgo
Leggi anche:
• Chagall: anche la mia Russia mi amerà. In mostra a settembre
Fulcro del progetto curato da Evgenia Petrova e Joseph Kiblitsky è l’evoluzione della figura femminile in Russia dal Rinascimento alla Rivoluzione d’Ottobre e oltre: un viaggio che intreccia le trasformazioni della società e gli sviluppi dell’arte spaziando tra generi, stili e linguaggi artistici, dalle icone sacre alla scultura, dalla pittura modernista alle opere grafiche e a preziose porcellane d’epoca. In primo piano, i lavori dei più celebri protagonisti dell’arte russa, come Vasilij Kandinskij, Kazimir Malevič e Marc Chagall.
Due macro sezioni scandiranno il percorso espositivo. La prima, dedicata alle donne come soggetti dell’arte e muse ispiratrici, si fa specchio delle vicende e dei cambiamenti socio-culturali che hanno segnato il passato della Russia. Conosceremo da vicino intellettuali raffinate e donne di potere come Caterina la Grande, senza la quale l’Ermitage non sarebbe mai nato, ma anche sante e madonne, madri, mogli e serve della gleba, ciascuna portatrice di un’immagine e di una storia. Ripercorreremo le vicende delle femministe russe nella seconda metà dell’Ottocento, l’apertura dell’istruzione alle donne, corsi d’arte compresi, fino all’emancipazione all’alba dell’Unione Sovietica.

Zinaida Serebryakova, Girl with a candle, Self-Portrait, 1911 I Museo di Stato Russo di San Pietroburgo
Qui, nella realtà come nel racconto della mostra, inizia un nuovo capitolo: quello delle donne artiste, che finalmente prendono in mano tele e pennelli per descrivere il mondo dal proprio punto di vista e agire sulla realtà. Natalia Goncharova, Olga Rozanova, Zinaida Serebrjakova, Ljubov Popova sono quelle che il poeta cubo-futurista Benedikt Livšic definì le “amazzoni” dell’avanguardia, autentiche “cavallerizze scite” capaci di rompere con gli stereotipi culturali e con le convenzioni estetiche del passato per fondare l’arte della Rivoluzione. Il tramonto dell’ideologia non ha scalfito la potenza delle loro creazioni: i capolavori raggisti, neo-primitivisti, suprematisti, del costruttivisti, cubo-futuristi cui hanno dato vita appaiono oggi come potenti contributi alla stagione delle avanguardie europee.
Prodotta da Comune di Milano- Cultura, Palazzo Reale e CMS.Cultura, la mostra Divine Avanguardie. La donna in Russia. Dalle icone a Malevich e alle amazzoni dell’avanguardia sarà visitabile a Palazzo Reale dal 30 ottobre 2020 al 5 aprile 2021.

Mikhail Larionov, Venere, 1912 I Museo di Stato Russo di San Pietroburgo
Leggi anche:
• Chagall: anche la mia Russia mi amerà. In mostra a settembre
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Roma | A Roma dal 13 febbraio all’11 maggio
In volo con Brancusi alle Uccelliere Farnesiane
-
Venezia | Dal 4 aprile a Venezia
Corpi moderni. La rivoluzione del Rinascimento alle Gallerie dell’Accademia
-
Milano | Dal 15 febbraio al 29 giugno
Casorati incanta Milano con 100 capolavori
-
Roma | Dall’11 febbraio a Palazzo Bonaparte
Il grido interiore di Munch arriva a Roma
-
Reggio Calabria | Dall’8 febbraio al 27 aprile al Palazzo della Cultura “Pasquino Crupi”
A Reggio Calabria il progetto "SalvArti". In mostra le opere sottratte alla criminalità, da de Chirico a Warhol
-
Roma | Fino al 28 febbraio al Palazzo della Cancelleria
Giordania: alba del Cristianesimo. A Roma 90 reperti per un viaggio tra storia e fede