Fino al 21 luglio in Svizzera per l’unica tappa europea
Al Museo Rietberg di Zurigo a tu per tu con gli indigeni colombiani, tra antichi manufatti e sessioni di meditazione
Più che oro. Lustro e visione del mondo nella Colombia indigena, Allestimento | Foto: © Mark Niedermann | Courtesy Museum Rietberg
Samantha De Martin
16/05/2024
Mondo - Per secoli la Colombia preispanica è stata associata, in Occidente, soprattutto al mito di "El Dorado", un’idea incentrata sulla ricchezza materiale dell’arte frutto dell’estro delle popolazioni indigene.
Adesso quei manufatti in oro, i gioielli finemente intrecciati con piume provenienti da collezioni colombiane, nordamericane, tedesche e svizzere, i recipienti in ceramica, le sculture di pietra - frammenti di un'arte finora del tutto sconosciuta in Europa - si svelano ai visitatori del Museo Rietberg di Zurigo.
Sono circa 400 le opere che arricchiscono la mostra intitolata Più che oro. Lustro e visione del mondo nella Colombia indigena in corso fino al prossimo 21 luglio, unica tappa europea di un progetto che pone in primo piano il sapere e le tradizioni delle popolazioni indigene.
Concepita e realizzata dal Los Angeles County Museum of Art (LACMA), dal Museo del Oro di Bogotá, dal Museum of Fine Arts di Houston e dai membri della comunità indigena degli Arhuaco in Colombia, la mostra di Zurigo offre uno sguardo inedito sulla produzione artistica e sulla cultura, dedicandosi per la prima volta alla varietà delle straordinarie opere della Colombia preispanica e interpretandole da una prospettiva indigena.
Portacestino (frammento), Ceramica, Colombia, regione di Calima (tradizione Ilama). Los Angeles County Museum of Art, Collezione Muñoz Kramer, donata da Camilla Chandler Frost e Stephen e Claudia Muñoz-Kramer
Per quasi sette anni Julia Burtenshaw e Diana Magaloni (LACMA) hanno raccolto informazioni sugli oggetti con l’aiuto degli Arhuaco. Questa popolazione convive con altri tre gruppi indigeni nella Sierra Nevada de Santa Marta, nella parte caraibica della Colombia. Gli Arhuaco si considerano discendenti dei Tairona, una popolazione che abitava la regione molto prima dell’arrivo degli spagnoli. Per loro i siti archeologici risalenti a quell’epoca non rappresentano semplici testimonianze del passato, ma luoghi sacri venerati ancora oggi. Allo stesso modo, ritengono che le opere realizzate dai Tairona non siano arte del passato, ma oggetti viventi e custodi di importanti valori. Dal pettorale in oro a forma di uomo uccello, proveniente dall’Alta Valle del Cauca, in Colombia, al ciondolo a forma di uomo pipistrello, questi manufatti abbracciano tanto la cosmologia quanto la natura e gli ideali simbolici.
Maschera, ceramica, Colombia ed Ecuador, costa del Pacifico (tradizione Tumaco/La Tolita), Museo del Oro - Banco de la República, Colombia | Foto: © Clark M. Rodríguez
Per gli Arhuaco riflettono una concezione del mondo che ha delle ripercussioni anche sul presente. L’esistenza degli antenati, che nell’immaginario delle società indigene assume un aspetto fondamentale, influenza anche il loro modo di concepire la vita, il passato, il futuro, il rapporto con gli altri esseri. Gli Arhuaco sono convinti ad esempio che ogni cosa, inclusi gli alberi, le pietre, abbia un’anima e che tutto, essendo parte del creato, non abbia né un inizio né una fine.
L’esposizione tiene conto di questa visione e per questo le didascalie degli oggetti in mostra non riportano la datazione.
Per l’esposizione zurighese, Fernanda Ugalde, curatrice presso il Museo Rietberg e co-curatrice della mostra, ha allargato i contenuti integrando ulteriori aspetti importanti in stretto coordinamento con le curatrici del LACMA, il team di archeologhe e archeologi del Museo del Oro, i partner della comunità degli Arhuaco ed esponenti del mondo dell’arte colombiano.
Portatore di un cesto con zanne e serpenti, Colombia, regione di Calima, tradizione Ilama, Ceramica, Los Angeles County Museum of Art, The Muñoz Kramer Collection, donato da Jorge G. e Nelly de Muñoz e Camilla Chandler Frost
Oltre a coinvolgere, nel progetto curatoriale, direttamente le comunità della Sierra Nevada de Santa Marta e artiste e artisti colombiani, il Museo Rietberg per l’esposizione zurighese ha elaborato insieme a loro un ampio calendario di eventi. I visitatori potranno ad esempio assistere a una rappresentazione della pièce teatrale "Los saberes del Tungurahua" di Leonardo Abonía, drammaturgo e ricercatore originario di Cali che ha studiato a lungo il teatro preispanico. Ma c’è di più. Il Rietberg, uno dei più grandi centri d'arte della Svizzera, dedicato alle culture tradizionali e contemporanee di Asia, Africa, America e Oceania, con le sue collezioni che racchiudono 23.000 oggetti e 44.000 fotografie, in gran parte accessibili nelle sale del museo e nel deposito aperto al pubblico, ospita nelle sale della mostra sessioni di meditazione con gli Arhuaco. Nel parco del museo i visitatori potranno invece familiarizzare con i valori e la cultura di questa comunità indigena.
