Itinerario in città, tra i colori della natura e l’arte dei Primitivi fiamminghi
Weekend a Bruges. La magia dell’autunno nella Perla delle Fiandre
Il tramonto sui canali di Bruges | Courtesy of VisitFlanders
Francesca Grego
23/09/2019
Mondo - Quando in autunno il sole si fa più basso sull’orizzonte, la luce tenue e soffusa accentua l’incanto dei canali di Bruges. Tra facciate medievali che si innalzano verso il cielo come ricami – impossibile trovarne due uguali! - i colori degli alberi e delle piante arrampicate sulle case virano dal rosso all’ocra, rendendo ancora più romantica l’atmosfera della Venezia del Nord. Grazie alle correnti atlantiche che mitigano i primi freddi, l’autunno è il momento giusto per ammirare le bellezze della città fiamminga con calma e fuori dalla calca, passeggiando tra le viuzze sospese nel tempo di un centro storico gioiello, dal 2000 incluso nel Patrimonio dell’Umanità Unesco.
Imperdibile il circuito del musei cittadini (www.museabrugge.be), scrigni d’arte capaci di trasformare anche un pomeriggio di pioggia in un’esperienza strepitosa. Scopriamoli insieme, dai must di ogni weekend fiammingo che si rispetti agli indirizzi per intenditori.
Impossibile entrare nello spirito di Bruges senza passare per il Sint-Janshospitaal. Qui, tra le mura dell’ospedale più antico d’Europa, sono conservate preziose opere devozionali e strumenti medici d’epoca, ma soprattutto una straordinaria collezione di capolavori di Hans Memling, il grande pittore tedesco che nella seconda metà del Quattrocento fece di Bruges la propria casa. Con un importante valore aggiunto: ancora oggi, infatti, i dipinti sono esposti nel luogo per il quale furono realizzati, durante quel Secolo d’Oro in cui per i cittadini facoltosi commissionare e donare opere d’arte era un modo per esibire ricchezza, prestigio e virtù. Il Trittico di Jan Floreins e quello di San Giovanni Evangelista e San Giovanni Battista invitano a perdersi nei colori e nei dettagli del maestro gotico, tra curiosità storiche e bagliori di stoffe preziose (al tempo la città era una capitale europea del commercio di tessuti di lusso), mentre con le sue scene brulicanti il Reliquiario di Sant’Orsola è un meraviglioso esempio delle capacità narrative dell’artista, oltre che dell’oreficeria fiamminga dell’epoca: intagliato, dorato e dipinto con episodi tratti dalla storia della santa, è noto come una delle sette meraviglie del Belgio. Ma Memling fu anche un eccezionale ritrattista: lo scopriamo nel Dittico di Maarten van Nieuwenhowe, una delle sue opere più riuscite per inventiva e virtuosismo.
Dopo l’incontro ravvicinato con Memling, facciamo tappa al Groeninge Museum: qui l’orizzonte si allarga con capolavori che vanno dal Medioevo al Novecento di René Magritte e James Ensor. Ma il piatto forte è ancora la pittura dei Primitivi, che tocca il vertice con la Madonna del canonico van der Paele di Jan van Eyck: un gioiello secondo per dimensioni solo al Polittico di Gand, in cui il maestro fiammingo sfoggia tutta la sua abilità nella tecnica della pittura a olio. Dal realismo dei volti e degli incarnati, resi attraverso delicatissime velature, alla riproduzione perfetta delle superfici – si tratti di di metalli, gemme o broccati – restiamo ipnotizzati in un caleidoscopio di dettagli. Staccando lo sguardo e a procedendo tra le sale del museo, scopriremo tesori come il Trittico del Giudizio di Hieronymus Bosch o il Trittico Moreel di Memling, mentre ci incuriosiranno il macabro rituale del Giudizio di Cambise, realizzato sul finire del Quattrocento da Gerard David, e il Giudizio Universale di Pieter Pourbus, che a metà del XVI secolo si ispirava già agli affreschi della Cappella Sistina.
