L’inaugurazione il 16 maggio nel quartiere portuale di Katendrecht
Da magazzino a storico museo delle migrazioni. A Rotterdam apre il Fenix

Fenix | Foto: © Iwan Baan
Samantha De Martin
14/05/2025
Mondo - Si chiama Fenix ed è il nuovo museo d'arte internazionale dedicato alle migrazioni, pronto ad aprire i battenti in un luogo simbolo del porto di Rotterdam.
Ad accogliere questa nuova istituzione, visitabile già da venerdì 16 maggio, è un magazzino storico restaurato e trasformato con un design radicale da Ma Yansong di MAD Architects, lo studio di architettura di fama internazionale con sede a Pechino. Parte da qui la riqualificazione del quartiere portuale di Katendrecht, un tempo sede del quartiere a luci rosse della città.
Con il suo corpo poderoso di 16.000 metri quadrati, l’edificio in cemento armato, noto come San Francisco Warehouse, costruito dall'architetto Cornelis Nicolaas van Goor e completato nel 1923, era un tempo parte di uno dei più grandi magazzini al mondo e fungeva da importante struttura di stoccaggio e spedizione per la Holland America Line.
È stata proprio la compagnia olandese di trasporto merci e passeggeri ad agevolare i viaggi di milioni di migranti che, nel XIX e XX secolo, arrivavano e partivano dai moli attigui.

Willem de Kooning, Man in Wainscott, 1969, Collection Fenix
A imbarcarsi su navi dirette in America e Canada, ci sono stati anche personaggi illustri come Albert Einstein, Willem de Kooning e Max Beckmann D’altra parte è proprio grazie a questi arrivi e partenze che Rotterdam è ancora oggi plasmata dalle oltre 170 nazionalità dei suoi abitanti. Fulcro del Fenix è Il Tornado. Realizzato in acciaio inossidabile con due ampie scale in legno, è l'ultima aggiunta allo skyline di Rotterdam. Progettato da Ma Yansong dello studio cinese MAD Architects, rappresenta un'opera d'arte, ma anche una piattaforma panoramica dove la vista spazia a 360 gradi sulla città. Percorrere questo spazio situato nel cuore del museo a collegare il piano terra, il primo piano e il punto panoramico sul tetto, equivale a intraprendere un viaggio. Il percorso verso l'alto è pieno di svolte inaspettate e prospettive mutevoli, proprio come il viaggio di un migrante, come lo descrive l'architetto Ma Yansong.
Il Fenix inaugurerà con tre mostre speciali. La prima, intitolata All Directions presenta oltre 150 opere d'arte e oggetti provenienti dalla collezione Fenix e acquisiti negli ultimi cinque anni, che spaziano dal passato al contemporaneo. Il percorso abbraccia numerosi artisti internazionali, da Francis Alÿs a Max Beckmann, da Shilpa Gupta a William Kentridge, da Steve McQueen ad Adrian Paci e Bill Viola. La mostra include anche una serie di nuove opere commissionate appositamente da Fenix ad artisti che vivono in Europa, Stati Uniti e Asia, chiamati a esplorare il tema dell’emigrazione attraverso la loro visione e le loro storie personali. Ad arricchire la collezione museale è anche una raccolta di ricordi personali, raccolti dagli abitanti di Rotterdam, che restituiscono storie individuali di migrazione, insieme a importanti reperti storici come un tratto del Muro di Berlino, una barca di migranti proveniente da Lampedusa e un passaporto Nansen del 1923, un documento di viaggio riconosciuto a livello internazionale che veniva rilasciato ai rifugiati apolidi dopo la prima guerra mondiale.

Fenix | Foto: © Iwan Baan
Il secondo percorso, intitolato The Family of Migrants, ispirato a "Family of Man" di Edward Steichen, la mostra presentata per la prima volta al MoMA nel 1955, snocciola una selezione delle fotografie più suggestive sul tema della migrazione, riunendo 194 scatti provenienti da 55 paesi e realizzati da 136 fotografi. Le opere spaziano dal 1905 a oggi e rappresentano un mix di immagini documentarie, ritratti, fotografie giornalistiche provenienti da archivi internazionali, collezioni museali, banche dati di immagini e giornali di fotografi come Abbas, Eva Besnyö, Chien-Chi Chang, Fouad Elkoury, Robert de Hartogh, Dorothea Lange, Steve McCurry, Yasuhiro Ogawa, Emin Özmen.
The Suitcase Labyrinth è invece una monumentale installazione interattiva composta da 2.000 valigie donate al museo, una straordinaria raccolta di storie personali provenienti da paesi, culture e comunità di tutto il mondo. Ci sono i grandi bauli in pelle con finiture elaborate, e non mancano le piccole valigie rovinate, con gli adesivi a indicarne la destinazione. Alcune sono state tramandate di generazione in generazione come anche le storie dei trasferimenti che hanno cambiato la vita di molti, altre sono state acquisite più di recente. Diverse valigie, originarie di Rotterdam, donate da Stati Uniti, Canada, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda, tornano al porto dal quale sono partite molto tempo fa.
A svelare le storie personali dei precedenti proprietari, i loro viaggi d’amore, nostalgia di casa, speranza e desiderio, sarà un tour audio interattivo. The Suitcase Labyrinth presenta anche (Kindness) of (Strangers), un'opera dell'artista cileno Alfredo Jaar.

