Dall’8 agosto al 27 ottobre

David Hockney e Piero della Francesca. Alla National Gallery un dialogo oltre il tempo

David Hockney, Looking at Pictures on a Screen, 1977, Olio su tela,188 x 188 cm, Private collection © David Hockney
 

Francesca Grego

08/08/2024

Mondo - “Mi piacerebbe avere quel dipinto di Piero della Francesca solo per poterlo guardare ogni giorno per un’ora”. A parlare è David Hockney, tra i più stimati pittori viventi, e il quadro in questione è il Battesimo di Cristo, la prima opera dell’artista quattrocentesco giunta fino a noi. Da oggi, mercoledì 8 agosto, fino al prossimo 27 ottobre, i visitatori della National Gallery potranno ammirarlo in dialogo con le tele di Hockney, alla scoperta di legami inattesi tra il maestro della pittura pop e un pioniere del Rinascimento. 

“Non ho visitato Londra fino ai 18 anni”, racconta Hockney: “La National Gallery era lì. Non facevano mostre a quei tempi. Ma ci andavo spesso da studente. Guardavo sempre Fra Angelico, Piero, Vermeer e Van Gogh. In quelle prime visite ricordo di essere stato colpito dal Battesimo di Cristo di Piero, era meraviglioso. Capisco cosa fanno le riproduzioni. Hanno arricchito molto la mia vita e apprendo molte cose guardandole. Ma vedere i dipinti originali è un'esperienza diversa”. 


Piero della Francesca, Il Battesimo di Cristo,1437-1445, 116 x 167 cm © The National Gallery, London

Nella mostra Hockney and Piero: A Longer Look la fascinazione per il Battesimo di Cristo emerge in due omaggi espliciti. Il primo lo troviamo nel quadro I miei genitori, dipinto dal maestro britannico nel 1977. In un interno domestico dai colori brillanti - la casa di famiglia dell’artista - un mobile con uno specchio si interpone tra i ritratti di Kenneth e Laura Hockney. Dentro lo specchio si riflette una riproduzione del Battesimo di Cristo. 

La seconda citazione è di lettura ancora più immediata: nel dipinto Guardare le immagini su uno schermo (1977), l’artista raffigura l’amico Henry Geldzahler, curatore presso il Metropolitan Museum di New York, mentre osserva i poster appesi a un paravento nel suo studio. Sui quattro pannelli pieghevoli il pittore ha posizionato i propri quadri preferiti nelle collezioni della National Gallery: il Battesimo di Cristo è in bella vista, tra stampe tratte da Vermeer e Van Gogh. 

Da osservatore appassionato, Hockney incoraggia i visitatori a confrontare le opere in mostra e a praticare lo “slow looking”, una pratica fondamentale per “riscoprire quanto sia bello il mondo che ci circonda”. La mostra, inoltre, è un’opportunità per accostarsi con sguardo nuovo e contemporaneo all’opera di Piero della Francesca, pioniere della resa tridimensionale dello spazio, che illustrò nel celebre trattato De prospectiva pingendi. Nel Battesimo di Cristo il maestro di Sansepolcro utilizza i principi della matematica per dar forma alla composizione, creando un’immagine armoniosa e senza tempo. Il quadro, tuttavia, è ambientato in un paesaggio dell’Italia centrale familiare ai suoi primi spettatori, un modo per invitarli a immergersi personalmente in questo importante episodio dei Vangeli: terra e cielo si congiungono nel Battesimo di Cristo, mentre si annuncia la natura divina del Salvatore.


David Hockney, My Parents, 1977, Olio su tela, 182.9 × 182.9 cm, Tate, purchased 1981 | © David Hockney | Photo: © Tate, London

Hockney and Piero: A Longer Look si inserisce nelle celebrazioni del bicentenario della National Gallery, evidenziando l’attualità delle collezioni del museo britannico, inesauribile miniera di ispirazioni e spunti per gli artisti di ogni epoca. Un'idea alla base del volume illustrato che accompagna la mostra, con una ricca intervista a David Hockney e una serie di approfondimenti sulle relazioni tra il museo e gli artisti nell’arco di 200 anni. Da non perdere è il racconto del ciclo di esposizioni The Artist’s Eye, a cui Hockney partecipò nel 1981, che assegnando agli artisti il ruolo di curatori ha offerto loro l’occasione di condividere pensieri e immagini in modalità inedite con un vasto pubblico. 

“David Hockney è stato un devoto della National Gallery per tutta la vita”, racconta la curatrice Susanna Avery-Quash: “Come parte delle celebrazioni del bicentenario, questa mostra richiama l'attenzione sulla potente seppur nascosta storia della National Gallery come catalizzatore della vita creativa della nazione attraverso l’incoraggiamento degli artisti contemporanei a trarre ispirazione dalle sue raccolte”. L’invito per il pubblico, continua la curatrice, è a unirsi alla conversazione tra Hockney e Piero, “per riempirsi gli occhi e ricordare piaceri e benefici offerti da un’attenta osservazione”. 


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