Fino al 2 maggio al Museo Archeologico Nazionale di Napoli
L'omaggio del MANN a Dante è nel segno della "divina archeologia"
Allestimento della mostra Divina Archeologia. Mitologia e storia della Commedia di Dante nelle collezioni del MANN | Foto: © Valentina Cosentino | Courtesy MANN
Samantha De Martin
06/12/2021
Napoli - Lo sguardo di Dante, ospite della sala dei Culti Orientali del MANN, immortalato dal pittore Paolo Vetri, dà il benvenuto allo spettatore, accogliendolo tra i 56 reperti che animano la mostra Divina archeologia.
Nell’anno che celebra i sette secoli dalla morte del Sommo, anche il Museo Archeologico Nazionale di Napoli rende omaggio all’Alighieri attraverso un’ideale connessione tra iconografia classica, cultura medioevale e sensibilità contemporanea.
Fino al 2 maggio il percorso Divina Archeologia. Mitologia e storia della Commedia di Dante nelle collezioni del MANN, a cura di Valentina Cosentino, accompagna gli ospiti del museo tra i vasi, le statue, le monete che Dante riuscì a fare rivivere, seppur senza vederli con i propri occhi, ricreandone la suggestione visiva con la forza della parola.
Il lungimirante cantore dell’epopea umana fu tra i primi ad aver avanzato, nel Medioevo, una riflessione sulla cultura antica basandosi sulle fonti letterarie, quando non esisteva ancora una “coscienza archeologica”.
Allestimento della mostra Divina Archeologia. Mitologia e storia della Commedia di Dante nelle collezioni del MANN | Foto: © Valentina Cosentino | Courtesy MANN
Grazie alla rete con l'Ateneo Federiciano saranno presentate in mostra le immagini fotografiche ad alta risoluzione delle miniature presenti in alcuni manoscritti medioevali del poema dantesco. I codici, che entrano nella banca dati internazionale dell'Illuminated Dante Project, permetteranno di confrontare i reperti con la rilettura trecentesca della cultura classica.
Il QR code, posto accanto alle digitalizzazioni delle miniature, consentirà di sfogliare l'intero testimone da cui è tratta la decorazione.
Dante non solo avvicina, nell'aldilà, i suoi contemporanei ai personaggi del passato, ma per la prima volta introduce nel mondo ultraterreno figure e ambientazioni che risentono degli echi dalla cultura classica. Nell’osmosi culturale della Commedia i poeti pagani Virgilio e Stazio affiancano san Bernardo di Chiaravalle e Beatrice come guide oltremondane.
Nella prima sezione del percorso espositivo del MANN, dedicata ai racconti del mito, sono perciò narrati cinque personaggi: Achille, Ercole, Teseo, Enea, Ulisse. Se il Pelìde sbuca in mostra dall'affresco di IV stile in cui l'eroe greco viene educato dal centauro Chirone o attraverso un'anfora (550-500 a.C.) con raffigurazione di Achille e del cugino Aiace mentre giocano a dadi, forse interrogando il destino, Eracle l'invincibile, nominato più volte da Dante che ne cita le dodici fatiche, fa capolino da due tazze in argento (dalla casa del Menadro di Pompei, seconda metà I sec. a.C.) o dal cratere a figure rosse (490-480 a.C., già collezione Shelby White).
Allestimento della mostra Divina Archeologia. Mitologia e storia della Commedia di Dante nelle collezioni del MANN | Foto: © Valentina Cosentino | Courtesy MANN
Se nella Commedia Teseo liberatore viene ricordato, più che le imprese, per i personaggi a lui collegati, Minosse e il Minotauro, l’arte antica illustra quasi tutti i momenti del mito in una sorta di story board, attraverso l'affresco in IV stile con Arianna che porge il filo a Teseo, l'oinochoe con Teseo e il Minotauro, il dipinto su marmo (inizi I sec. d.C.) che ritrae l’eroe con un centauro.
Il "pio" Enea, divenuto immortale grazie all’elaborazione romana del mito, si fa spazio in mostra attraverso la terracotta (prima metà I sec. d.C.) con Enea e Anchise, o attraverso l'iscrizione onoraria con elogio di Enea (prima metà I sec. a.C.). A chiudere la prima sezione del percorso è invece il multiforme ingegno di Ulisse. La sua frase, “Io sono Nessuno” riassume l'arguzia dell’eroe dai mille inganni ma anche del guerriero risolutivo nel conflitto decennale contro Troia.
