L'arte sul Bosforo si interroga sul good neighbour
Aspettando la Biennale di Istanbul: i luoghi, gli artisti, gli appuntamenti
L'Istanbul Modern Art Museum, una delle sedi dela Biennale, e, sullo sfondo, la città. Courtesy of Istanbul Foundation for Culture and Arts
Samantha De Martin
25/07/2017
Mondo - Istanbul si prepara ad accogliere la Biennale guardando al “buon vicino” . È infatti dedicata all'identità del "good neighbour” l'edizione numero XV del grande appuntamento nella metropoli sul Bosforo, che dal 16 settembre al 12 novembre porterà in sei diversi luoghi della città l'arte dal mondo.
D'altra parte i curatori - il duo di artisti nordici, Elmgreen & Dragset, il primo danese, il secondo, norvegese, ex protagonisti di tre edizioni della Biennale, uniti da una collaborazione ventennale - già in conferenza stampa avevano illustrato il programma dell'iniziativa, organizzata dall'Istanbul Foundation for Culture and Arts - IKSV - rispondendo a 40 domande poste da artisti, diversi per generi ed età, su chi fosse il vicino perfetto.
IL “BUON VICINO”
La città sul Bosforo che già nella sua onomastica racchiude un accenno alla sua esclusività, che doveva risuonare forte per qualsiasi vicino giunto in quella che era considerata la “città per eccellenza” - il nome Istanbul deriverebbe dall'espressione greca ɛἰς τήν Πóλιν 'verso la città' - guarda all'arte prendendo le mosse dalle nozioni di “casa” e “quartiere”.
«Gli stili di vita nella nostra sfera privata - hanno spiegato i curatori, Elmgreen e Dragset - sono cambiati negli ultimi decenni. La casa viene concepita come indicatore di identità diverse e un veicolo per l'espressione di sé. Il quartiere è invece interpretato come un microcosmo che esemplifica alcune delle sfide che oggi affrontiamo in termini di coesistenza».
La Biennale, edizione 2017, diretta da Bige Örer, si preannuncia così «una piattaforma per il dialogo, un format in cui possono convivere opinioni diverse, ma anche differenti comunità e prospettive».
I LUOGHI DELLA BIENNALE
Saranno sei e tutti vicini, stretti nel cuore dell'antica Bisanzio, i luoghi della Biennale.
L'Istanbul Modern Art Museum, un ex magazzino trasformato in museo d'arte moderna, dopo il suo iniziale riutilizzo durante l'VIII Biennale, costituirà il fulcro dell'intera manifestazione.
Le opere selezionate per essere esposte all'interno dell'edificio progettato dall'architetto Sedad Hakki Eldem tra il 1957 e il 1958 - sculture, installazioni, opere storiche - riflettono la sostanziale trasformazione che sta interessando i quartieri della vicina zona portuale.
Un'atmosfera speciale accoglierà il pubblico presso la Galata Greek Primary School. Questa struttura dall'architettura neoclassica, che ha chiuso definitivamente i battenti nel 2007, era una delle più prestigiose scuole elementari in città, frequentata da bambini di origine greca.
La festa dell'arte prosegue all'Ark Kültür, un'antica casa-famiglia a due piani in stile Bauhaus. Dopo essere stato trasformato in uno spazio vivace ed eclettico da un antiquario italiano, ha ripreso la forma originaria nel 2008 grazie all'architetto Gülfem Köseoğlu, ultimo proprietario, che ha utilizzato la struttura come spazio culturale ed espositivo. In occasione della XV Biennale l'edificio tornerà a essere abitato e sarà trasformato in un ambiente domestico, un “museo della casa” in cui i visitatori stessi saranno coinvolti in varie narrazioni.
