Dal 10 febbraio una grande mostra al Guggenheim

Dipingere la realtà assoluta. A Bilbao, sulle orme di Mirò

Joan Miró, Dipinto (Peinture), 1934. Olio su tela, 97 x 130 cm. Fundació Joan Miró, Barcellona. Donazione Joan Prats © Sucesió Miró, 2022
 

Francesca Grego

31/01/2023

Mondo - Sono passati quarant'anni dalla scomparsa di Joan Mirò, e la sua arte continua a intrigare il pubblico con segni coloratissimi e misteriosi, moderni e primitivi ad un tempo. In occasione dell’anniversario, il Museo Guggenheim di Bilbao ci regala una ghiotta occasione per conoscere da vicino il magico artista catalano, in una delle più grandi mostre che siano mai state organizzate su di lui. 

Dal 10 febbraio al 28 maggio Joan Mirò. La realtà assoluta. Parigi 1920-1945 esplora un periodo cruciale nell’opera del pittore, le cui ricerche avranno una svolta decisiva dopo il primo viaggio a Parigi e l’incontro con le avanguardie. In questi 25 anni il lavoro di Mirò è un continuo ribollire di nuove idee, che spaziano dal realismo magico degli inizi al singolare linguaggio dei segni costellati. è la stagione dell’arte preistorica, a cui il maestro guarda per rintracciare le radici di ogni gesto creativo, ma anche delle frequentazioni con Dada e Surrealisti, che influenzeranno notevolmente la sua opera. Al termine di questo percorso, l’arte di Mirò è giunta a completa maturazione: è unica e rivoluzionaria, emozionante e indecifrabile. Qualcuno lo considererà un precursore dell’Espressionismo Astratto, altri vedranno nelle sue ricerche i germi dell’arte concettuale. 


Joan Miró, Painting (The Sun) [ Peinture (Le Soleil) ],1927. Olio su tela, 38,3 x 46,2 cm I Courtesy David & Ezra Nahmad Collection © Sucesió Miró, 2022

A cura di Enrique Juncosa, la mostra al Guggenheim si getta sulle tracce dell’artista, soffermandosi sulle tappe decisive della sua evoluzione: dalla formazione a Barcellona, allora una città conservatrice e nazionalista, ma frequentata da artisti come Francis Picabia, Marcel Duchamp, Robert e Sonia Delaunay, al trasferimento nella Ville Lumière, capitale dell’arte mondiale. Nel suo primo studio parigino, al numero 45 di Rue Blomet, Mirò creerà i primi “dipinti onirici”, privi di logica narrativa e di qualsiasi riferimento alla realtà esterna. Dal suo atelier passano personaggi come André Masson, Antonin Artaud, Robert Desnos, Paul Eluard, Michel Leiris, René Char. 

Intanto le strade dell’arte incrociano il cammino della grande storia, dalla Guerra Civile spagnola alla Seconda Guerra Mondiale, fino all’occupazione tedesca della Francia. Mirò si trasferisce in Normandia, dove nascono le Costellazioni, massima espressione della sua ricerca di un linguaggio immaginifico e universale, e poi a Maiorca, dove smette di dipingere per un bel pezzo. Poi la svolta: quadri di grandi dimensioni con i caratteristici segni che fluttuano su sfondi bianchi e luminosi. Il maestro è pronto a ricominciare tra tele e ceramiche, nuovo e formidabile mezzo di espressione per la sua inesauribile creatività. 


Joan Miró, Donna e uccelli ( Femme et oiseaux ), 1940. Gouache e olio su carta, 38 x 46 cm I Courtesy The David & Ezra Nahmad Collection © Sucesió Miró, 2022

Per i fan di Joan Mirò le sorprese non finiscono qui: anche al Zentrum Paul Klee di Berna ha appena aperto i battenti una grande mostra (Joan Mirò. New Beginnings, in corso fino al 7 maggio), mentre Barcellona si prepara a celebrarne il genio in un un evento senza precedenti nella doppia sede della Fundaciò Mirò e del Museo Picasso. Tema dell’esposizione in programma dal prossimo 19 ottobre sarà l’amicizia che per tutta la vita tenne uniti Joan Mirò e Pablo Picasso, del quale ricorrono i 50 anni dalla morte, e l’intenso legame di entrambi con la città catalana. 


Joan Miró, Donna e uccello di notte (Femme et oiseau dans la nuit), 1945. Olio su tela, 146 x 114 cm. Fundació Joan Miró, Barcellona. Deposito collezione privata © Sucesió Miró, 2022

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