Alla Galleria d'Arte Moderna dal 25 ottobre al 15 marzo

I volti ideali di Antonio Canova presto alla GAM di Milano

Antonio Canova, Vestale, 1818-1819, marmo di Carrara, Milano, Galleria d’Arte Moderna
 

Samantha De Martin

10/09/2019

Milano - Negli ultimi dodici anni della sua attività, quando era considerato lo scultore vivente più illustre e richiesto d’Europa, Antonio Canova elaborò una tipologia di busti che riscosse grande fortuna tra critici e committenti a lui contemporanei.
Il maestro di Possagno chiamò questi lavori “teste ideali”. Si tratta di una serie di volti esclusivamente femminili, molti dei quali realizzati senza commissione e che, lungi dal riprodurre personaggi reali, indagano piuttosto le infinite variazioni della bellezza femminile, basate sull’equilibrio perfetto tra l’idealizzazione - derivante dalla scultura classica - e lo studio della natura.

A ricostruire per la prima volta la genesi e l’evoluzione di questi busti realizzati dallo scultore all’apice della sua carriera sarà la Galleria d’Arte Moderna, attraverso la mostra Canova. I volti ideali, in programma dal 25 ottobre al 15 marzo.
Il percorso vedrà a Milano circa 30 opere, di cui oltre venti di Canova, provenienti da musei internazionali.

Molti di questi volti di donna sono forse stati concepiti in occasione del ritratto idealizzato di Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone. Sottoposti a sottili variazioni nelle acconciature, nelle espressioni, nella resa virtuosistica del marmo, giungono a una progressiva semplificazione formale ed espressiva che trova il suo culmine nella Vestale.
Questo capolavoro, realizzato tra il e 1818 e il 1819, fu replicato in tre marmi. Il più conosciuto è custodito alla GAM di Milano, mentre gli altri due - che si trovano alla Fondazione Calouste Gulbenkian di Lisbona e al J. Paul Getty Museum di Los Angeles -saranno per la prima volta esposti insieme in occasione della mostra e messi a confronto in un dialogo inedito, al centro del percorso espositivo.
Tra i capolavori attesi a Milano anche il busto di Calliope, in prestito dalla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti e l’Elena dalla Gypsotheca e Museo Antonio Canova di Possagno.