Scavato un nuovo ambiente nella Villa di Civita Giuliana
Gli ultimi di Pompei. Le rivelazioni della Stanza degli Schiavi
Villa romana di Civita Giuliana, gli arredi della Stanza degli Schiavi, ambiente A I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Francesca Grego
21/08/2023
Napoli - Riempite di gesso, le impronte lasciate dalla lava nelle abitazioni di Pompei rivelano arredi e oggetti di duemila anni fa: dettagli a tre dimensioni che raccontano la vita di uomini e donne, compresi gli ultimi, gli schiavi, sui quali si reggevano molte delle attività della colonia. Dopo i ritrovamenti del 2021, che per la prima volta avevano puntato i riflettori sulla servitù, oggi nella Villa romana di Civita Giuliana riemerge un nuovo ambiente, che aggiunge importanti informazioni a quelle già in possesso degli archeologi. La stanza, denominata “ambiente A”, ci parla della gerarchia interna che regolava i rapporti tra gli schiavi, un modo semplice ma efficace per renderli obbedienti, legandoli alla casa senza bisogno di sbarre e catene.
A testimoniare questa storia antica sono i letti rinvenuti nella cameretta: uno è una semplice branda senza nemmeno il materasso, gli altri due sono più costosi e confortevoli: “letti a spalliera” sui quali è ancora possibile intravedere tracce di decorazioni rosse, con ogni probabilità occupati da schiavi di alto rango. Intorno, due piccoli armadi, anch’essi conservati parzialmente come calchi, alcune anfore, vasi in ceramica e diversi attrezzi, tra cui una zappa di ferro.
Villa romana di Civita Giuliana, letto a spalliera nella Stanza degli Schiavi, ambiente A I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Il microscavo di vasi e anfore provenienti dall’ambiente C – la prima stanza degli schiavi di Civita Giuliana, tornata nel 2021 - nel frattempo ha svelato la presenza nella camera di almeno tre roditori: due topolini in un’anfora e un ratto in una brocca posizionata sotto uno dei letti, dalla quale sembra che l’animale cercasse di scappare quando morì nel flusso piroclastico dell’eruzione. Particolari che sottolineano ancora una volta le condizioni di precarietà e disagio in cui vivevano gli ultimi di Pompei.
“Sappiamo che i proprietari usavano diversi privilegi, tra cui anche la possibilità di formare una famiglia, seppure senza alcuna tutela legale, per legare alcuni schiavi più strettamente alla villa, anche con la finalità di averli come alleati nel sorvegliare gli altri”, spiega il direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel: “Quello che emerge qui è la struttura sociale della servitù che doveva impedire fughe e forme di resistenza, anche perché mancano tracce di grate, lucchetti e ceppi. Pare che il controllo avvenisse principalmente tramite l’organizzazione interna della servitù, e non tramite barriere e vincoli fisici”.
Villa romana di Civita Giuliana, oggetti rinvenuti nella Stanza degli Schiavi, ambiente A I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Situata a circa 600 metri dalle mura dell’antica Pompei, la Villa di Civita Giuliana è stata per decenni oggetto di saccheggi sistematici con un danno stimato di quasi 2 milioni di euro. Dal 2017 è al centro di scavi stratigrafici che stanno restituendo reperti e informazioni preziose, mentre resta attiva la collaborazione del Parco con la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale Campania e il Nucleo Investigativo Torre Annunziata dell’Arma dei Carabinieri per contrastare le attività di scavo clandestino.
“Siamo impegnati a continuare le ricerche e progettare la fruizione di un luogo che, come nessun altro del mondo antico, racconta la quotidianità degli ultimi”, prosegue Zuchtriegel: “Il prossimo autunno, in occasione della riapertura dell’Antiquarium di Boscoreale, prevediamo una sala per informare il pubblico sugli scavi in corso, gli stessi che, sotto la direzione del mio predecessore Massimo Osanna hanno portato alla scoperta del carro cerimoniale recentemente in mostra a Roma, alle Terme di Diocleziano”.
Villa romana di Civita Giuliana, la Stanza degli Schiavi, ambiente A I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
A testimoniare questa storia antica sono i letti rinvenuti nella cameretta: uno è una semplice branda senza nemmeno il materasso, gli altri due sono più costosi e confortevoli: “letti a spalliera” sui quali è ancora possibile intravedere tracce di decorazioni rosse, con ogni probabilità occupati da schiavi di alto rango. Intorno, due piccoli armadi, anch’essi conservati parzialmente come calchi, alcune anfore, vasi in ceramica e diversi attrezzi, tra cui una zappa di ferro.
Villa romana di Civita Giuliana, letto a spalliera nella Stanza degli Schiavi, ambiente A I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Il microscavo di vasi e anfore provenienti dall’ambiente C – la prima stanza degli schiavi di Civita Giuliana, tornata nel 2021 - nel frattempo ha svelato la presenza nella camera di almeno tre roditori: due topolini in un’anfora e un ratto in una brocca posizionata sotto uno dei letti, dalla quale sembra che l’animale cercasse di scappare quando morì nel flusso piroclastico dell’eruzione. Particolari che sottolineano ancora una volta le condizioni di precarietà e disagio in cui vivevano gli ultimi di Pompei.
“Sappiamo che i proprietari usavano diversi privilegi, tra cui anche la possibilità di formare una famiglia, seppure senza alcuna tutela legale, per legare alcuni schiavi più strettamente alla villa, anche con la finalità di averli come alleati nel sorvegliare gli altri”, spiega il direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel: “Quello che emerge qui è la struttura sociale della servitù che doveva impedire fughe e forme di resistenza, anche perché mancano tracce di grate, lucchetti e ceppi. Pare che il controllo avvenisse principalmente tramite l’organizzazione interna della servitù, e non tramite barriere e vincoli fisici”.
Villa romana di Civita Giuliana, oggetti rinvenuti nella Stanza degli Schiavi, ambiente A I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Situata a circa 600 metri dalle mura dell’antica Pompei, la Villa di Civita Giuliana è stata per decenni oggetto di saccheggi sistematici con un danno stimato di quasi 2 milioni di euro. Dal 2017 è al centro di scavi stratigrafici che stanno restituendo reperti e informazioni preziose, mentre resta attiva la collaborazione del Parco con la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale Campania e il Nucleo Investigativo Torre Annunziata dell’Arma dei Carabinieri per contrastare le attività di scavo clandestino.
“Siamo impegnati a continuare le ricerche e progettare la fruizione di un luogo che, come nessun altro del mondo antico, racconta la quotidianità degli ultimi”, prosegue Zuchtriegel: “Il prossimo autunno, in occasione della riapertura dell’Antiquarium di Boscoreale, prevediamo una sala per informare il pubblico sugli scavi in corso, gli stessi che, sotto la direzione del mio predecessore Massimo Osanna hanno portato alla scoperta del carro cerimoniale recentemente in mostra a Roma, alle Terme di Diocleziano”.
Villa romana di Civita Giuliana, la Stanza degli Schiavi, ambiente A I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
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