Il musicista ed etnomusicologo Juan Fernando Franco presenterà la sua opera al suono di flauti, pifferi e ocarine preispaniche, ricollegandosi all’universo sonoro dei suoi antenati.
Membri della comunità degli Arhuaco a Kantinurwa | Foto: © Jorge Mario Arango
Adesso quei manufatti in oro, i gioielli finemente intrecciati con piume provenienti da collezioni colombiane, nordamericane, tedesche e svizzere, i recipienti in ceramica, le sculture di pietra - frammenti di un'arte finora del tutto sconosciuta in Europa - si svelano ai visitatori del Museo Rietberg di Zurigo.
Sono circa 400 le opere che arricchiscono la mostra intitolata Più che oro. Lustro e visione del mondo nella Colombia indigena in corso fino al prossimo 21 luglio, unica tappa europea di un progetto che pone in primo piano il sapere e le tradizioni delle popolazioni indigene.
Concepita e realizzata dal Los Angeles County Museum of Art (LACMA), dal Museo del Oro di Bogotá, dal Museum of Fine Arts di Houston e dai membri della comunità indigena degli Arhuaco in Colombia, la mostra di Zurigo offre uno sguardo inedito sulla produzione artistica e sulla cultura, dedicandosi per la prima volta alla varietà delle straordinarie opere della Colombia preispanica e interpretandole da una prospettiva indigena.
Portacestino (frammento), Ceramica, Colombia, regione di Calima (tradizione Ilama). Los Angeles County Museum of Art, Collezione Muñoz Kramer, donata da Camilla Chandler Frost e Stephen e Claudia Muñoz-Kramer
Per quasi sette anni Julia Burtenshaw e Diana Magaloni (LACMA) hanno raccolto informazioni sugli oggetti con l’aiuto degli Arhuaco. Questa popolazione convive con altri tre gruppi indigeni nella Sierra Nevada de Santa Marta, nella parte caraibica della Colombia. Gli Arhuaco si considerano discendenti dei Tairona, una popolazione che abitava la regione molto prima dell’arrivo degli spagnoli. Per loro i siti archeologici risalenti a quell’epoca non rappresentano semplici testimonianze del passato, ma luoghi sacri venerati ancora oggi. Allo stesso modo, ritengono che le opere realizzate dai Tairona non siano arte del passato, ma oggetti viventi e custodi di importanti valori. Dal pettorale in oro a forma di uomo uccello, proveniente dall’Alta Valle del Cauca, in Colombia, al ciondolo a forma di uomo pipistrello, questi manufatti abbracciano tanto la cosmologia quanto la natura e gli ideali simbolici.
Maschera, ceramica, Colombia ed Ecuador, costa del Pacifico (tradizione Tumaco/La Tolita), Museo del Oro - Banco de la República, Colombia | Foto: © Clark M. Rodríguez
Per gli Arhuaco riflettono una concezione del mondo che ha delle ripercussioni anche sul presente. L’esistenza degli antenati, che nell’immaginario delle società indigene assume un aspetto fondamentale, influenza anche il loro modo di concepire la vita, il passato, il futuro, il rapporto con gli altri esseri. Gli Arhuaco sono convinti ad esempio che ogni cosa, inclusi gli alberi, le pietre, abbia un’anima e che tutto, essendo parte del creato, non abbia né un inizio né una fine.
L’esposizione tiene conto di questa visione e per questo le didascalie degli oggetti in mostra non riportano la datazione.
Per l’esposizione zurighese, Fernanda Ugalde, curatrice presso il Museo Rietberg e co-curatrice della mostra, ha allargato i contenuti integrando ulteriori aspetti importanti in stretto coordinamento con le curatrici del LACMA, il team di archeologhe e archeologi del Museo del Oro, i partner della comunità degli Arhuaco ed esponenti del mondo dell’arte colombiano.
Portatore di un cesto con zanne e serpenti, Colombia, regione di Calima, tradizione Ilama, Ceramica, Los Angeles County Museum of Art, The Muñoz Kramer Collection, donato da Jorge G. e Nelly de Muñoz e Camilla Chandler Frost
Oltre a coinvolgere, nel progetto curatoriale, direttamente le comunità della Sierra Nevada de Santa Marta e artiste e artisti colombiani, il Museo Rietberg per l’esposizione zurighese ha elaborato insieme a loro un ampio calendario di eventi. I visitatori potranno ad esempio assistere a una rappresentazione della pièce teatrale "Los saberes del Tungurahua" di Leonardo Abonía, drammaturgo e ricercatore originario di Cali che ha studiato a lungo il teatro preispanico. Ma c’è di più. Il Rietberg, uno dei più grandi centri d'arte della Svizzera, dedicato alle culture tradizionali e contemporanee di Asia, Africa, America e Oceania, con le sue collezioni che racchiudono 23.000 oggetti e 44.000 fotografie, in gran parte accessibili nelle sale del museo e nel deposito aperto al pubblico, ospita nelle sale della mostra sessioni di meditazione con gli Arhuaco. Nel parco del museo i visitatori potranno invece familiarizzare con i valori e la cultura di questa comunità indigena.
Il musicista ed etnomusicologo Juan Fernando Franco presenterà la sua opera al suono di flauti, pifferi e ocarine preispaniche, ricollegandosi all’universo sonoro dei suoi antenati.
Membri della comunità degli Arhuaco a Kantinurwa | Foto: © Jorge Mario Arango
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