A Napoli fino al 29 ottobre
Omaggio a Schifano: la grande mostra alle Gallerie d'Italia
Mario Schifano. Il nuovo immaginario. 1960-1990. Foto Roberto Serra I Courtesy Gallerie d'Italia
Francesca Grego
05/06/2023
Napoli - I Rolling Stones, suoi amici, gli dedicarono Monkey Man. Goffredo Parise lo definì “un piccolo puma di cui non si sospetta la muscolatura e lo scatto, che lascia dietro di sé l’impronta nitida e misteriosa dell’eleganza”. Imprevedibile, inquieto, poliedrico, esuberante, Mario Schifano ha segnato un’epoca e anticipato il futuro, accreditandosi come uno degli artisti più influenti della seconda metà del XX secolo. Lo racconta la mostra inaugurata da pochi giorni alle Gallerie d’Italia di Napoli, con prestiti da istituzioni come il Museo del Novecento di Milano o la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro a Venezia, e naturalmente con le opere della collezione di Intesa Sanpaolo, che di Schifano possiede autentici capolavori.
I dipinti in mostra sono oltre 50 e coprono quasi interamente la carriera del celebre artista Pop: dai primi, rari monocromi degli anni Sessanta alle opere degli anni Ottanta, che evidenziano una vena creativa pressoché inesauribile anche in età matura.
A cura di Luca Massimo Barbero, Mario Schifano. Il nuovo immaginario. 1960-1990 tocca i punti nevralgici della ricerca del “pittore puma” in un percorso tematico e cronologico. L’esordio è dedicato ai dipinti monocromi degli inizi, in cui si avverte l’influenza dei vasi antichi conosciuti presso il Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma, dove il giovane Schifano lavorava come restauratore. L’interesse per l’inquadratura, lo schermo, il particolare è già evidente. Troviamo qui alcune opere molto rare provenienti dalla Collezione Luigi e Peppino Agrati, oggi nel patrimonio di Intesa Sanpaolo.
Al Caffè Rosati, ritrovo degli artisti della Scuola di Piazza del Popolo (Tano Festa, Franco Angeli e Mimmo Rotella, tra gli altri), Schifano incontrerà la giovane e bellissima modella Anita Pallenberg, con la quale farà il suo primo viaggio in America. Dopo l’incontro con Andy Warhol, la Pop Art attraverserà l’Atlantico e approderà in Italia in una versione nuova e originale. È questo il periodo delle “insegne”, rappresentato in mostra da dipinti iconici dedicati a marchi come Esso o Coca Cola. I grandi Paesaggi italiani come Ultimo Autunno sono già dietro l’angolo, mentre la tela Futurismo rivisitato rende omaggio a Balla, Severini e compagni.
"Mario Schifano. Il nuovo immaginario. 1960-1990". Foto Roberto Serra I Courtesy Gallerie d'Italia
Costituzionalmente aperto ai linguaggi futuro, negli anni Settanta Schifano comprende il potere e il potenziale del piccolo schermo: nascono così i Paesaggi TV, che, rivedendo la pittura attraverso l’utilizzo della macchina fotografica e l’emulsione del colore sulla tela, ripropongono fatti di cronaca, arte e pubblicità. Come in una moderna quadreria, immagini catturate direttamente dal tubo catodico si allineano sulle pareti: tele simili a schermi televisivi da cui emergono immagini fantasmatiche che evocano maestri come Giorgio De Chirico, Leonardo Da Vinci, Pablo Picasso.
Il Salone Toledo, al piano terra, dà il benvenuto ai visitatori con Festa Cinese, opera cruciale e gigantesca di oltre sette metri, per poi riunire in un allestimento scenografico gli ultimi tre decenni della produzione di Schifano. Qui, tra opere di grande formato, si possono ammirare quadri emblematici come Gaston a cavallo, Gigli d’acqua, Acerbo. Colossali teleri contemporanei esprimono la rinnovata attrazione verso lo schermo e i media, testimonianza di un’energia creativa che perdura negli anni della maturità.