Una miniatura, digitalizzata da un manoscritto conservato presso la Biblioteca del Castello di Chantilly, apre questo segmento della mostra. Francesco Traini e bottega raffigurano l'incontro di Dante e Virgilio con Ulisse e Diomede avvolti tra le fiamme. Da non perdere il disegno en bas de page che compare in un altro testimone medioevale che raffigura il naufragio di Ulisse al di fuori delle Colonne d'Ercole.
Allestimento della mostra Divina Archeologia. Mitologia e storia della Commedia di Dante nelle collezioni del MANN | Foto: © Valentina Cosentino | Courtesy MANN
Nel viaggio ultraterreno, Dante e Virgilio incontrano molteplici personaggi del mito e della storia che riflettono la sapiente operazione di sincretismo culturale del sommo poeta. A loro guarda la seconda sezione della mostra che segue un itinerario della fantasia, con incursioni nel presente di Dante, tra mostri, dei, figure della storia antica, poeti, scrittori che l'Alighieri scolpisce per sempre nelle proprie terzine.
L’Inferno esplode dalle placche bronzee con Centauro e centauressa (I sec. d.C.), mentre l'intonaco dipinto ad affresco con testa di Medusa (dalla Villa dei Papiri di Ercolano) affianca un focus sulle Arpie, grazie al rimando tra una kalpis a figure rosse (480-470 a.C., pittore di Kleophrades) e la miniatura tratta da un testimone della Bodleian Library di Londra.
Gli dei fanno invece capolino nelle sale del MANN attraverso l’Apollo in bronzo dall'omonima domus di Pompei e appartenente alle Collezioni del Museo o con la Fortuna Stante in bronzo (I sec. d.C.).
Chiude il percorso un omaggio al valore della filosofia e della poesia, come perenne trait d'union fra le arti racchiuso nei busti in marmo di Omero (II sec. d.C.), Socrate (I sec. d.C.) o nel celebre rilievo con Orfeo e Euridice.
A "canonizzare" questo consesso di sapienza tra passato antico e cultura medioevale la miniatura con Dante nella schiera dei poeti, digitalizzata da un manoscritto (XIV sec.) della Biblioteca dei Girolamini.
Allestimento della mostra Divina Archeologia. Mitologia e storia della Commedia di Dante nelle collezioni del MANN | Foto: © Valentina Cosentino | Courtesy MANN
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• Il MANN vola in Giappone per una grande mostra itinerante nel segno di Pompei
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Fino al 2 maggio il percorso Divina Archeologia. Mitologia e storia della Commedia di Dante nelle collezioni del MANN, a cura di Valentina Cosentino, accompagna gli ospiti del museo tra i vasi, le statue, le monete che Dante riuscì a fare rivivere, seppur senza vederli con i propri occhi, ricreandone la suggestione visiva con la forza della parola.
Il lungimirante cantore dell’epopea umana fu tra i primi ad aver avanzato, nel Medioevo, una riflessione sulla cultura antica basandosi sulle fonti letterarie, quando non esisteva ancora una “coscienza archeologica”.
Allestimento della mostra Divina Archeologia. Mitologia e storia della Commedia di Dante nelle collezioni del MANN | Foto: © Valentina Cosentino | Courtesy MANN
Grazie alla rete con l'Ateneo Federiciano saranno presentate in mostra le immagini fotografiche ad alta risoluzione delle miniature presenti in alcuni manoscritti medioevali del poema dantesco. I codici, che entrano nella banca dati internazionale dell'Illuminated Dante Project, permetteranno di confrontare i reperti con la rilettura trecentesca della cultura classica.
Il QR code, posto accanto alle digitalizzazioni delle miniature, consentirà di sfogliare l'intero testimone da cui è tratta la decorazione.
Dante non solo avvicina, nell'aldilà, i suoi contemporanei ai personaggi del passato, ma per la prima volta introduce nel mondo ultraterreno figure e ambientazioni che risentono degli echi dalla cultura classica. Nell’osmosi culturale della Commedia i poeti pagani Virgilio e Stazio affiancano san Bernardo di Chiaravalle e Beatrice come guide oltremondane.
