A Basilea per i 275 anni del maestro spagnolo
Buon compleanno Goya! Gli auguri della Fondation Beyeler in una grande mostra
Francisco de Goya y Lucientes, Autorretrato I Courtesy Fondation Beyeler
Francesca Grego
15/10/2021
Mondo - Sono passati 275 anni dalla nascita di Francisco Goya, eppure le sue tele continuano a sorprenderci per una modernità inattesa: che si tratti di un solo sguardo o della concezione complessiva del quadro, le opere di Goya travalicano i limiti della pittura del suo tempo, per annunciare - come ben compresero gli artisti delle avanguardie, da Picasso a Mirò - l’alba di una nuova era.
Tempio dell’arte moderna in Europa, la Fondation Beyeler di Basilea festeggia il compleanno del pittore di Fuendetodos con una mostra ambiziosa, una delle più grandi che gli siano mai state dedicate fuori dalla Spagna. Per l’occasione sono riunite in Svizzera opere provenienti dal Museo del Prado e dal Thyssen-Bornemisza di Madrid, dal Louvre di Parigi e dal Metropolitan di New York, dalla National Gallery di Londra, dagli Uffizi di Firenze, dal Minneapolis Institute of Art e dal Museum of Fine Arts di Houston, nonché da collezioni private generalmente restie a mandare i propri tesori in giro per il mondo. è proprio tra queste ultime che spesso è possibile riconoscere la vena creativa più profonda di Goya, all’origine dei capolavori che ben conosciamo. Dipinti di proprietà privata spagnola, alcuni dei quali mai passati di mano dai tempi dell’artista, saranno per la prima volta affiancati a opere cardine provenienti da prestigiose collezioni europee e americane.
Francisco de Goya, La Maja Vestida, 1800-1807. Museo Nacional del Prado, Madrid © Archivio fotografico. Museo Nazionale del Prado. Madrid
Tra gli ultimi grandi pittori di corte, ma anche tra i primi a creare soltanto per se stesso, fino al prossimo 23 gennaio Goya si racconta a Basilea attraverso più di 70 dipinti, 50 disegni e altrettante incisioni, linguaggio di cui fu interprete raffinato e originalissimo. Il percorso realizzato dalla Fondation Beyeler in collaborazione con il Museo Nacional del Prado di Madrid presenta capolavori famosissimi e rarità raramente viste in mostra, toccando i diversi generi e temi affrontati dall’artista nel corso della sua carriera. Troviamo l’iconica Maja vestida e la celebre Duchessa d’Alba, testimonianza di come l’artista spagnolo abbia saputo trasformare anche il ritratto di rappresentanza in un’immagine ineffabile, ma anche, esposti in via eccezionale, i due dipinti Majas al balcone e Maja e la mezzana, alle quali si ispirò Edouard Manet quando dipinse Il balcone. E, per restare nel novero delle opere più note, la serie dei Caprichos, le incisioni caustiche e grottesche in cui il pittore mise alla berlina i vizi e le bassezze degli uomini del suo tempo, a partire dal ben noto Il sonno della ragione genera mostri. Tra le novità da riscoprire spicca invece una serie di scene di genere di piccolo formato, come le otto immagini della collezione spagnola dei Marchesi de la Romana, viste finora in un’unica presentazione al Prado.
Francisco de Goya y Lucientes, Vuelo de brujas, 1797-98 I Courtesy Fondation Beyeler
Oltre che una galleria di capolavori, quello della Fondation Beyeler è un progetto complesso, un’esplorazione ad ampio raggio di un talento poliedrico: opere di ogni tipo ne indagarne le pieghe più recondite, per sorprendere anche i più eruditi conoscitori dell’artista. Gioie e dolori, sfarzi e tragedie, ambienti regali e popolari si riflettono nella varietà di generi e formati frequentati da Goya: dal ritratto alla fantasticheria introspettiva e stravagante, dalle scene di guerra alle immagini di vita quotidiana, dai quadri monumentali a dipinti di piccole dimensioni adatti ai gabinetti personali di raffinati collezionisti. Inoltre - cosa assolutamente insolita per il suo tempo - Goya dipinse, incise e disegnò anche solo per se stesso, senza un committente a dettare soggetto e iconografia dell’opera.
