La programmazione pluriennale del Parco Archeologico in versione “phygital”
Dai piaceri della tavola all'arte del legno, Ercolano guarda al futuro tra condivisione e valorizzazione
Veduta dell'antica Ercolano | Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
Samantha De Martin
12/03/2021
Napoli - Ercolano guarda al futuro, per una ripartenza, si spera prossima e definitiva, all’insegna dell’artigianato del legno e dai piaceri del cibo, tra visite guidate ai cantieri di restauro, percorsi multisensoriali e nuovi spazi tematici che rafforzano il dialogo tra passato e presente.
Mentre le misure imposte dalla pandemia colorano di rosso la Campania e la scure della stretta scivola anche sui luoghi della cultura in quasi tutta Italia, il Parco archeologico di Ercolano lancia un messaggio di speranza e resilienza. E lo fa guardando avanti, precisamente “al mito col futuro intorno”, condividendo una programmazione pluriennale all’insegna della valorizzazione.
Nell’incertezza dei tempi, la nuova offerta dedicata al pubblico sarà a metà strada tra reale e virtuale, completamente orientata a potenziare la partecipazione, il coinvolgimento, l’interazione degli spettatori da casa e in presenza.
Il Parco riparte del nodo di Ercole
Il nuovo approccio del Parco archeologico di Ercolano è reso ancora più evidente da un “cambio di pelle” rappresentato dal nuovo logo che punta su Ercole, l’eroe che dà il nome alla città, con particolare riferimento ad uno dei suoi attributi: il nodo con il quale si allacciava al collo la pelle del leone di Nemea, che si carica di un significato speciale.
La città completamente sepolta sotto una coltre di fango e materiali piroclastici a seguito dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., riscoperta nel 1711, riparte così dal suo eroe, che diventa simbolo del legame tra la città antica e quella moderna, tra Parco e territorio, mare e Vesuvio, passato e il futuro, ricerca e valorizzazione.
“Il Parco - spiega il direttore Francesco Sirano - lavora lungo due binari: tutela e valorizzazione. In merito alla valorizzazione, abbiamo interpretato questo momento di difficoltà legato al Covid quale occasione per costruire su basi rinnovate la ripresa e, negli scorsi mesi, abbiamo lanciato un processo condiviso sulle radici identitarie in parallelo ai programmi volti alla conservazione del patrimonio, alla conoscenza, ad azioni di integrazione con il territorio attraverso connessioni e reti”.
L'ingresso del Parco Archeologico di Ercolano | Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
Presto due mostre sull’artigianato e i piaceri della tavola
Due mostre, in programma prossimamente, che coinvolgeranno il pubblico a distanza e in presenza, accenderanno un focus sull’arte del legno e sui piaceri del cibo, invitando il pubblico alle tavole degli antichi abitanti di Ercolano, per respirare la storia, la cultura, la quotidianità della comunità antica attraverso sorprendenti reperti che l'eruzione del Vesuvio ha risparmiato, rendendo questo sito patrimonio Unesco particolarmente unico e speciale. Infatti Ercolano, a lungo e ingiustamente considerata la “sorella minore” di Pompei, conserva ancora reperti straordinari, materiale organico il cui aspetto è leggermente mutato in seguito all’eruzione del 79 d.C, assumendo una forma carbonizzata, ma ancora perfettamente riconoscibile. Questo scrigno quasi intatto ha conservato arredi di ogni genere e piccole chicche come la culla della Casa di Graniano - trovata con i resti di un materassino e, adagiato, lo scheletro di un bambino - che sarà tra le protagoniste dell'esposizione allestita nella Reggia di Portici.
D’altra parte, le domus della città antica erano ricche di arredi di ogni genere, dagli sgabelli con l’impiallacciatura in legno di rosa agli armadi, dalle cassapanche alle panchine e persino ai letti con la rete in legno su cui veniva adagiato il materasso.
Tre nuovi spazi tematici
Ad arricchire l’offerta culturale del Parco saranno tre spazi tematici che approfondiranno il dialogo tra passato e presente. Il mare sarà protagonista del Padiglione della Barca, che ospita una lancia militare, forse parte della missione di salvataggio inviata da Plinio il Vecchio a soccorso della popolazione locale durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., con i suoi straordinari reperti organici. Accanto agli Ori dell’Antiquarium, un altro approfondimento riguarderà il Teatro Antico di Ercolano, raggiungibile passando per gli antichi cunicoli borbonici.
Antico bracciale a semisfere. "SplendOri: il lusso negli ornamenti di Ercolano" | Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
Percorsi multisensoriali, visite ai cantieri e aperitivi
Nella nuova programmazione si inseriscono anche le visite ai cantieri di restauro del Parco, in programma in primavera, i “venerdì di Ercolano”, serate estive con percorsi multisensoriali e, pandemia permettendo, anche una serie di aperitivi tra archeologia e arte contemporanea. Spazio anche alle conferenze e ai seminari tematici, agli eventi MIC e alle iniziative su Facebook. Tra queste, le pillole di storia, definite dal direttore “Lapilli", che forniscono interessanti racconti e curiosità sui gioielli del Parco.
Culla in legno carbonizzata, Ercolano, I sec. d.C © Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei
Intanto vanno avanti anche i restauri e gli scavi che permetteranno al sito di sfoggiare un nuovo percorso di visita che collegherà l’Antica spiaggia, il lido della città romana, alla Villa dei Papiri "con la possibilità di godere del fronte a mare della città dalla stessa prospettiva dalla quale la vedevano gli antichi abitanti".
