A Milano dal 26 febbraio al 22 giugno

Presto a Palazzo Reale un viaggio in cento opere nell'universo di Leonor Fini

Leonor Fini, Autoritratto con cappello rosso, 1968, Olio su tela, 61 x 84 cm, Archivio fotografico del Museo Revoltella - Galleria d'Arte Moderna, Trieste, © Courtesy of Richard Overstreet
 

Samantha De Martin

30/01/2025

Milano - A cento anni dalla sua prima personale a Milano, negli spazi privati della Galleria Barbaroux, Leonor Fini torna in città con il suo universo popolato da sfingi, donne-gatto e uomini ambigui, avvolti in atmosfere misteriose ed enigmatiche.
Le esplorazioni psicoanalitiche ispirate dalle letture di Freud, che si manifestano attraverso le rappresentazioni del sogno e dell'inconscio, si apprestano a scandire un percorso intellettuale che vuole celebrare il genio poliedrico dell’artista italo-argentina oltre a ripercorrere le tappe salienti della sua carriera e le influenze che hanno plasmato la visione.

Palazzo Reale sarà la magica cornice di un percorso che abbraccerà un centinaio di opere, tra dipinti, disegni, fotografie, costumi, libri, video. Dal 26 febbraio al 22 giugno Io sono Leonor Fini, una delle più importanti e complete retrospettive mai dedicate all’artista, a cura di Tere Arcq e Carlos Martín, tesserà un viaggio nell’universo visionario e ribelle della pittrice. Promossa dal Comune di Milano - Cultura e prodotta da Palazzo Reale e MondoMostre, l’esposizione proporrà un’approfondita rilettura in chiave contemporanea dell’intera opera dell’artista il cui immaginario è caratterizzato dal tono onirico, aperto al fantastico e all’inconscio.


Leonor Fini, Donna seduta su uomo nudo, 1942, Olio su tela, Collezione privata © Courtesy of Richard Overstreet

Il pubblico avrà l’opportunità di riscoprire questa figura solitaria e ribelle, che ha affrontato i temi della società contemporanea spaziando dalla messa in discussione del genere e dell’identità ai modelli consolidati di famiglia, mascolinità e femminilità. Attraverso nove sezioni tematiche, la mostra si addentrerà nell’immaginario di Fini rivelandone fonti e influenze, dalla cultura mitteleuropea di Trieste - città popolata da intellettuali come James Joyce, Rainer Maria Rilke o Italo Svevo - ai grandi maestri del passato, come Michelangelo e i pittori manieristi. Da loro Fini assorbe le lezioni sul colore e sulla figura umana, utilizzandole per veicolare messaggi rivoluzionari. Il contatto con il Surrealismo e con la sua cerchia di intellettuali e artisti come Max Ernst, Salvador Dalí, Man Ray, Jean Cocteau, Georges Bataille ispira il suo mondo interiore. Non meno la lettura degli scritti di Freud grazie ai quali Fini esplora gli spazi della mente e del sogno, da cui scaturiscono motivi mitologici e fantastici. Anche se non aderì mai ufficialmente al movimento surrealista, l’artista italo-argentina vi contribuì con una spinta classicista, frutto della sua formazione italiana e dello studio del Rinascimento. Il suo linguaggio complesso e simbolico si arricchisce dalle sue continue incursioni nel mondo del teatro, del cinema, della moda, della letteratura.

Ad accompagnare la mostra sarà un catalogo completo che raccoglie tutte le opere esposte e include saggi dei curatori e di studiosi internazionali. Testi scritti dalla stessa Leonor Fini getteranno uno sguardo intimo sul dialogo tra la sua arte visiva e la sua dimensione letteraria.