The Suitcase Labyrinth | Foto: © Fenix, Rotterdam
Spostandosi al piano terra del Fenix ci si imbatte in una piazza urbana coperta. Sarà un luogo di connessione e scambio, ad accesso gratuito per tutti e destinato alle numerose comunità di Rotterdam. Ospiterà nel corso dell’anno eventi su larga scala, esplorazioni di diversi stili di cultura gastronomica, incontri comunitari, spettacoli ed eventi. Avrà un chiosco in cui i visitatori potranno leggere giornali da tutto il mondo e acquistare una bevanda o uno spuntino. L'O Café and Bakery, gestito dallo chef turco stellato Michelin Maksut Aşkar affiancherà Granucci Gelato, una gelateria sul molo del museo che produce gelato nei Paesi Bassi dal 1929.
“Le storie di migrazione - spiega il direttore del museo, Anne Kremers - sono il cuore pulsante di Fenix. Le abbiamo intrecciate in ogni elemento, che si tratti della magia dell'architettura di Ma Yansong, dei ricordi evocati dalle opere d'arte esposte, del Plein liberamente accessibile o della gelateria della famiglia Granucci. Vogliamo che tutti si sentano benvenuti".
Fenix è finanziato dalla Fondazione Droom en Daad, fondata nel 2016 e guidata da Wim Pijbes, ex direttore del Rijksmuseum. Sviluppando nuove tipologie di istituzioni artistiche e culturali e promuovendo nuovi talenti creativi che riflettano la diversità, lo spirito e la storia della città, la Fondazione contribuirà a ridefinire Rotterdam per il XXI secolo.
Ad accogliere questa nuova istituzione, visitabile già da venerdì 16 maggio, è un magazzino storico restaurato e trasformato con un design radicale da Ma Yansong di MAD Architects, lo studio di architettura di fama internazionale con sede a Pechino. Parte da qui la riqualificazione del quartiere portuale di Katendrecht, un tempo sede del quartiere a luci rosse della città.
Con il suo corpo poderoso di 16.000 metri quadrati, l’edificio in cemento armato, noto come San Francisco Warehouse, costruito dall'architetto Cornelis Nicolaas van Goor e completato nel 1923, era un tempo parte di uno dei più grandi magazzini al mondo e fungeva da importante struttura di stoccaggio e spedizione per la Holland America Line.
È stata proprio la compagnia olandese di trasporto merci e passeggeri ad agevolare i viaggi di milioni di migranti che, nel XIX e XX secolo, arrivavano e partivano dai moli attigui.

