A Padova dal 16 dicembre al 12 maggio

Da Monet a Matisse, la grande arte del Brooklyn Museum in arrivo a Palazzo Zabarella

Alfred Sisley, Inondazione a Moret, 1879, Olio su tela, 71.8 x 54 cm, Brooklyn Museum | Foto: © Brooklyn Museum
 

Samantha De Martin

06/11/2023

Padova - L’inverno di Palazzo Zabarella si appresta a ripercorrere uno dei secoli più affascinanti della storia dell’arte, quando i pittori si allontanarono dalla tradizione artistica accademica per concentrarsi su soggetti della vita quotidiana.
Sotto la lente la Francia, centro artistico del modernismo internazionale dalla metà dell’Ottocento alla metà del Novecento.
Dal 16 dicembre al 12 maggio il percorso Da Monet a Matisse. French Moderns, 1850–1950 accoglierà 59 opere provenienti dalla straordinaria collezione europea del Brooklyn Museum. Fondata nel 1823 come Brooklyn Apprentices' Library Association, riconosciuta come uno dei principali depositari del modernismo francese del nord America, l’istituzione newyorkese vanta una collezione permanente di oltre 140mila oggetti (dall’arte egizia a quella contemporanea).

Organizzata da Lisa Small, curator senior di Arte Europea, e Richard Aste, ex curatore di Arte Europea del Brooklyn Museum, che hanno selezionato i capolavori presenti in mostra, l’esposizione abbraccerà dipinti e sculture frutto dei pennelli dei principali artisti dell’epoca, da Pierre Bonnard a Gustave Caillebotte, da Paul Cézanne a Marc Chagall, da Gustave Courbet a Henri Matisse, da Claude Monet a Berthe Morisot.


Berthe Morisot, Madame Boursier e sua figlia, 1873 circa, Olio su tela, 56.8 x 74.5, Brooklyn Museum | Foto: © Sarah DeSantis, Brooklyn Museum

Seguendo i movimenti d'avanguardia che hanno definito l'arte moderna dalla fine del XIX secolo alla metà del XX secolo segnando un passaggio formale e concettuale dalla rappresentazione del pittorico all'evocazione dell'idea, da un focus sul naturalismo all'ascesa dell'astrazione, il pubblico apprezzerà esempi dei movimenti chiave del periodo - realismo, impressionismo, post-impressionismo, simbolismo, fauvismo, cubismo e surrealismo - sbocciati a Parigi e dintorni tra il 1850 e il 1950.
Articolata in quattro sezioni - Paesaggio, Natura morta, Ritratti e figure, e Il nudo - la mostra si apre con il meticoloso realismo dei pittori accademici come Gérôme e Bouguereau, per cedere il passo alle pennellate più sciolte della generazione di Millet e Boudin, alle spiagge della Normandia e ai contadini nei dintorni di Parigi, a Sisley e Pissarro che descrivono le prove, gli errori e le innovazioni del primo modernismo.
Se gli Impressionisti, guidati da Monet, Renoir, Cézanne e Degas, hanno rivoluzionato le convenzioni del soggetto e dello stile, immortalando su tela scene quotidiane con colori vivaci e pennellate espressive, la generazione successiva ha consentito al colore, alla forma e alla pennellata di avere la precedenza sul soggetto. Attraverso capolavori di Matisse, Bonnard, Chagall e gli altri che si trasferirono a Parigi all'inizio del XX secolo, l'esposizione seguirà l’evoluzione dell'arte espressionista accogliendo le opere di Rodin, Degas e di altri autori.


Claude Monet, Marea crescente a Pourville, 1882, olio su tela, cm. 66x81.3. Brooklyn Museum, dono di Mrs. Horace O. Havemeyer I Ph. Brooklyn Museum

Così nella sezione dedicata alla natura morta, che a partire dal 1850 ritrova popolarità grazie agli artisti che mirano a indurre sensazioni che trascendono l’esperienza fisica per giungere al regno psicologico e spirituale, il pubblico ritrova opere come i Fiori di Matisse e Natura morta con tazza blu di Renoir. Il paesaggio, divenuto per gli artisti espressione di modernità, vibra invece in opere come La salita di Pissarro, dove si può osservare una prospettiva cubista in erba. Una nuovo tipo di nudo, distante dagli ideali della scultura greca classica e dai suoi soggetti storici e mitologici, ormai impregnato delle mutevoli prospettive dell'astrazione, è evidente in opere come la scultura L’età del bronzo di Rodin, o nel capolavoro di Degas Donna nuda che si asciuga.

A partire dalla metà del XIX secolo, la diffusione dell'abbigliamento prêt-à-porter a prezzi accessibili spinge gli artisti a ritrarre i cittadini vestiti alla moda. Alcuni fissano su tela il glamour della Belle Époque, altri si soffermano sulle personalità più eccentriche, altri ancora subiscono il fascino di costumi legati a particolari culture religiose o popolari. In mostra François Millet, con Pastore che si prende cura del suo gregge, restituisce la cruda realtà della vita contadina, mentre Berthe Morisot, con Ritratto di Madame Boursier e di sua figlia si concentra sui vincoli sociali. Infine Chagall con Il musicista trascrive i ricordi dei suoi primi anni di vita.