Non è l’unico omaggio a Michelangelo presente in città. Guidati da un’altissima torre, raggiungiamo la chiesa gotica di Nostra Signora. Dopo aver ammirato al suo interno le tombe di Maria di Borgogna e di Carlo il Temerario, i dipinti di Pourbus, David, Adriaen Isenbrandt e Bernard van Orley – il maestro di Pieter Coecke, che a sua volta fu mentore del grande Pieter Bruegel – resteremo a bocca aperta di fronte a una meraviglia inattesa: una maestosa Madonna con Bambino scolpita dal Buonarroti in persona poco dopo la Pietà vaticana. Come è arrivata fin qui? Fu il banchiere fiorentino Jacopo Galli a fare da intermediario per la famiglia Mouscron, committente dell’opera, che fu imbarcata a Livorno in gran segreto per evitare di suscitare le invidie dei committenti italiani. Trafugato prima dalle truppe napoleoniche e poi dai nazisti, il gruppo scultoreo tornò a Bruges nel 1946. La sua bellezza mozzafiato oggi testimonia la posizione strategica della città nelle rotte dell’Europa rinascimentale.
Un weekend va via facilmente, ma il circuito museale di Bruges ha ancora molto da offrire a chi desidera proseguire il percorso: dalla Gentpoort, antica fortificazione trasformata in museo medievale, alla Chiesa e Ospedale di Nostra Signora della Pottierie, che con un ricco itinerario espositivo offre un originale spaccato sulla storia della città; o al Sint-Janshuismill, il più antico e famoso mulino di Bruges che oggi è un museo vivo, dove si continua a macinare il grano con le vecchie macchine ben in vista.
Nella Perla delle Fiandre non mancano nemmeno le case museo. Da non perdere, il Gruuthuse Museum, un tempo residenza di un facoltoso uomo d’affari attivo nel commercio della birra. Appena restaurata, la struttura ha il merito di raccontare l’epoca dei duchi di Borgogna da un punto di vista speciale: all’interno potrete ammirare arazzi, vetrate gotiche, dipinti, sculture, porcellane cinesi e raffinati merletti, ma anche le architetture, preziose e stratificate nel tempo, di uno dei più imponenti edifici del centro storico. Per chi invece predilige atmosfere più vicine a noi, nulla di meglio di un salto a Casa Arents, elegante dimora in stile neoclassico un tempo abitata dall’artista britannico Frank Brangwin (1867-1956). Tra i canali e gli alberi di un pittoresco giardino, Arentshuis stupisce per la varietà delle sue collezioni: i quadri del padrone di casa ispirati ai viaggi e al lavoro durante la Rivoluzione Industriale, ma anche opere grafiche, mobili, gioielli e vetri decorati di sapore Art Nouveau e Déco.
Dopo lo spettacolo dell’arte, anche la bella natura delle Fiandre vuole la sua parte: sul confine meridionale di Bruges il Minnewaterpark sfoggia tutto l’incanto dei colori dell’autunno. Tra i cigni del Lago degli Innamorati, l’antica Torre di Guardia e le chiome di alberi variopinti, potrete abbracciare con lo sguardo un superbo panorama della città, immaginando quell’Epoca d’Oro in cui vini e spezie provenienti da tutto il mondo venivano scambiati su questi canali con le preziose stoffe fiamminghe.
Imperdibile il circuito del musei cittadini (www.museabrugge.be), scrigni d’arte capaci di trasformare anche un pomeriggio di pioggia in un’esperienza strepitosa. Scopriamoli insieme, dai must di ogni weekend fiammingo che si rispetti agli indirizzi per intenditori.
Impossibile entrare nello spirito di Bruges senza passare per il Sint-Janshospitaal. Qui, tra le mura dell’ospedale più antico d’Europa, sono conservate preziose opere devozionali e strumenti medici d’epoca, ma soprattutto una straordinaria collezione di capolavori di Hans Memling, il grande pittore tedesco che nella seconda metà del Quattrocento fece di Bruges la propria casa. Con un importante valore aggiunto: ancora oggi, infatti, i dipinti sono esposti nel luogo per il quale furono realizzati, durante quel Secolo d’Oro in cui per i cittadini facoltosi commissionare e donare opere d’arte era un modo per esibire ricchezza, prestigio e virtù. Il Trittico di Jan Floreins e quello di San Giovanni Evangelista e San Giovanni Battista invitano a perdersi nei colori e nei dettagli del maestro gotico, tra curiosità storiche e bagliori di stoffe preziose (al tempo la città era una capitale europea del commercio di tessuti di lusso), mentre con le sue scene brulicanti il Reliquiario di Sant’Orsola è un meraviglioso esempio delle capacità narrative dell’artista, oltre che dell’oreficeria fiamminga dell’epoca: intagliato, dorato e dipinto con episodi tratti dalla storia della santa, è noto come una delle sette meraviglie del Belgio. Ma Memling fu anche un eccezionale ritrattista: lo scopriamo nel Dittico di Maarten van Nieuwenhowe, una delle sue opere più riuscite per inventiva e virtuosismo.