“Siamo lieti di festeggiare il primo anno di attività delle nuove Gallerie d’Italia a Napoli rendendo omaggio a Mario Schifano, grande interprete dell’arte italiana e internazionale del secondo Novecento”, ha dichiarato il Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli: “Accanto a prestigiosi prestiti, la mostra presenta un significativo nucleo di opere di proprietà di Intesa Sanpaolo, tra cui alcuni capolavori della Collezione Luigi e Peppino Agrati. L’esuberante vitalità dell’arte di Schifano trova piena valorizzazione nei monumentali spazi del museo di via Toledo, che si conferma luogo di importanti progetti espositivi, capaci di contribuire alla vivacità culturale di una delle città più amate e visitate al mondo”.
"Mario Schifano. Il nuovo immaginario. 1960-1990". Foto Roberto Serra I Courtesy Gallerie d'Italia
I dipinti in mostra sono oltre 50 e coprono quasi interamente la carriera del celebre artista Pop: dai primi, rari monocromi degli anni Sessanta alle opere degli anni Ottanta, che evidenziano una vena creativa pressoché inesauribile anche in età matura.
A cura di Luca Massimo Barbero, Mario Schifano. Il nuovo immaginario. 1960-1990 tocca i punti nevralgici della ricerca del “pittore puma” in un percorso tematico e cronologico. L’esordio è dedicato ai dipinti monocromi degli inizi, in cui si avverte l’influenza dei vasi antichi conosciuti presso il Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma, dove il giovane Schifano lavorava come restauratore. L’interesse per l’inquadratura, lo schermo, il particolare è già evidente. Troviamo qui alcune opere molto rare provenienti dalla Collezione Luigi e Peppino Agrati, oggi nel patrimonio di Intesa Sanpaolo.
Al Caffè Rosati, ritrovo degli artisti della Scuola di Piazza del Popolo (Tano Festa, Franco Angeli e Mimmo Rotella, tra gli altri), Schifano incontrerà la giovane e bellissima modella Anita Pallenberg, con la quale farà il suo primo viaggio in America. Dopo l’incontro con Andy Warhol, la Pop Art attraverserà l’Atlantico e approderà in Italia in una versione nuova e originale. È questo il periodo delle “insegne”, rappresentato in mostra da dipinti iconici dedicati a marchi come Esso o Coca Cola. I grandi Paesaggi italiani come Ultimo Autunno sono già dietro l’angolo, mentre la tela Futurismo rivisitato rende omaggio a Balla, Severini e compagni.
"Mario Schifano. Il nuovo immaginario. 1960-1990". Foto Roberto Serra I Courtesy Gallerie d'Italia
Costituzionalmente aperto ai linguaggi futuro, negli anni Settanta Schifano comprende il potere e il potenziale del piccolo schermo: nascono così i Paesaggi TV, che, rivedendo la pittura attraverso l’utilizzo della macchina fotografica e l’emulsione del colore sulla tela, ripropongono fatti di cronaca, arte e pubblicità. Come in una moderna quadreria, immagini catturate direttamente dal tubo catodico si allineano sulle pareti: tele simili a schermi televisivi da cui emergono immagini fantasmatiche che evocano maestri come Giorgio De Chirico, Leonardo Da Vinci, Pablo Picasso.
Il Salone Toledo, al piano terra, dà il benvenuto ai visitatori con Festa Cinese, opera cruciale e gigantesca di oltre sette metri, per poi riunire in un allestimento scenografico gli ultimi tre decenni della produzione di Schifano. Qui, tra opere di grande formato, si possono ammirare quadri emblematici come Gaston a cavallo, Gigli d’acqua, Acerbo. Colossali teleri contemporanei esprimono la rinnovata attrazione verso lo schermo e i media, testimonianza di un’energia creativa che perdura negli anni della maturità.
“Siamo lieti di festeggiare il primo anno di attività delle nuove Gallerie d’Italia a Napoli rendendo omaggio a Mario Schifano, grande interprete dell’arte italiana e internazionale del secondo Novecento”, ha dichiarato il Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli: “Accanto a prestigiosi prestiti, la mostra presenta un significativo nucleo di opere di proprietà di Intesa Sanpaolo, tra cui alcuni capolavori della Collezione Luigi e Peppino Agrati. L’esuberante vitalità dell’arte di Schifano trova piena valorizzazione nei monumentali spazi del museo di via Toledo, che si conferma luogo di importanti progetti espositivi, capaci di contribuire alla vivacità culturale di una delle città più amate e visitate al mondo”.
"Mario Schifano. Il nuovo immaginario. 1960-1990". Foto Roberto Serra I Courtesy Gallerie d'Italia
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