La nuova stagione artistica del Museo di Napoli
Il Museo Filangieri inaugura la Primavera del Principe
Il Museo Gaetano Filangieri | Photo by Lorenzo Cabib | Courtesy Museo Civico Gaetano Filangieri
Samantha De Martin
12/04/2017
Napoli - Gaetano Filangieri, l' “illuminato” mecenate delle arti, nipote dell'illustre giurista, sarebbe contento di vedere il museo da lui fondato nel 1888 inaugurare, a distanza di oltre 100 anni, una nuova primavera artistica caratterizzata da una ricca stagione di mostre e appuntamenti.
Ne è sicuro anche Guidi Cabib, direttore artistico e creativo del Museo Civico Gaetano Filangieri di Napoli, che ha fortemente creduto nel progetto di valorizzazione della figura dell'illustre fondatore, il principe di Satriano, non un semplice collezionista, ma un lungimirante innovatore, espressione delle più vive azioni di politica industriale nel meridione del XIX secolo.
Lo spirito del principe filantropo, nipote dell'illustre Gaetano inserito da Goethe tra quei giovani “degni di stima che hanno di mira la felicità degli uomini”, rivive al Museo di via Duomo che, dal 13 aprile al 31 dicembre inaugura con La Primavera del Principe. Un uomo nuovo, figlio delle sue opere, una stagione all'insegna dell'arte.
Incanto, stupore, meraviglia. È da queste tre radici che il Museo Filangieri, allestito nel quattrocentesco Palazzo Como, riconsegnato definitivamente alla città nel 2015 dopo alcuni anni di chiusura, riparte nel solco della volontà di quel Principe appassionato d'arte che dedicò gran parte della propria vita alla collezione di opere. Una figura indissolubilmente legata all'istituzione, a Napoli, del Museo Artistico Industriale, un modello europeo che ha consentito ai giovani di formarsi nell'oreficeria, nell'ebanisteria, nella ceramica, nella lavorazione dei metalli, in quell'ambizioso tentativo di affiancare l'artigianato all'industria.
«L'arte è una - sosteneva il Principe nella sua relazione all'inaugurazione del Museo Artistico Industriale nel 1879 -. Il suo principio si estende dalle più alte creazioni dei grandi artisti ai prodotti più infimi manuali dell'artigianato». Per chiudere la sua relazione sul Museo Artistico Industriale, Filangieri, ricorrendo anche a un aforisma di Marco Tullio Cicerone, aveva offerto un'altra definizione di arte, cosiderata un mezzo per soddisfare colui «che va in cerca del bello e del vero, e che fa raggiungere quella condizione che ben gli antichi dipinsero con la simpatica frase Otium cum dignitate». Non c'era quindi espressione migliore per racchiudere il significato della mostra dedicata all'artista Andrea Salvatori, intitolata proprio Otium cum dignitate, pezzo forte del progetto, allestita nelle sale del Museo Civico dal prossimo 4 maggio, a cura del direttore artistico del Museo Filangieri, Guido Cabib.
«Il mio pensiero è andato subito alle sculture di Andrea Salvatori - spiega Cabib - che da ceramista diventa scultore, ossia solo nominalmente passa da artista dedito alle arti applicate ad artista maggiore, dedito pur sempre alle arti applicate». L'artista di Faenza, diplomatosi in scultura all'Accademia di Belle Arti di Bologna utilizza la sua collezione di statuine di porcellana recuperate nei mercatini dell'usato dove ama passeggiare, ma risemantizzate e ristoricizzate dalla creatività del suo intervento scultoreo.
«Salvatori - spiega Cabib - usa la ceramica in modo burlesco, ludico, divertente, rilassando e offrendo uno spaccato del suo percorso artistico». Nel corso della mostra al Museo Filangieri, tra le sculture a forma di vaso verrà presentato il Vaso Filangieri. L'artista assembla due vasi in modo che uno funga da tappo per l'altro: una burla che toglie all'oggetto la sua funzionalità recuperando tuttavia la semantica di una ceramica espressione di un raffinato tecnicismo. L'arte gentile dell'artista di Faenza assume così un fine “etico” e “paideutico”, insegna e diletta attraverso un umorismo fatto di buon senso che coniuga cum dignitate e senza opposizioni ideologiche il creativo concetto di otium all'attività del negotium.
Le raffinate sculture di Andrea Salvatori dialogheranno, nelle vetrine del ballatoio della sala Agata, con circa 500 pezzi , tra ceramiche e porcellane, provenienti da tutta Europa.