Il Pera Museum dedica invece alla Biennale tre dei suoi cinque piani, accostando alle opere ospiti parte della collezione Orientalist Painting. Quella relativa all'arte Orientale, infatti, è una delle tre sezioni fiore all'occhiello della Fondazione - situata nello storico distretto di Beyoğlu - accanto a quella relativa ai Pesi e alle Misure dell'Anatolia - utilizzati dalla preistoria fino ai giorni nostri - e alle pregiate ceramiche di Kütahya, circa 800 pezzi rappresentativi di periodi diversi, specie del XVIII e del XX secolo.
Un collettivo artistico ridisegnerà, invece, il proprio studio, allestendo, in un appartamento di Beyoğlu, un'installazione immersiva, che verrà presentata al pubblico presso lo Yoğunluk Atelier.
Il fascino della Biennale - che per due mesi accenderà questa città magica affacciata sul Corno d'Oro - si insinua anche in uno dei suoi più antichi bagni turchi. Costruito intorno al 1477, il Küçük Mustafa Paşa Hamam , nel quartiere di Cibali, custodisce ancora, tra i raggi di luce che filtrano dalla sua cupola traforata, i segni della tradizione ottomana.
Per la prima volta l'arte sfiderà la distinzione di genere sovvertendo il tradizionale assetto degli spazi, rigorosamente suddivisi in aree destinate alle donne e in ambienti per gli uomini. «Una sezione artistica femminile occuperà la sezione maschile, e una posizione artistica maschile caratterizzerà gli spazi dedicati alle donne» - si legge infatti nel programma.
Oltre ai sei luoghi ufficiali, il calendario degli eventi raggiungerà anche altri spazi della città, che saranno sede di simposi, letture, dibattiti, workshop e appuntamenti culinari.
GLI ARTISTI
Sono 55, provenienti da oltre 30 paesi, gli artisti che porteranno nella città turca la loro concezione di “casa”, “appartenenza”, “coesistenza”, “quartiere”, tematiche esaminate da diverse prospettive.
«La Biennale - spiegano i curatori - prende forma dalle considerazioni personali, dalle idee degli artisti ospiti, una miscela complessa di speranze e visioni, di tristezza e indignazione, di storia e presente».
La Galata Primary School sarà un crogiuolo di opere e protagonisti, lontani e diversi per contenuti e provenienza geografica: dall'artista visuale Heba Y. Amin all'artista londinese Kasia Fudakowski, dal giovane fotografo turco Ali Taptik a Dan Stockholm. La veneziana Monica Bonvicini, e ancora Mirak Jamal, Volkan Aslan, Klara Lidén, la scultrice francese Louise Bourgeois saranno in mostra all'Istanbul Modern, mentre l'Ark Kültür accoglierà le opere di Mahmoud Khaled, con quel loro vocabolario artistico che cuce significati alternativi e traccia il confine tra reale e non reale.
Il Pera Museum ospiterà, invece, tra gli altri, i lavori di Lee Miller, Sim Chi Yin, della scultrice cosentina Tatiana Trouvé, che vive e lavora a Parigi, e del newyorkese Fred Wilson.
Nei suggestivi spazi del Küçük Mustafa Paşa Hammam, troveranno, infine, posto i contributi di Monica Bonvicini, Stephen G. Rhodes e Tuğçe Tuna.
LA BIENNALE NEL MONDO
L'atteso evento artistico che a settembre trasformerà la città in una vetrina di incontri ha già travalicato i confini turchi per esportare, nel mondo, il suo ricco calendario di appuntamenti. Il topic del “buon vicino”, ha coinvolto, infatti, nei mesi scorsi, città come Manchester, Sidney, Mosca, Chicago, Lubiana a Seul, grazie all'International Billboard Project. Particolarmente significativa ed accurata la selezione di scatti di Luca Wassmann, il fotografo che ha immortalano incontri inattesi associati alla domanda cult della Biennale: “Che cosa fa un buon vicino?”.