Nella prima sezione del percorso espositivo del MANN, dedicata ai racconti del mito, sono perciò narrati cinque personaggi: Achille, Ercole, Teseo, Enea, Ulisse. Se il Pelìde sbuca in mostra dall'affresco di IV stile in cui l'eroe greco viene educato dal centauro Chirone o attraverso un'anfora (550-500 a.C.) con raffigurazione di Achille e del cugino Aiace mentre giocano a dadi, forse interrogando il destino, Eracle l'invincibile, nominato più volte da Dante che ne cita le dodici fatiche, fa capolino da due tazze in argento (dalla casa del Menadro di Pompei, seconda metà I sec. a.C.) o dal cratere a figure rosse (490-480 a.C., già collezione Shelby White).
Allestimento della mostra Divina Archeologia. Mitologia e storia della Commedia di Dante nelle collezioni del MANN | Foto: © Valentina Cosentino | Courtesy MANN
Se nella Commedia Teseo liberatore viene ricordato, più che le imprese, per i personaggi a lui collegati, Minosse e il Minotauro, l’arte antica illustra quasi tutti i momenti del mito in una sorta di story board, attraverso l'affresco in IV stile con Arianna che porge il filo a Teseo, l'oinochoe con Teseo e il Minotauro, il dipinto su marmo (inizi I sec. d.C.) che ritrae l’eroe con un centauro.
Il "pio" Enea, divenuto immortale grazie all’elaborazione romana del mito, si fa spazio in mostra attraverso la terracotta (prima metà I sec. d.C.) con Enea e Anchise, o attraverso l'iscrizione onoraria con elogio di Enea (prima metà I sec. a.C.). A chiudere la prima sezione del percorso è invece il multiforme ingegno di Ulisse. La sua frase, “Io sono Nessuno” riassume l'arguzia dell’eroe dai mille inganni ma anche del guerriero risolutivo nel conflitto decennale contro Troia.
Una miniatura, digitalizzata da un manoscritto conservato presso la Biblioteca del Castello di Chantilly, apre questo segmento della mostra. Francesco Traini e bottega raffigurano l'incontro di Dante e Virgilio con Ulisse e Diomede avvolti tra le fiamme. Da non perdere il disegno en bas de page che compare in un altro testimone medioevale che raffigura il naufragio di Ulisse al di fuori delle Colonne d'Ercole.
Allestimento della mostra Divina Archeologia. Mitologia e storia della Commedia di Dante nelle collezioni del MANN | Foto: © Valentina Cosentino | Courtesy MANN
Nel viaggio ultraterreno, Dante e Virgilio incontrano molteplici personaggi del mito e della storia che riflettono la sapiente operazione di sincretismo culturale del sommo poeta. A loro guarda la seconda sezione della mostra che segue un itinerario della fantasia, con incursioni nel presente di Dante, tra mostri, dei, figure della storia antica, poeti, scrittori che l'Alighieri scolpisce per sempre nelle proprie terzine.
L’Inferno esplode dalle placche bronzee con Centauro e centauressa (I sec. d.C.), mentre l'intonaco dipinto ad affresco con testa di Medusa (dalla Villa dei Papiri di Ercolano) affianca un focus sulle Arpie, grazie al rimando tra una kalpis a figure rosse (480-470 a.C., pittore di Kleophrades) e la miniatura tratta da un testimone della Bodleian Library di Londra.
Gli dei fanno invece capolino nelle sale del MANN attraverso l’Apollo in bronzo dall'omonima domus di Pompei e appartenente alle Collezioni del Museo o con la Fortuna Stante in bronzo (I sec. d.C.).
Chiude il percorso un omaggio al valore della filosofia e della poesia, come perenne trait d'union fra le arti racchiuso nei busti in marmo di Omero (II sec. d.C.), Socrate (I sec. d.C.) o nel celebre rilievo con Orfeo e Euridice.
A "canonizzare" questo consesso di sapienza tra passato antico e cultura medioevale la miniatura con Dante nella schiera dei poeti, digitalizzata da un manoscritto (XIV sec.) della Biblioteca dei Girolamini.
Allestimento della mostra Divina Archeologia. Mitologia e storia della Commedia di Dante nelle collezioni del MANN | Foto: © Valentina Cosentino | Courtesy MANN
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