Tra le altre iniziative che inaugureranno “La Primavera del Principe”, anche la rete Artefici, il gruppo di artigiani, artisti, designer selezionati per promuovere l'immagine del museo nel mondo con le loro crazioni create ad hoc per la linea “GF The Prince Museum Inspired Luxury Gifts”, ispirate alle collezioni del Filangieri.
Un nucleo di ceramiche di grande pregio, esposte per la prima volta all'interno del museo, caratterizzerà la mostra Poesia del lavoro, ceramiche a Napoli tra modernità e innovazione 1882-1892, a cura della studiosa di ceramica e di Arti applicate, Maria Grazia Gargiulo. Undici opere in ceramica, realizzate da artisti che operavano presso il Museo Artistico Industriale di Napoli tra il 1882 e il 1892 - verranno affiancate a quelle già presenti. «Tra queste - anticipa Cabib - anche un meraviglioso camino che incarna la sintesi tra ebanisteria, maiolica, rame, bronzo». Oltre a questi oggetti allestiti in occasione della mostra, il visitatore potrà apprezzare la collezione permanente del museo - che conta circa 4mila oggetti tra maoliche, porcellane, armature, medaglie, in gran parte frutto di generose donazioni avvenute nel tempo - ma anche un centinaio di pezzi della collezione originaria, una ricca pinacoteca con capolavori che spaziano dal XVI al XVIII secolo e oltre 3mila monete d'epoca, dalla dominazione bizantina a quelle coniate dalla Zecca di Napoli.
Impresa familiare. Educazione, formazione e sviluppo territoriale nel Museo Filangieri a cura di Nadia Barrella, è un'altra iniziativa frutto della ricca primavera del Museo Filangieri. Si tratta di un percorso che pone l'attenzione sulle idee innovative messe in campo dai Filangieri - il filosofo Gaetano, il generale Carlo e il fondatore del Museo, Gaetano - per contribuire alla trasformazione sociale ed economica di Napoli.
Alcuni “segni” presenti nel museo offrono importanti spunti di riflessione su tutte quelle realtà imprenditoriali in grado di promuovere, oggi, lo sviluppo della città. L'obiettivo è quello di valorizzare la generosa opera iniziata dall'illustre famiglia, nell'amorevole tentativo di promuovere l'arte come mezzo per migliorare la vita attraverso la ricerca del bello.
Vedi anche:
• Claudio Massini. Conversazioni con il Principe
• FOTO: Claudio Massini. Conversazioni con il Principe
• Impresa Familiare. Educazione, formazione e sviluppo territoriale nel Museo Filangieri
• Poesia del Lavoro. Ceramiche a Napoli tra modernità e innovazione 1882 - 1892
• Otium cum dignitate. Andrea Salvatori - Scultore
• La sublime eleganza dell'otium
• Museo Civico Gaetano Filangieri
Ne è sicuro anche Guidi Cabib, direttore artistico e creativo del Museo Civico Gaetano Filangieri di Napoli, che ha fortemente creduto nel progetto di valorizzazione della figura dell'illustre fondatore, il principe di Satriano, non un semplice collezionista, ma un lungimirante innovatore, espressione delle più vive azioni di politica industriale nel meridione del XIX secolo.
Lo spirito del principe filantropo, nipote dell'illustre Gaetano inserito da Goethe tra quei giovani “degni di stima che hanno di mira la felicità degli uomini”, rivive al Museo di via Duomo che, dal 13 aprile al 31 dicembre inaugura con La Primavera del Principe. Un uomo nuovo, figlio delle sue opere, una stagione all'insegna dell'arte.
Incanto, stupore, meraviglia. È da queste tre radici che il Museo Filangieri, allestito nel quattrocentesco Palazzo Como, riconsegnato definitivamente alla città nel 2015 dopo alcuni anni di chiusura, riparte nel solco della volontà di quel Principe appassionato d'arte che dedicò gran parte della propria vita alla collezione di opere. Una figura indissolubilmente legata all'istituzione, a Napoli, del Museo Artistico Industriale, un modello europeo che ha consentito ai giovani di formarsi nell'oreficeria, nell'ebanisteria, nella ceramica, nella lavorazione dei metalli, in quell'ambizioso tentativo di affiancare l'artigianato all'industria.
«L'arte è una - sosteneva il Principe nella sua relazione all'inaugurazione del Museo Artistico Industriale nel 1879 -. Il suo principio si estende dalle più alte creazioni dei grandi artisti ai prodotti più infimi manuali dell'artigianato». Per chiudere la sua relazione sul Museo Artistico Industriale, Filangieri, ricorrendo anche a un aforisma di Marco Tullio Cicerone, aveva offerto un'altra definizione di arte, cosiderata un mezzo per soddisfare colui «che va in cerca del bello e del vero, e che fa raggiungere quella condizione che ben gli antichi dipinsero con la simpatica frase Otium cum dignitate». Non c'era quindi espressione migliore per racchiudere il significato della mostra dedicata all'artista Andrea Salvatori, intitolata proprio Otium cum dignitate, pezzo forte del progetto, allestita nelle sale del Museo Civico dal prossimo 4 maggio, a cura del direttore artistico del Museo Filangieri, Guido Cabib.