CONTEMPORARY ISTANBUL
A render ancora più frizzante il settembre all'insegna dell'arte nella magica città sul Bosforo, sarà il Contemporary Istanbul, una delle principali fiere internazionali d'arte della Turchia. Dal 14 al 17 settembre, infatti, l'Istanbul Congress Center (ICC) e l'Istanbul Exhibition Center (ICEC) accoglieranno la dodicesima edizione di un evento che mira a trasformare la città in un'affascinate vetrina, un hub importante per la valorizzazione delle opere d'arte provenienti da gallerie affermate, ma anche emergenti, che solletica l'attenzione verso il panorama artistico contemporaneo.
Per tre giorni, artisti e collezionisti provenienti dalla Turchia e dal Caucaso, dal Mar Nero e dalla Russia, ma anche dall'Europa e dagli Stati Uniti, porteranno l'antica Costantinopoli sul palcoscenico artistico internazionale.
"Il nostro obiettivo - ha spiegato il direttore Kamiar Maleki - è quello di continuare a mostrare la migliore arte di una regione che rappresenta un ponte tra l'Europa, l'Asia e il Medio Oriente. Istanbul ha assistito ultimamente ad un rapido rifiorire di musei e gallerie, inaugurando un nutrito calendario di fiere d'arte».
VERSO LA BIENNALE DEL DESIGN, NEL 2018
L'antica erede del grande Impero di Roma guarda già al 2018, anno in cui, dal 22 settembre al 4 novembre, avrà luogo la quarta edizione dell'Istanbul Design Biennal che, dal 2012, propone un fiorito bacino di idee, promuovendo un proficuo dialogo all'interno della comunità creativa e accademica. Jan Boelen, direttore artistico dell'Art Museum Z33 di Hasselt, in Belgio, sarà il curatore scelto per l'edizione 2018.
ISTANBUL: NON SOLO BIENNALE
Dove Oriente e Occidente tessono il loro luminoso abbraccio, c'è una città con oltre 2mila anni di storia che merita di essere esplorata, al di là dei deliziosi Lokum e del Kebab. La Biennale potrebbe essere l'occasione giusta per fare quattro passi nel poliedrico, caotico, straniante ventre della città.
Gli occhi si perdono tra le oltre 20mila maioliche della Moschea Blu, scrutano la cupola di Santa Sofia, che domina, imponente, la piazza di Sultanahmet, mentre i suoni, i profumi e il brulichio del Gran Bazar, con il suo intricato dedalo di botteghe, vicoli e fontane, stordisce e ammalia allo stesso tempo.
Dal sontuoso Palazzo Topkapi, sul Promontorio del Serraglio, con il suo universo eterogeneo di corti, chioschi e cortili che recano ancora il passo dei sultani, alla Cisterna Basilica la distanza è breve. L'imponente edificio sotterraneo, con oltre 300 colonne e capitelli circondati dall'acqua, vi sorprenderà con la sua intima, misteriosa atmosfera.
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IL “BUON VICINO”
La città sul Bosforo che già nella sua onomastica racchiude un accenno alla sua esclusività, che doveva risuonare forte per qualsiasi vicino giunto in quella che era considerata la “città per eccellenza” - il nome Istanbul deriverebbe dall'espressione greca ɛἰς τήν Πóλιν 'verso la città' - guarda all'arte prendendo le mosse dalle nozioni di “casa” e “quartiere”.
«Gli stili di vita nella nostra sfera privata - hanno spiegato i curatori, Elmgreen e Dragset - sono cambiati negli ultimi decenni. La casa viene concepita come indicatore di identità diverse e un veicolo per l'espressione di sé. Il quartiere è invece interpretato come un microcosmo che esemplifica alcune delle sfide che oggi affrontiamo in termini di coesistenza».
La Biennale, edizione 2017, diretta da Bige Örer, si preannuncia così «una piattaforma per il dialogo, un format in cui possono convivere opinioni diverse, ma anche differenti comunità e prospettive».
