A marzo una grande mostra alla Fondation Pierre Gianadda
"Il sole è Dio": William Turner incanta la Svizzera
Joseph Mallord William Turner, Going to the Ball (San Martino), Esposto nel 1846, Olio su tela, Legs Turner 1856 | © Tate, London
Francesca Grego
08/02/2023
Mondo - Che si tratti di una terribile tempesta o di un’alba sublime, nessuno ha tradotto sulla tela lo spettacolo dei fenomeni atmosferici come William Turner. Dal 3 marzo al 25 giugno la meraviglia si rinnova presso la Fondation Pierre Gianadda di Martigny, in Svizzera, in una grande mostra nata dalla collaborazione con la Tate di Londra, custode della più grande collezione al mondo di opere dell’artista. In arrivo 100 dipinti, guache, stampe e acquerelli che attraversano l’intera carriera del pittore britannico. Dagli esordi, intorno al 1790, fino ai capolavori dipinti negli anni Quaranta dell’Ottocento, la fascinazione di Turner per gli elementi naturali si declina tra nuvole mutevoli e lampi che squarciano il manto scuro della notte, e poi nebbie, temporali, arcobaleni, in un crescendo di emozioni degno del più grande paesaggista del Romanticismo.
Joseph Mallord William Turner, Moselle, 1830 circa, Gouache e acquarello su carta, Legs Turner 1856 | © Tate, London
Tra i soggetti favoriti di Turner il sole occupa un posto speciale: “un motivo gioioso” e “il più bello degli esseri”, scriverà il maestro a proposito della stella del giorno. E poi, poco prima di morire, la celebre affermazione: "Il sole è Dio!", che dà il titolo all'esposizione svizzera. Tra i critici c’è perfino chi ha interpretato i quadri dedicati all'astro come autoritratti! In mostra ne vedremo ben cinque, riuniti in una sezione che è un vero gioiello. Da non perdere è Going to the Ball, noto anche come San Martino, dipinto a Venezia durante il carnevale: delle barche e delle maschere dirette alla festa Turner trasmette solo fugaci impressioni, tra gli edifici della Serenissima che si stagliano come spettri nella nebbia. Un tramonto lirico inonda la laguna di riflessi dorati, irradiando il cielo di luce sottile e misteriosa.
Joseph Mallord William Turner, Landscape with water, 1840-45 circa. Oil paint on canvas. Legs Turner 1856 | © Tate, London
Oltre all’intensa esperienza dei fenomeni atmosferici, cuore della mostra sono le ricerche condotte da Turner sulla luce e sul colore, alla base di immagini della natura di una potenza mai vista prima. I visitatori della Fondation Gianadda avranno modo di penetrare nei processi creativi del maestro osservando i suoi acquerelli, una tecnica rapida ed intuitiva che usava per studiare il paesaggio e restituirlo con un’espressività senza pari.
Joseph Mallord William Turner, Duddon Sands, Cumbria, 1825-1832, Grafite, acquarello e gessetto su cata, Legs Turner 1856 | © Tate, London
L'ispirazione di Turner si nutre dei viaggi compiuti in Gran Bretagna e in Europa continentale, ma anche dei suoi studi in scienze naturali, mitologia classica, letteratura, arte, poesia e delle moderne invenzioni tecnologiche. Fra tradizione e innovazione, osservazione dal vero e lavoro in atelier, natura e ideale, la mostra presenta il backstage della pittura di Turner con tutti i loro contrasti e paradossi. Sette sezioni scandiscono l’itinerario espositivo, soffermandosi su temi come l’estetica del sublime cara agli artisti romantici, le tenebre ovvero l’altra faccia della luce, o la messa in scena, evidenziando come anche in dipinti narrativi come Bacco e Arianna siano i suoi straordinari paesaggi a veicolare il senso dell’opera.
Joseph Mallord William Turner, The visit to the tomb, Eposto nel 1850, Olio su tela, Legs Turner 1856 Tate, London
“Conosciamo Joseph Mallord William Turner per i dipinti di paesaggi grandiosi e tragiche marine. Lo conosciamo meno, forse, per gli acquerelli e gli schizzi più intimi, che si tuffano nel cuore della sua natura impulsiva e immaginativa, alla continua ricerca di esperienze”, osserva la direttrice della Tate Maria Balshaw: “Il medium non ha importanza. La sua padronanza della luce, dei colori e dell’atmosfera testimonia la devozione con la quale questo grande artista ha catturato l’immensità delle forze della natura, che richiedono umiltà”.
Joseph Mallord William Turner, Stormy sea with blazing wreck, 1835-1840 circa, Olio su tela, Legs Turner 1856 | © Tate, London
Leggi anche:
• Dieci (e più) mostre da non perdere in Europa nel 2023
Joseph Mallord William Turner, Moselle, 1830 circa, Gouache e acquarello su carta, Legs Turner 1856 | © Tate, London
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Joseph Mallord William Turner, Landscape with water, 1840-45 circa. Oil paint on canvas. Legs Turner 1856 | © Tate, London
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Joseph Mallord William Turner, Duddon Sands, Cumbria, 1825-1832, Grafite, acquarello e gessetto su cata, Legs Turner 1856 | © Tate, London
L'ispirazione di Turner si nutre dei viaggi compiuti in Gran Bretagna e in Europa continentale, ma anche dei suoi studi in scienze naturali, mitologia classica, letteratura, arte, poesia e delle moderne invenzioni tecnologiche. Fra tradizione e innovazione, osservazione dal vero e lavoro in atelier, natura e ideale, la mostra presenta il backstage della pittura di Turner con tutti i loro contrasti e paradossi. Sette sezioni scandiscono l’itinerario espositivo, soffermandosi su temi come l’estetica del sublime cara agli artisti romantici, le tenebre ovvero l’altra faccia della luce, o la messa in scena, evidenziando come anche in dipinti narrativi come Bacco e Arianna siano i suoi straordinari paesaggi a veicolare il senso dell’opera.
Joseph Mallord William Turner, The visit to the tomb, Eposto nel 1850, Olio su tela, Legs Turner 1856 Tate, London
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