Un viaggio tra podcast e immagini sul sito del Centre Pompidou
La felicità in una stanza secondo Matisse
Henri Matisse, Interno con melanzane, 1911. Musée de Grenoble
Francesca Grego
06/11/2020
Mondo - “Quello che sogno è un’arte dell’equilibrio, della purezza e della serenità, priva di argomenti inquietanti o tristi… un’influenza tranquillizzante sulla mente”. E in effetti non c’è nulla di più adatto al delicato momento che stiamo vivendo della pittura di Henri Matisse. Con i suoi colori vivaci, i soggetti ameni e un gusto spiccato per la decorazione, il maestro francese si è guadagnato il titolo di “pittore della gioia”.
Henri Matisse, La joie de vivre, 1905-06, olio su tela, 240.7 x 176.5 cm I Philadelphia, The Barnes Foundation
Da La danza all'Armonia in rosso, da La Gioia di Vivere a Jazz, per Matisse creare significa trasmettere emozioni positive. Molti dei suoi gioielli sbocciano tra le quattro pareti di una stanza, come quelli che accolgono le nostre vite in questo autunno incerto. Ma una finestra aperta sul paesaggio - il mare, il cielo, i tetti di Tangeri o un ponte sulla Senna - cattura lo sguardo come una promessa: un mondo di aria e di luce ci aspetta poco più in là.
Henri Matisse, Paravento moresco, 1921 I Philadelphia Museum of Art
Chissà se ci avevano pensato i curatori del Centre Georges Pompidou: qui una mostra dedicata al maestro dell’avanguardia ha aperto i battenti il 21 ottobre per chiudere subito dopo a causa dell’emergenza Covid. Sul sito del museo parigino possiamo percorrerne l’intreccio attraverso una selezione di capolavori e nove podcast che, sezione dopo sezione, ci guidano tra le meraviglie rimaste sole nelle sale di rue Beaubourg.
Concepita festeggiare il centocinquantesimo anniversario della nascita del padre dei Fauves, Matisse, come un romanzo ne rilegge l’intera parabola creativa alla luce della trama in cui il maestro seppe legare indissolubilmente pittura e parola.
Henri Matisse, La Sieste, 1905 I Photo © Merzbacher Kunststiftung
“L’importanza di un artista si misura dalla quantità di nuovi segni che avrà introdotto nel linguaggio visivo”, scriveva Matisse. Lui, nella sua lunga vita, si cimentò instancabilmente con pittura e disegno, scultura e libri illustrati, collage, incisioni, ceramiche, vetrate e originalissime guache ritagliate. In attesa di poter osservare dal vivo i gioielli giunti a Parigi da prestigiose collezioni pubbliche e private - uno su tutti, il variopinto Interno con melanzane - ne scopriamo la storia attraverso un ricco itinerario formato podcast. Poi ammiriamo l’intensità della Donna con velo e la plasticità del Grande nudo seduto, la leggerezza della Siesta e i grafismi della Camicetta rumena. E se il poeta Louis Aragon fu il primo a definire l’opera di Matisse “un romanzo”, noi riconosciamo nelle venti tavole (papiers découpés) e 130 pagine scritte a pennello di Jazz uno dei più bei libri d’artista di sempre.
Henri Matisse, Icaro, tav. 8, Jazz, Paris, Tériade, 1947, tavola a pochoir realizzata con gouache di Linel, 42 x 65 cm I Le Cateau-Cambrésis, Musée départemental Matisse (© Succession H. Matisse by SIAE 2010, Photo Philip Bernard)
Henri Matisse, La joie de vivre, 1905-06, olio su tela, 240.7 x 176.5 cm I Philadelphia, The Barnes Foundation
Da La danza all'Armonia in rosso, da La Gioia di Vivere a Jazz, per Matisse creare significa trasmettere emozioni positive. Molti dei suoi gioielli sbocciano tra le quattro pareti di una stanza, come quelli che accolgono le nostre vite in questo autunno incerto. Ma una finestra aperta sul paesaggio - il mare, il cielo, i tetti di Tangeri o un ponte sulla Senna - cattura lo sguardo come una promessa: un mondo di aria e di luce ci aspetta poco più in là.
Henri Matisse, Paravento moresco, 1921 I Philadelphia Museum of Art
Chissà se ci avevano pensato i curatori del Centre Georges Pompidou: qui una mostra dedicata al maestro dell’avanguardia ha aperto i battenti il 21 ottobre per chiudere subito dopo a causa dell’emergenza Covid. Sul sito del museo parigino possiamo percorrerne l’intreccio attraverso una selezione di capolavori e nove podcast che, sezione dopo sezione, ci guidano tra le meraviglie rimaste sole nelle sale di rue Beaubourg.
Concepita festeggiare il centocinquantesimo anniversario della nascita del padre dei Fauves, Matisse, come un romanzo ne rilegge l’intera parabola creativa alla luce della trama in cui il maestro seppe legare indissolubilmente pittura e parola.
Henri Matisse, La Sieste, 1905 I Photo © Merzbacher Kunststiftung
“L’importanza di un artista si misura dalla quantità di nuovi segni che avrà introdotto nel linguaggio visivo”, scriveva Matisse. Lui, nella sua lunga vita, si cimentò instancabilmente con pittura e disegno, scultura e libri illustrati, collage, incisioni, ceramiche, vetrate e originalissime guache ritagliate. In attesa di poter osservare dal vivo i gioielli giunti a Parigi da prestigiose collezioni pubbliche e private - uno su tutti, il variopinto Interno con melanzane - ne scopriamo la storia attraverso un ricco itinerario formato podcast. Poi ammiriamo l’intensità della Donna con velo e la plasticità del Grande nudo seduto, la leggerezza della Siesta e i grafismi della Camicetta rumena. E se il poeta Louis Aragon fu il primo a definire l’opera di Matisse “un romanzo”, noi riconosciamo nelle venti tavole (papiers découpés) e 130 pagine scritte a pennello di Jazz uno dei più bei libri d’artista di sempre.
Henri Matisse, Icaro, tav. 8, Jazz, Paris, Tériade, 1947, tavola a pochoir realizzata con gouache di Linel, 42 x 65 cm I Le Cateau-Cambrésis, Musée départemental Matisse (© Succession H. Matisse by SIAE 2010, Photo Philip Bernard)
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