Dopo l’incontro ravvicinato con Memling, facciamo tappa al Groeninge Museum: qui l’orizzonte si allarga con capolavori che vanno dal Medioevo al Novecento di René Magritte e James Ensor. Ma il piatto forte è ancora la pittura dei Primitivi, che tocca il vertice con la Madonna del canonico van der Paele di Jan van Eyck: un gioiello secondo per dimensioni solo al Polittico di Gand, in cui il maestro fiammingo sfoggia tutta la sua abilità nella tecnica della pittura a olio. Dal realismo dei volti e degli incarnati, resi attraverso delicatissime velature, alla riproduzione perfetta delle superfici – si tratti di di metalli, gemme o broccati – restiamo ipnotizzati in un caleidoscopio di dettagli. Staccando lo sguardo e a procedendo tra le sale del museo, scopriremo tesori come il Trittico del Giudizio di Hieronymus Bosch o il Trittico Moreel di Memling, mentre ci incuriosiranno il macabro rituale del Giudizio di Cambise, realizzato sul finire del Quattrocento da Gerard David, e il Giudizio Universale di Pieter Pourbus, che a metà del XVI secolo si ispirava già agli affreschi della Cappella Sistina.
Non è l’unico omaggio a Michelangelo presente in città. Guidati da un’altissima torre, raggiungiamo la chiesa gotica di Nostra Signora. Dopo aver ammirato al suo interno le tombe di Maria di Borgogna e di Carlo il Temerario, i dipinti di Pourbus, David, Adriaen Isenbrandt e Bernard van Orley – il maestro di Pieter Coecke, che a sua volta fu mentore del grande Pieter Bruegel – resteremo a bocca aperta di fronte a una meraviglia inattesa: una maestosa Madonna con Bambino scolpita dal Buonarroti in persona poco dopo la Pietà vaticana. Come è arrivata fin qui? Fu il banchiere fiorentino Jacopo Galli a fare da intermediario per la famiglia Mouscron, committente dell’opera, che fu imbarcata a Livorno in gran segreto per evitare di suscitare le invidie dei committenti italiani. Trafugato prima dalle truppe napoleoniche e poi dai nazisti, il gruppo scultoreo tornò a Bruges nel 1946. La sua bellezza mozzafiato oggi testimonia la posizione strategica della città nelle rotte dell’Europa rinascimentale.
Un weekend va via facilmente, ma il circuito museale di Bruges ha ancora molto da offrire a chi desidera proseguire il percorso: dalla Gentpoort, antica fortificazione trasformata in museo medievale, alla Chiesa e Ospedale di Nostra Signora della Pottierie, che con un ricco itinerario espositivo offre un originale spaccato sulla storia della città; o al Sint-Janshuismill, il più antico e famoso mulino di Bruges che oggi è un museo vivo, dove si continua a macinare il grano con le vecchie macchine ben in vista.
Nella Perla delle Fiandre non mancano nemmeno le case museo. Da non perdere, il Gruuthuse Museum, un tempo residenza di un facoltoso uomo d’affari attivo nel commercio della birra. Appena restaurata, la struttura ha il merito di raccontare l’epoca dei duchi di Borgogna da un punto di vista speciale: all’interno potrete ammirare arazzi, vetrate gotiche, dipinti, sculture, porcellane cinesi e raffinati merletti, ma anche le architetture, preziose e stratificate nel tempo, di uno dei più imponenti edifici del centro storico. Per chi invece predilige atmosfere più vicine a noi, nulla di meglio di un salto a Casa Arents, elegante dimora in stile neoclassico un tempo abitata dall’artista britannico Frank Brangwin (1867-1956). Tra i canali e gli alberi di un pittoresco giardino, Arentshuis stupisce per la varietà delle sue collezioni: i quadri del padrone di casa ispirati ai viaggi e al lavoro durante la Rivoluzione Industriale, ma anche opere grafiche, mobili, gioielli e vetri decorati di sapore Art Nouveau e Déco.
Dopo lo spettacolo dell’arte, anche la bella natura delle Fiandre vuole la sua parte: sul confine meridionale di Bruges il Minnewaterpark sfoggia tutto l’incanto dei colori dell’autunno. Tra i cigni del Lago degli Innamorati, l’antica Torre di Guardia e le chiome di alberi variopinti, potrete abbracciare con lo sguardo un superbo panorama della città, immaginando quell’Epoca d’Oro in cui vini e spezie provenienti da tutto il mondo venivano scambiati su questi canali con le preziose stoffe fiamminghe.
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