Willem de Kooning, Man in Wainscott, 1969, Collection Fenix
A imbarcarsi su navi dirette in America e Canada, ci sono stati anche personaggi illustri come Albert Einstein, Willem de Kooning e Max Beckmann D’altra parte è proprio grazie a questi arrivi e partenze che Rotterdam è ancora oggi plasmata dalle oltre 170 nazionalità dei suoi abitanti. Fulcro del Fenix è Il Tornado. Realizzato in acciaio inossidabile con due ampie scale in legno, è l'ultima aggiunta allo skyline di Rotterdam. Progettato da Ma Yansong dello studio cinese MAD Architects, rappresenta un'opera d'arte, ma anche una piattaforma panoramica dove la vista spazia a 360 gradi sulla città. Percorrere questo spazio situato nel cuore del museo a collegare il piano terra, il primo piano e il punto panoramico sul tetto, equivale a intraprendere un viaggio. Il percorso verso l'alto è pieno di svolte inaspettate e prospettive mutevoli, proprio come il viaggio di un migrante, come lo descrive l'architetto Ma Yansong.
Il Fenix inaugurerà con tre mostre speciali. La prima, intitolata All Directions presenta oltre 150 opere d'arte e oggetti provenienti dalla collezione Fenix e acquisiti negli ultimi cinque anni, che spaziano dal passato al contemporaneo. Il percorso abbraccia numerosi artisti internazionali, da Francis Alÿs a Max Beckmann, da Shilpa Gupta a William Kentridge, da Steve McQueen ad Adrian Paci e Bill Viola. La mostra include anche una serie di nuove opere commissionate appositamente da Fenix ad artisti che vivono in Europa, Stati Uniti e Asia, chiamati a esplorare il tema dell’emigrazione attraverso la loro visione e le loro storie personali. Ad arricchire la collezione museale è anche una raccolta di ricordi personali, raccolti dagli abitanti di Rotterdam, che restituiscono storie individuali di migrazione, insieme a importanti reperti storici come un tratto del Muro di Berlino, una barca di migranti proveniente da Lampedusa e un passaporto Nansen del 1923, un documento di viaggio riconosciuto a livello internazionale che veniva rilasciato ai rifugiati apolidi dopo la prima guerra mondiale.

Fenix | Foto: © Iwan Baan
Il secondo percorso, intitolato The Family of Migrants, ispirato a "Family of Man" di Edward Steichen, la mostra presentata per la prima volta al MoMA nel 1955, snocciola una selezione delle fotografie più suggestive sul tema della migrazione, riunendo 194 scatti provenienti da 55 paesi e realizzati da 136 fotografi. Le opere spaziano dal 1905 a oggi e rappresentano un mix di immagini documentarie, ritratti, fotografie giornalistiche provenienti da archivi internazionali, collezioni museali, banche dati di immagini e giornali di fotografi come Abbas, Eva Besnyö, Chien-Chi Chang, Fouad Elkoury, Robert de Hartogh, Dorothea Lange, Steve McCurry, Yasuhiro Ogawa, Emin Özmen.
The Suitcase Labyrinth è invece una monumentale installazione interattiva composta da 2.000 valigie donate al museo, una straordinaria raccolta di storie personali provenienti da paesi, culture e comunità di tutto il mondo. Ci sono i grandi bauli in pelle con finiture elaborate, e non mancano le piccole valigie rovinate, con gli adesivi a indicarne la destinazione. Alcune sono state tramandate di generazione in generazione come anche le storie dei trasferimenti che hanno cambiato la vita di molti, altre sono state acquisite più di recente. Diverse valigie, originarie di Rotterdam, donate da Stati Uniti, Canada, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda, tornano al porto dal quale sono partite molto tempo fa.
A svelare le storie personali dei precedenti proprietari, i loro viaggi d’amore, nostalgia di casa, speranza e desiderio, sarà un tour audio interattivo. The Suitcase Labyrinth presenta anche (Kindness) of (Strangers), un'opera dell'artista cileno Alfredo Jaar.

The Suitcase Labyrinth | Foto: © Fenix, Rotterdam
Spostandosi al piano terra del Fenix ci si imbatte in una piazza urbana coperta. Sarà un luogo di connessione e scambio, ad accesso gratuito per tutti e destinato alle numerose comunità di Rotterdam. Ospiterà nel corso dell’anno eventi su larga scala, esplorazioni di diversi stili di cultura gastronomica, incontri comunitari, spettacoli ed eventi. Avrà un chiosco in cui i visitatori potranno leggere giornali da tutto il mondo e acquistare una bevanda o uno spuntino. L'O Café and Bakery, gestito dallo chef turco stellato Michelin Maksut Aşkar affiancherà Granucci Gelato, una gelateria sul molo del museo che produce gelato nei Paesi Bassi dal 1929.
“Le storie di migrazione - spiega il direttore del museo, Anne Kremers - sono il cuore pulsante di Fenix. Le abbiamo intrecciate in ogni elemento, che si tratti della magia dell'architettura di Ma Yansong, dei ricordi evocati dalle opere d'arte esposte, del Plein liberamente accessibile o della gelateria della famiglia Granucci. Vogliamo che tutti si sentano benvenuti".
Fenix è finanziato dalla Fondazione Droom en Daad, fondata nel 2016 e guidata da Wim Pijbes, ex direttore del Rijksmuseum. Sviluppando nuove tipologie di istituzioni artistiche e culturali e promuovendo nuovi talenti creativi che riflettano la diversità, lo spirito e la storia della città, la Fondazione contribuirà a ridefinire Rotterdam per il XXI secolo.
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