Dal 17 ottobre 2024 al 2 marzo 2025 al Musée Marmottan Monet

Trompe-l’œil. L’arte dell’illusione, dal Cinquecento a oggi, va in scena a Parigi

Jean Pillement, Trompe-l'œil con nastro turchese davanti al paesaggio della campagna portoghese, Olio su tela, 54 x 37.5 cm, Parigi, Collection Farida et Henri Seydoux © Studio Christian Baraja SLB
 

Samantha De Martin

11/06/2024

Mondo - Racconta Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, che il pittore Zeusi, durante una competizione che lo contrappose al collega Parrasio, fu così abile a rappresentare l'uva da spingere gli uccelli a svolazzare attorno agli acini, come fosse vera. L'origine del trompe-l'oeil potrebbe forse risalire a questa antica storia, nonostante alcuni sostengano che il termine sia stato utilizzato per la prima volta dal pittore francese Louis Léopold Boilly (1761-1845) nella didascalia di un'opera esposta al Salon del 1800, mentre l’Accademia di Francia avrebbe adottato il termine trentacinque anni dopo.
Una cosa è certa. Questa parola, letteralmente "inganna l'occhio", allude a quella tecnica pittorica che, attraverso una serie di espedienti, induce nell'osservatore l'illusione di guardare oggetti reali e tridimensionali, in realtà dipinti su una superficie bidimensionale. Questa tecnica che gioca con lo sguardo dello spettatore, espressione delle trappole tese dalle nostre percezioni, è il filo conduttore di una mostra in programma in autunno al Musée Marmottan Monet di Parigi.
Dal 17 ottobre 2024 al 2 marzo 2025 l’esposizione intitolata Trompe-l’œil, dal 1520 a oggi, a cura di Sylvie Carlier, ripercorre la storia della rappresentazione della realtà nelle arti rendendo omaggio a un aspetto poco conosciuto delle collezioni del Museo e accendendo i riflettori sulla passione di Jules e Paul Marmottan per questa tecnica pittorica.


Jean-François de Le Motte, Trompe-l’oeil, seconda metà del XVII secolo,  Olio su tela, 53.2  78.1 cm, Dijon, musée des Beaux-Arts © Musée des Beaux-Arts / photo François Jay

Se alcuni temi da sempre raccontati attraverso il trompe l'oeil sono noti - le vanità, i trofei di caccia, i portalettere - altri aspetti saranno messi in luce all’interno del percorso che spazierà dalle variazioni decorative su mobili e ceramiche al significato politico che questo genere pittorico ha assunto nei secoli fino ai nostri giorni.
I visitatori apprezzeranno oltre ottanta lavori che spaziano dal XVI al XXI secolo, provenienti da collezioni private e pubbliche europee e statunitensi, dalla National Gallery of Art di Washington al Museo nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid, dal Museo dell'Opificio delle Pietre Dure a Firenze al Musée Unterlinden di Colmar.

Daniel Firman, Piero Fornasetti, Johann Caspar Füssli, Jean-Baptiste Oudry, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Jacques Poirier, Christian Renonciat, Pierre Roy, Lisa Sartorio, Piat Joseph Sauvage, Daniel Spoerri e Anne Vallayer -Coster saranno solo alcuni dei maestri presenti in questo viaggio che celebrerà l'arte dell'illusione consentendo al pubblico di comprendere, attraverso un percorso cronologico in otto sezioni, l'evoluzione formale del genere del trompe l'oeil, ma anche la pluralità di sensibilità e rappresentazioni del genere.


Ton de Laat, Pacchetto postale, 1986, Acquerello su carta, 30 x 39 cm, Collection ING

In occasione della mostra, otto opere della collezione del Museo sono state restaurate e saranno presentate al pubblico. Tra queste si inseriscono Trompe-l'oeil (1665) di Cornelis Norbertus Gysbrechts (1630 – 1675 circa), Trompe-l'oeil: Ritratto di Madame Chenard, grisaglia a imitazione della stampa (1813) di Louis Léopold Boilly (1761-1845 ), e il pezzo noto anche come Trattato di pace definitivo tra Francia e Spagna (1801) di Laurent Dabos (1761-1835).

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