Infine, ben sei domus si preparano al restauro con la prospettiva di aprire al pubblico entro il 2022. Tra queste la Casa dell’Atrio a Mosaico, la più grande di tutta la città, con un pianoterra che si estendeva per 1300 metri quadrati e una sala da pranzo che non ha eguali in tutta l'area vesuviana.
Leggi anche:
• Ercolano: nuovi scavi sulla spiaggia romana e un percorso inedito fino alla Villa dei Papiri
• Riapre il Parco Archeologico di Ercolano. Dove la vita si fermò duemila anni fa
Mentre le misure imposte dalla pandemia colorano di rosso la Campania e la scure della stretta scivola anche sui luoghi della cultura in quasi tutta Italia, il Parco archeologico di Ercolano lancia un messaggio di speranza e resilienza. E lo fa guardando avanti, precisamente “al mito col futuro intorno”, condividendo una programmazione pluriennale all’insegna della valorizzazione.
Nell’incertezza dei tempi, la nuova offerta dedicata al pubblico sarà a metà strada tra reale e virtuale, completamente orientata a potenziare la partecipazione, il coinvolgimento, l’interazione degli spettatori da casa e in presenza.
Il Parco riparte del nodo di Ercole
Il nuovo approccio del Parco archeologico di Ercolano è reso ancora più evidente da un “cambio di pelle” rappresentato dal nuovo logo che punta su Ercole, l’eroe che dà il nome alla città, con particolare riferimento ad uno dei suoi attributi: il nodo con il quale si allacciava al collo la pelle del leone di Nemea, che si carica di un significato speciale.
La città completamente sepolta sotto una coltre di fango e materiali piroclastici a seguito dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., riscoperta nel 1711, riparte così dal suo eroe, che diventa simbolo del legame tra la città antica e quella moderna, tra Parco e territorio, mare e Vesuvio, passato e il futuro, ricerca e valorizzazione.
“Il Parco - spiega il direttore Francesco Sirano - lavora lungo due binari: tutela e valorizzazione. In merito alla valorizzazione, abbiamo interpretato questo momento di difficoltà legato al Covid quale occasione per costruire su basi rinnovate la ripresa e, negli scorsi mesi, abbiamo lanciato un processo condiviso sulle radici identitarie in parallelo ai programmi volti alla conservazione del patrimonio, alla conoscenza, ad azioni di integrazione con il territorio attraverso connessioni e reti”.
L'ingresso del Parco Archeologico di Ercolano | Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
Presto due mostre sull’artigianato e i piaceri della tavola
Due mostre, in programma prossimamente, che coinvolgeranno il pubblico a distanza e in presenza, accenderanno un focus sull’arte del legno e sui piaceri del cibo, invitando il pubblico alle tavole degli antichi abitanti di Ercolano, per respirare la storia, la cultura, la quotidianità della comunità antica attraverso sorprendenti reperti che l'eruzione del Vesuvio ha risparmiato, rendendo questo sito patrimonio Unesco particolarmente unico e speciale. Infatti Ercolano, a lungo e ingiustamente considerata la “sorella minore” di Pompei, conserva ancora reperti straordinari, materiale organico il cui aspetto è leggermente mutato in seguito all’eruzione del 79 d.C, assumendo una forma carbonizzata, ma ancora perfettamente riconoscibile. Questo scrigno quasi intatto ha conservato arredi di ogni genere e piccole chicche come la culla della Casa di Graniano - trovata con i resti di un materassino e, adagiato, lo scheletro di un bambino - che sarà tra le protagoniste dell'esposizione allestita nella Reggia di Portici.
D’altra parte, le domus della città antica erano ricche di arredi di ogni genere, dagli sgabelli con l’impiallacciatura in legno di rosa agli armadi, dalle cassapanche alle panchine e persino ai letti con la rete in legno su cui veniva adagiato il materasso.
Tre nuovi spazi tematici
Ad arricchire l’offerta culturale del Parco saranno tre spazi tematici che approfondiranno il dialogo tra passato e presente. Il mare sarà protagonista del Padiglione della Barca, che ospita una lancia militare, forse parte della missione di salvataggio inviata da Plinio il Vecchio a soccorso della popolazione locale durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., con i suoi straordinari reperti organici. Accanto agli Ori dell’Antiquarium, un altro approfondimento riguarderà il Teatro Antico di Ercolano, raggiungibile passando per gli antichi cunicoli borbonici.
Antico bracciale a semisfere. "SplendOri: il lusso negli ornamenti di Ercolano" | Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
Percorsi multisensoriali, visite ai cantieri e aperitivi
Nella nuova programmazione si inseriscono anche le visite ai cantieri di restauro del Parco, in programma in primavera, i “venerdì di Ercolano”, serate estive con percorsi multisensoriali e, pandemia permettendo, anche una serie di aperitivi tra archeologia e arte contemporanea. Spazio anche alle conferenze e ai seminari tematici, agli eventi MIC e alle iniziative su Facebook. Tra queste, le pillole di storia, definite dal direttore “Lapilli", che forniscono interessanti racconti e curiosità sui gioielli del Parco.
Culla in legno carbonizzata, Ercolano, I sec. d.C © Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei
Intanto vanno avanti anche i restauri e gli scavi che permetteranno al sito di sfoggiare un nuovo percorso di visita che collegherà l’Antica spiaggia, il lido della città romana, alla Villa dei Papiri "con la possibilità di godere del fronte a mare della città dalla stessa prospettiva dalla quale la vedevano gli antichi abitanti".
Infine, ben sei domus si preparano al restauro con la prospettiva di aprire al pubblico entro il 2022. Tra queste la Casa dell’Atrio a Mosaico, la più grande di tutta la città, con un pianoterra che si estendeva per 1300 metri quadrati e una sala da pranzo che non ha eguali in tutta l'area vesuviana.
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