I LUOGHI DELLA BIENNALE
Saranno sei e tutti vicini, stretti nel cuore dell'antica Bisanzio, i luoghi della Biennale.
L'Istanbul Modern Art Museum, un ex magazzino trasformato in museo d'arte moderna, dopo il suo iniziale riutilizzo durante l'VIII Biennale, costituirà il fulcro dell'intera manifestazione.
Le opere selezionate per essere esposte all'interno dell'edificio progettato dall'architetto Sedad Hakki Eldem tra il 1957 e il 1958 - sculture, installazioni, opere storiche - riflettono la sostanziale trasformazione che sta interessando i quartieri della vicina zona portuale.
Un'atmosfera speciale accoglierà il pubblico presso la Galata Greek Primary School. Questa struttura dall'architettura neoclassica, che ha chiuso definitivamente i battenti nel 2007, era una delle più prestigiose scuole elementari in città, frequentata da bambini di origine greca.
La festa dell'arte prosegue all'Ark Kültür, un'antica casa-famiglia a due piani in stile Bauhaus. Dopo essere stato trasformato in uno spazio vivace ed eclettico da un antiquario italiano, ha ripreso la forma originaria nel 2008 grazie all'architetto Gülfem Köseoğlu, ultimo proprietario, che ha utilizzato la struttura come spazio culturale ed espositivo. In occasione della XV Biennale l'edificio tornerà a essere abitato e sarà trasformato in un ambiente domestico, un “museo della casa” in cui i visitatori stessi saranno coinvolti in varie narrazioni.
Il Pera Museum dedica invece alla Biennale tre dei suoi cinque piani, accostando alle opere ospiti parte della collezione Orientalist Painting. Quella relativa all'arte Orientale, infatti, è una delle tre sezioni fiore all'occhiello della Fondazione - situata nello storico distretto di Beyoğlu - accanto a quella relativa ai Pesi e alle Misure dell'Anatolia - utilizzati dalla preistoria fino ai giorni nostri - e alle pregiate ceramiche di Kütahya, circa 800 pezzi rappresentativi di periodi diversi, specie del XVIII e del XX secolo.
Un collettivo artistico ridisegnerà, invece, il proprio studio, allestendo, in un appartamento di Beyoğlu, un'installazione immersiva, che verrà presentata al pubblico presso lo Yoğunluk Atelier.
Il fascino della Biennale - che per due mesi accenderà questa città magica affacciata sul Corno d'Oro - si insinua anche in uno dei suoi più antichi bagni turchi. Costruito intorno al 1477, il Küçük Mustafa Paşa Hamam , nel quartiere di Cibali, custodisce ancora, tra i raggi di luce che filtrano dalla sua cupola traforata, i segni della tradizione ottomana.
Per la prima volta l'arte sfiderà la distinzione di genere sovvertendo il tradizionale assetto degli spazi, rigorosamente suddivisi in aree destinate alle donne e in ambienti per gli uomini. «Una sezione artistica femminile occuperà la sezione maschile, e una posizione artistica maschile caratterizzerà gli spazi dedicati alle donne» - si legge infatti nel programma.
Oltre ai sei luoghi ufficiali, il calendario degli eventi raggiungerà anche altri spazi della città, che saranno sede di simposi, letture, dibattiti, workshop e appuntamenti culinari.
GLI ARTISTI
Sono 55, provenienti da oltre 30 paesi, gli artisti che porteranno nella città turca la loro concezione di “casa”, “appartenenza”, “coesistenza”, “quartiere”, tematiche esaminate da diverse prospettive.
«La Biennale - spiegano i curatori - prende forma dalle considerazioni personali, dalle idee degli artisti ospiti, una miscela complessa di speranze e visioni, di tristezza e indignazione, di storia e presente».
