Dal 3 febbraio a Palazzo Marino
I Macchiaioli in una grande mostra per Milano Cortina 2026
Silvestro Lega, Un dopo pranzo (Il pergolato), 1868. Olio su tela. Pinacoteca di Brera
Francesca Grego
30/10/2025
Milano - Una delle mostre più complete mai realizzate sui Macchiaioli è in arrivo a Palazzo Marino nel prossimo inverno, fiore all’occhiello del programma culturale dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026. Oltre 90 opere comporranno il racconto dell’esposizione I Macchiaioli, in programma dal 3 febbraio al 14 giugno, realizzata in partnership con l’Istituto Matteucci di Viareggio, custode di un’importante collezione di opere del movimento e punto di riferimento imprescindibile per la pittura ottocentesca in Italia. Prestiti prestigiosi arriveranno inoltre da musei come la Pinacoteca di Brera, le Gallerie degli Uffizi e Palazzo Pitti, il Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno, nonché da numerose collezioni private.
Concepita come un itinerario di ampio respiro narrativo, la mostra a cura di Francesca Dini, Elisabetta Matteucci e Fernando Mazzocca ricostruirà la parabola dei Macchiaioli in parallelo con l’avventura del Risorgimento e la costruzione dell’Italia unita, di cui questi artisti furono appassionati sostenitori. Del progetto e della storia risorgimentale scopriremo vibranti testimonianze nei loro dipinti, e non solo nella rappresentazione di singoli episodi. Obiettivo dei Macchiaioli, infatti, fu la creazione di un linguaggio comune e condiviso, in cui potesse riconoscersi un paese che aspirava a realizzare, insieme a quella politica, un’unità culturale. Cultori del vero, i pittori della macchia si impegnarono profondamente per collegare l’arte alla realtà e alla vita.
Da Giovanni Fattori a Silvestro Lega, da Vincenzo Cabianca a Telemaco Signorini, il progetto espositivo darà spazio alle personalità dei numerosi artisti coinvolti nel movimento, rappresentati attraverso le loro opere più significative. Nove sezioni ripercorreranno l’evoluzione dei Macchiaioli dal 1848, anno di inizio dei moti risorgimentali, al 1873, data della morte di Giuseppe Mazzini, che ne ispirò le idee politiche e che si spense esule e clandestino in patria. La battaglia dei Macchiaioli era stata una magnifica illusione, insomma, ma la loro arte sarebbe sopravvissuta al tempo, ottenendo nei decenni successivi i meritati riconoscimenti.

Giovanni Fattori, Diego Martelli a Castiglioncello, 1867. Olio su tavola, 13 x 20 cm I Courtesy Francesca Dini, Firenze
Concepita come un itinerario di ampio respiro narrativo, la mostra a cura di Francesca Dini, Elisabetta Matteucci e Fernando Mazzocca ricostruirà la parabola dei Macchiaioli in parallelo con l’avventura del Risorgimento e la costruzione dell’Italia unita, di cui questi artisti furono appassionati sostenitori. Del progetto e della storia risorgimentale scopriremo vibranti testimonianze nei loro dipinti, e non solo nella rappresentazione di singoli episodi. Obiettivo dei Macchiaioli, infatti, fu la creazione di un linguaggio comune e condiviso, in cui potesse riconoscersi un paese che aspirava a realizzare, insieme a quella politica, un’unità culturale. Cultori del vero, i pittori della macchia si impegnarono profondamente per collegare l’arte alla realtà e alla vita.
Da Giovanni Fattori a Silvestro Lega, da Vincenzo Cabianca a Telemaco Signorini, il progetto espositivo darà spazio alle personalità dei numerosi artisti coinvolti nel movimento, rappresentati attraverso le loro opere più significative. Nove sezioni ripercorreranno l’evoluzione dei Macchiaioli dal 1848, anno di inizio dei moti risorgimentali, al 1873, data della morte di Giuseppe Mazzini, che ne ispirò le idee politiche e che si spense esule e clandestino in patria. La battaglia dei Macchiaioli era stata una magnifica illusione, insomma, ma la loro arte sarebbe sopravvissuta al tempo, ottenendo nei decenni successivi i meritati riconoscimenti.

Giovanni Fattori, Diego Martelli a Castiglioncello, 1867. Olio su tavola, 13 x 20 cm I Courtesy Francesca Dini, Firenze
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