Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Il MANN svela, in un nuovo allestimento, la vita quotidiana nelle città vesuviane
Patera in vetro cammeo, I sec. a.C - I sec. d.C, Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Samantha De Martin
19/02/2020
Napoli - Il bianco e il blu brillante della patera in vetro cammeo, databile tra il I secolo a.C e il I d.C, denota lo status e il prestigio del suo proprietario. Questo piatto, ritrovato nella celebre Casa del Poeta Tragico di Pompei, con ogni probabilità con valore decorativo, conservato finora in deposito e mai esposto prima, si potrà ammirare, per la prima volta al Museo Archeologico Nazionale di Napoli assieme ad altri capolavori provenienti da Pompei.
Appartengono alla collezione degli oggetti della vita quotidiana nelle città vesuviane, da oggi nuovamente fruibili nelle cinque sale attigue alla Meridiana, dopo un accurato restyling.
Le sale 85-89, che ospitano oltre cinquecento reperti databili tra la fine del I sec. a.C. e l'eruzione del 79 d.C., sono state infatti oggetto, dallo scorso dicembre, di lavori di riallestimento. Pur conservando il precedente criterio espositivo, in uso da fine Ottocento e incentrato su categoria di materiali, forme e funzioni dei reperti, la collezione sarà interessata da una serie di novità. Innanzitutto i visitatori potranno fruire di una raccolta di oggetti più ampia, oltre che di un apparato didattico aggiornato (tradotto anche in inglese) e di nuove vetrine che ospitano le opere.
Nel focus espositivo sulla religione domestica è incluso un nuovo nucleo di terrecotte votive (circa dieci pezzi provenienti da Pompei), mentre è stata implementata la selezione di oggetti in osso e avorio.
Il percorso di visita è articolato in cinque segmenti, ciascuno rappresentato da una sala. Gli strumenti chirurgici e quelli da larario si alternano a lucerne, elementi di arredo, ceramica invetriata, ossi, avori, vasellame bronzeo e argenti dalla casa del Menandro, vetri.
''C'è più Pompei da oggi al MANN - commenta il Direttore del Museo, Paolo Giulierini - nella 'nuova' sezione dedicata alla vita quotidiana delle città vesuviane, riaperta a tempo record dopo due mesi, trovano posto reperti mai visti. Come lo straordinario piatto in vetro cameo bianco e blu, numerose terracotte e preziose suppellettili sono 'emerse' dai depositi, il nostro immenso 'giacimento' finalmente oggetto di uno storico riordino. Un lavoro che può definirsi quasi di scavo e di ricerca e che si affianca, in parallelo, a quello del Laboratorio di Restauro interno. Questa collezione unica al mondo ci rivela il gusto per la bellezza ed anche le usanze domestiche di donne e uomini di duemila anni fa”.
Leggi anche:
• Il futuro di Pompei riparte dalla Casa degli Amanti
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Le sale 85-89, che ospitano oltre cinquecento reperti databili tra la fine del I sec. a.C. e l'eruzione del 79 d.C., sono state infatti oggetto, dallo scorso dicembre, di lavori di riallestimento. Pur conservando il precedente criterio espositivo, in uso da fine Ottocento e incentrato su categoria di materiali, forme e funzioni dei reperti, la collezione sarà interessata da una serie di novità. Innanzitutto i visitatori potranno fruire di una raccolta di oggetti più ampia, oltre che di un apparato didattico aggiornato (tradotto anche in inglese) e di nuove vetrine che ospitano le opere.
Nel focus espositivo sulla religione domestica è incluso un nuovo nucleo di terrecotte votive (circa dieci pezzi provenienti da Pompei), mentre è stata implementata la selezione di oggetti in osso e avorio.
Il percorso di visita è articolato in cinque segmenti, ciascuno rappresentato da una sala. Gli strumenti chirurgici e quelli da larario si alternano a lucerne, elementi di arredo, ceramica invetriata, ossi, avori, vasellame bronzeo e argenti dalla casa del Menandro, vetri.
''C'è più Pompei da oggi al MANN - commenta il Direttore del Museo, Paolo Giulierini - nella 'nuova' sezione dedicata alla vita quotidiana delle città vesuviane, riaperta a tempo record dopo due mesi, trovano posto reperti mai visti. Come lo straordinario piatto in vetro cameo bianco e blu, numerose terracotte e preziose suppellettili sono 'emerse' dai depositi, il nostro immenso 'giacimento' finalmente oggetto di uno storico riordino. Un lavoro che può definirsi quasi di scavo e di ricerca e che si affianca, in parallelo, a quello del Laboratorio di Restauro interno. Questa collezione unica al mondo ci rivela il gusto per la bellezza ed anche le usanze domestiche di donne e uomini di duemila anni fa”.
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