La Galata Primary School sarà un crogiuolo di opere e protagonisti, lontani e diversi per contenuti e provenienza geografica: dall'artista visuale Heba Y. Amin all'artista londinese Kasia Fudakowski, dal giovane fotografo turco Ali Taptik a Dan Stockholm. La veneziana Monica Bonvicini, e ancora Mirak Jamal, Volkan Aslan, Klara Lidén, la scultrice francese Louise Bourgeois saranno in mostra all'Istanbul Modern, mentre l'Ark Kültür accoglierà le opere di Mahmoud Khaled, con quel loro vocabolario artistico che cuce significati alternativi e traccia il confine tra reale e non reale.
Il Pera Museum ospiterà, invece, tra gli altri, i lavori di Lee Miller, Sim Chi Yin, della scultrice cosentina Tatiana Trouvé, che vive e lavora a Parigi, e del newyorkese Fred Wilson.
Nei suggestivi spazi del Küçük Mustafa Paşa Hammam, troveranno, infine, posto i contributi di Monica Bonvicini, Stephen G. Rhodes e Tuğçe Tuna.
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CONTEMPORARY ISTANBUL
A render ancora più frizzante il settembre all'insegna dell'arte nella magica città sul Bosforo, sarà il Contemporary Istanbul, una delle principali fiere internazionali d'arte della Turchia. Dal 14 al 17 settembre, infatti, l'Istanbul Congress Center (ICC) e l'Istanbul Exhibition Center (ICEC) accoglieranno la dodicesima edizione di un evento che mira a trasformare la città in un'affascinate vetrina, un hub importante per la valorizzazione delle opere d'arte provenienti da gallerie affermate, ma anche emergenti, che solletica l'attenzione verso il panorama artistico contemporaneo.
Per tre giorni, artisti e collezionisti provenienti dalla Turchia e dal Caucaso, dal Mar Nero e dalla Russia, ma anche dall'Europa e dagli Stati Uniti, porteranno l'antica Costantinopoli sul palcoscenico artistico internazionale.
"Il nostro obiettivo - ha spiegato il direttore Kamiar Maleki - è quello di continuare a mostrare la migliore arte di una regione che rappresenta un ponte tra l'Europa, l'Asia e il Medio Oriente. Istanbul ha assistito ultimamente ad un rapido rifiorire di musei e gallerie, inaugurando un nutrito calendario di fiere d'arte».
VERSO LA BIENNALE DEL DESIGN, NEL 2018
L'antica erede del grande Impero di Roma guarda già al 2018, anno in cui, dal 22 settembre al 4 novembre, avrà luogo la quarta edizione dell'Istanbul Design Biennal che, dal 2012, propone un fiorito bacino di idee, promuovendo un proficuo dialogo all'interno della comunità creativa e accademica. Jan Boelen, direttore artistico dell'Art Museum Z33 di Hasselt, in Belgio, sarà il curatore scelto per l'edizione 2018.
ISTANBUL: NON SOLO BIENNALE
Dove Oriente e Occidente tessono il loro luminoso abbraccio, c'è una città con oltre 2mila anni di storia che merita di essere esplorata, al di là dei deliziosi Lokum e del Kebab. La Biennale potrebbe essere l'occasione giusta per fare quattro passi nel poliedrico, caotico, straniante ventre della città.
Gli occhi si perdono tra le oltre 20mila maioliche della Moschea Blu, scrutano la cupola di Santa Sofia, che domina, imponente, la piazza di Sultanahmet, mentre i suoni, i profumi e il brulichio del Gran Bazar, con il suo intricato dedalo di botteghe, vicoli e fontane, stordisce e ammalia allo stesso tempo.
Dal sontuoso Palazzo Topkapi, sul Promontorio del Serraglio, con il suo universo eterogeneo di corti, chioschi e cortili che recano ancora il passo dei sultani, alla Cisterna Basilica la distanza è breve. L'imponente edificio sotterraneo, con oltre 300 colonne e capitelli circondati dall'acqua, vi sorprenderà con la sua intima, misteriosa atmosfera.
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