«Il mio pensiero è andato subito alle sculture di Andrea Salvatori - spiega Cabib - che da ceramista diventa scultore, ossia solo nominalmente passa da artista dedito alle arti applicate ad artista maggiore, dedito pur sempre alle arti applicate». L'artista di Faenza, diplomatosi in scultura all'Accademia di Belle Arti di Bologna utilizza la sua collezione di statuine di porcellana recuperate nei mercatini dell'usato dove ama passeggiare, ma risemantizzate e ristoricizzate dalla creatività del suo intervento scultoreo.
«Salvatori - spiega Cabib - usa la ceramica in modo burlesco, ludico, divertente, rilassando e offrendo uno spaccato del suo percorso artistico». Nel corso della mostra al Museo Filangieri, tra le sculture a forma di vaso verrà presentato il Vaso Filangieri. L'artista assembla due vasi in modo che uno funga da tappo per l'altro: una burla che toglie all'oggetto la sua funzionalità recuperando tuttavia la semantica di una ceramica espressione di un raffinato tecnicismo. L'arte gentile dell'artista di Faenza assume così un fine “etico” e “paideutico”, insegna e diletta attraverso un umorismo fatto di buon senso che coniuga cum dignitate e senza opposizioni ideologiche il creativo concetto di otium all'attività del negotium.
Le raffinate sculture di Andrea Salvatori dialogheranno, nelle vetrine del ballatoio della sala Agata, con circa 500 pezzi , tra ceramiche e porcellane, provenienti da tutta Europa.
Tra le altre iniziative che inaugureranno “La Primavera del Principe”, anche la rete Artefici, il gruppo di artigiani, artisti, designer selezionati per promuovere l'immagine del museo nel mondo con le loro crazioni create ad hoc per la linea “GF The Prince Museum Inspired Luxury Gifts”, ispirate alle collezioni del Filangieri.
Un nucleo di ceramiche di grande pregio, esposte per la prima volta all'interno del museo, caratterizzerà la mostra Poesia del lavoro, ceramiche a Napoli tra modernità e innovazione 1882-1892, a cura della studiosa di ceramica e di Arti applicate, Maria Grazia Gargiulo. Undici opere in ceramica, realizzate da artisti che operavano presso il Museo Artistico Industriale di Napoli tra il 1882 e il 1892 - verranno affiancate a quelle già presenti. «Tra queste - anticipa Cabib - anche un meraviglioso camino che incarna la sintesi tra ebanisteria, maiolica, rame, bronzo». Oltre a questi oggetti allestiti in occasione della mostra, il visitatore potrà apprezzare la collezione permanente del museo - che conta circa 4mila oggetti tra maoliche, porcellane, armature, medaglie, in gran parte frutto di generose donazioni avvenute nel tempo - ma anche un centinaio di pezzi della collezione originaria, una ricca pinacoteca con capolavori che spaziano dal XVI al XVIII secolo e oltre 3mila monete d'epoca, dalla dominazione bizantina a quelle coniate dalla Zecca di Napoli.
Impresa familiare. Educazione, formazione e sviluppo territoriale nel Museo Filangieri a cura di Nadia Barrella, è un'altra iniziativa frutto della ricca primavera del Museo Filangieri. Si tratta di un percorso che pone l'attenzione sulle idee innovative messe in campo dai Filangieri - il filosofo Gaetano, il generale Carlo e il fondatore del Museo, Gaetano - per contribuire alla trasformazione sociale ed economica di Napoli.
Alcuni “segni” presenti nel museo offrono importanti spunti di riflessione su tutte quelle realtà imprenditoriali in grado di promuovere, oggi, lo sviluppo della città. L'obiettivo è quello di valorizzare la generosa opera iniziata dall'illustre famiglia, nell'amorevole tentativo di promuovere l'arte come mezzo per migliorare la vita attraverso la ricerca del bello.
Vedi anche:
• Claudio Massini. Conversazioni con il Principe
• FOTO: Claudio Massini. Conversazioni con il Principe
• Impresa Familiare. Educazione, formazione e sviluppo territoriale nel Museo Filangieri
• Poesia del Lavoro. Ceramiche a Napoli tra modernità e innovazione 1882 - 1892
• Otium cum dignitate. Andrea Salvatori - Scultore
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