Francisco de Goya y Lucientes, Antonia Zarate I Courtesy Fondation Beyeler
La sua sensibilità singolare e in anticipo sui tempi, l’acutissima capacità di scandagliare l’animo umano, lo spirito incline all’allucinazione e alla malinconia come al sarcasmo, la spiccata tendenza - anche questa inedita - a indagare i territori dell’irrazionale come nessun altro non bastano a spiegare uno solo dei suoi quadri. Al cuore di ogni opera di Goya resta il grumo denso e oscuro di un mistero. Lo scopriranno da vicino i visitatori della Fondation Beyeler ripercorrendo una carriera di oltre sessant’anni, che ha vissuto i turbamenti dell’arte europea dal Rococò al Romanticismo per approdare a qualcosa che esorbita dalle classificazioni libresche: tra santi e criminali, streghe e demoni, icone regali e immagini di morte, bellezze femminili, mercati, covi di banditi, corride, tribunali dell’inquisizione, la realtà e la fantasia si mescolano in un incubo o in un sogno, pronte a ispirarci ancora.
Francisco de Goya, Doña Marìa del Pilar Teresa Cayetana de Silva Álvarez de Toledo, XIII Duquesa de Alba, 1795. Fundación Casa de Alba, Palacio de Liria, Madrid
Leggi anche:
• Close-Up: 150 anni di ritratti al femminile in arrivo a Basilea. Intervista alla curatrice Theodora Vischer
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Francisco de Goya, La Maja Vestida, 1800-1807. Museo Nacional del Prado, Madrid © Archivio fotografico. Museo Nazionale del Prado. Madrid
Tra gli ultimi grandi pittori di corte, ma anche tra i primi a creare soltanto per se stesso, fino al prossimo 23 gennaio Goya si racconta a Basilea attraverso più di 70 dipinti, 50 disegni e altrettante incisioni, linguaggio di cui fu interprete raffinato e originalissimo. Il percorso realizzato dalla Fondation Beyeler in collaborazione con il Museo Nacional del Prado di Madrid presenta capolavori famosissimi e rarità raramente viste in mostra, toccando i diversi generi e temi affrontati dall’artista nel corso della sua carriera. Troviamo l’iconica Maja vestida e la celebre Duchessa d’Alba, testimonianza di come l’artista spagnolo abbia saputo trasformare anche il ritratto di rappresentanza in un’immagine ineffabile, ma anche, esposti in via eccezionale, i due dipinti Majas al balcone e Maja e la mezzana, alle quali si ispirò Edouard Manet quando dipinse Il balcone. E, per restare nel novero delle opere più note, la serie dei Caprichos, le incisioni caustiche e grottesche in cui il pittore mise alla berlina i vizi e le bassezze degli uomini del suo tempo, a partire dal ben noto Il sonno della ragione genera mostri. Tra le novità da riscoprire spicca invece una serie di scene di genere di piccolo formato, come le otto immagini della collezione spagnola dei Marchesi de la Romana, viste finora in un’unica presentazione al Prado.
Francisco de Goya y Lucientes, Vuelo de brujas, 1797-98 I Courtesy Fondation Beyeler
Oltre che una galleria di capolavori, quello della Fondation Beyeler è un progetto complesso, un’esplorazione ad ampio raggio di un talento poliedrico: opere di ogni tipo ne indagarne le pieghe più recondite, per sorprendere anche i più eruditi conoscitori dell’artista. Gioie e dolori, sfarzi e tragedie, ambienti regali e popolari si riflettono nella varietà di generi e formati frequentati da Goya: dal ritratto alla fantasticheria introspettiva e stravagante, dalle scene di guerra alle immagini di vita quotidiana, dai quadri monumentali a dipinti di piccole dimensioni adatti ai gabinetti personali di raffinati collezionisti. Inoltre - cosa assolutamente insolita per il suo tempo - Goya dipinse, incise e disegnò anche solo per se stesso, senza un committente a dettare soggetto e iconografia dell’opera.
Francisco de Goya y Lucientes, Antonia Zarate I Courtesy Fondation Beyeler
La sua sensibilità singolare e in anticipo sui tempi, l’acutissima capacità di scandagliare l’animo umano, lo spirito incline all’allucinazione e alla malinconia come al sarcasmo, la spiccata tendenza - anche questa inedita - a indagare i territori dell’irrazionale come nessun altro non bastano a spiegare uno solo dei suoi quadri. Al cuore di ogni opera di Goya resta il grumo denso e oscuro di un mistero. Lo scopriranno da vicino i visitatori della Fondation Beyeler ripercorrendo una carriera di oltre sessant’anni, che ha vissuto i turbamenti dell’arte europea dal Rococò al Romanticismo per approdare a qualcosa che esorbita dalle classificazioni libresche: tra santi e criminali, streghe e demoni, icone regali e immagini di morte, bellezze femminili, mercati, covi di banditi, corride, tribunali dell’inquisizione, la realtà e la fantasia si mescolano in un incubo o in un sogno, pronte a ispirarci ancora.
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