A Palermo, Capitale Italiana della Cultura 2018

Tutto pronto per Manifesta. Le mostre da non perdere

By Bjs (Own work) [CC BY-SA 2.5 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.5)], via Wikimedia Commons | Teatro Massimo Palermo
 

Samantha De Martin

14/06/2018

Palermo - Nel lussureggiante giardino planetario di Manifesta, affidato ad un’umanità che, seguendo il pensiero del botanico Gilles Clément, ha il compito di esserne il giardiniere coltivando la coesistenza, l’arte ha un posto di riguardo.
Tra appuntamenti che compongono la ricca agenda di Manifesta, eventi collaterali e iniziative legate a Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, la città accovacciata nella luminosa Conca d’Oro, offre numerose mostre da non perdere.
Alcune rientrano negli oltre 50 progetti artistici e nei circa 70 eventi collaterali - tra performance, installazioni pubbliche, interventi urbani - che dal 16 giugno al 4 novembre dialogano con 15 luoghi iconici della città nell’ambito della dodicesima edizione della biennale nomade europea Manifesta 12. Altri omaggiano la Capitale della Cultura 2018, la città crogiolo di millenarie stratificazioni e di una fitta storiografia multicolturale, con performance e incontri inediti.

Perchè Palermo

La scelta di Manifesta, il progetto culturale site-specific che dai primi anni Novanta reinterpreta i rapporti tra cultura e società attraverso un dialogo continuo con l’ambito sociale, è ricaduta su Palermo per il ruolo rilevante svolto dalla città nell’ambito degli importanti temi della migrazione e delle condizioni climatiche, che identificano l’Europa contemporanea.
Manifesta 12 a Palermo - ha commentato la direttrice della biennale, Hedwig Fijen - è una grande sfida per ripensare a come gli interventi culturali possano avere un forte ruolo nell’aiutare a ridefinire uno dei più iconici crocevia del Mediterraneo della nostra storia, all’interno di un lungo processo di trasformazione. Manifesta 12 vuole affrontare diverse interrogativi, dalla partecipazione dei cittadini alla governance della città alle questioni migratorie, emblematiche di una più ampia situazione di crisi che l’intera Europa si trova ora a fronteggiare.”

Uno sguardo su alcuni appuntamenti nell'ambito di Manifesta 12

Ai Cantieri Culturali alla Zisa, ci sarà tempo fino al 4 novembre per assistere ad uno dei 70 eventi collaterali di Manifesta 12. La Sovrapposizioni, le stratificazioni, ma anche i concetti di migrazione e integrazione sono alcuni dei temi attorno ai quali ruota il lavoro, fortemente politico, della fotografa tedesca Katharina Sieverding. L’esposizione presenta una selezione di 14 opere di grande formato e fortemente attuali, realizzate tra il 1969 e il 2018 e affisse, "come una seconda pelle", direttamente al muro, con l’obiettivo di avvicinare lo spettatore all’opera fino a farlo diventare parte dell’opera stessa. 

Dal 13 giugno al 3 agosto, Palazzo Sant’Elia offre uno sguardo completo sul percorso dell’artista giapponese Shozo Shimamoto, il “nomade samurai dell’arte,” come lo definisce Achille Bonito Oliva. Dalle prime innovative sperimentazioni in Oriente, degli anni ’40 e ’50, alle performance degli ultimi anni in occidente, l’ampia retrospettiva dal titolo Spazio nel tempo, a cura di Achille Bonito Oliva, ripercorre la dialettica tra i due cruciali momenti che hanno dato vita a un importante processo artistico. L’appuntamento si inserisce tra gli eventi collaterali di Manifesta 12 oltre che nel programma di Palermo Capitale Italiana della Cultura. 

E infine - ma si potrebbe continuare a lungo con gli appuntamenti della biennale itinerante edizione 2018 - il Mediterraneo, culla di civiltà ed epicentro di contraddizioni, il cui cuore ha “pompato come il sangue” persone, culture, religioni, sarà il fulcro della mostra Mare Mediterraneum promossa dal Multimedia Art Museum di Mosca e ospitata nella Sala Pompeiana di Teatro Massimo dal 18 giugno al 19 settembre.

Intanto la Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del MiBACT ha annunciato l'“Education Hub”, l’autobus che porterà la creatività a spasso per i quartieri della città.

Non solo Manifesta. Da Yoko Ono a Gino De Dominicis, Palermo capitale dell'arte contemporanea 

Dal 16 giugno al 19 agosto presso le Mura delle Cattive - monumento ottocentesco considerato uno dei simboli di Palermo, la cui storia racconta di una terrazza riservata alle “cattive”, cioè alle “prigioniere del dolore”, le vedove che potevano fare le loro passeggiate senza essere importunate - si potrà ammirare l’installazione di Yoko Ono dal titolo Invisible People.
L’artista di Tokyo, la cui opera provocatoria sfida l’interpretazione dell’arte data dallo spettatore e il mondo che lo circonda, presenta a Palermo, in anteprima mondiale, la sua visione metaforica del viaggio dei migranti, tra immaginazione e poesia. L’esposizione si colloca nell’ambito di OPEN 20. Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni ideata da Paolo De Grandis parallelamente alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.

Fino al 26 agosto, il Museo Riso accoglie una delle più importanti antologia di opere di Gino De Dominicis, a cura di Vittorio Sgarbi.
GDD - Genio della dimensione è il titolo dell’iniziativa del Polo Museale regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo che ospiterà per la prima volta Il guerriero, un’opera di De Dominicis proveniente da una collezione privata siciliana - seguendo un percorso coerente dal punto di vista stilistico e concettuale, concentrato sui temi mitologici e dell’immortalità - accanto a 60 opere pittoriche e grafiche realizzate tra gli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta.

Da Poltrona per un viaggio nello spazio al suo stesso Necrologio, i lavori del grande provocatore dell’arte italiana si propongono di restituire, a vent’anni dalla sua scomparsa, l’unicità e la dimensione internazionale di un personaggio dalla perenne voglia di libertà e che ha vissuto la propria arte come elemento fondamentale della propria vita.

Per il suo esperimento visivo e come materiale principale delle sue opere, l’artista israeliano Avner Sher ha scelto il sughero. La sua personale dal titolo Bridge Palermo Jerusalem e che mira a decodificare il presente, osservando i punti di collisione tra civiltà inondate da credi, disperazioni e speranze, si potrà visitare fino al 31 agosto nella Sala delle Verifiche del complesso monumentale dello Steri.
Avner Sher tratta il sughero, lo segna, lo rende suo, brucia la corteccia inondandola di materiali insoliti come vino, detersivo per bucato, inchiostro e ketchup. Crea un'archeologia e una storia per il materiale, come se fosse una pergamena torturata da macchie, lacrime e graffi. Sul sughero traccia una mappa illusoria, un racconto immaginario del capoluogo siciliano, colmo di desideri e rabbia.

Intanto, l’installazione di Mario Merz, Pittore in Africa, ha da poco trovato la sua naturale collocazione nella nuova Agorà del Museo archeologico Salinas.
La genesi dell’opera risale agli anni Ottanta quando, partecipando ad una storica edizione della Biennale di Venezia,  dell'artista milanese si interrogò sulla totale mancanza di partecipazione africana alla manifestazione. La frase “esisterà pure un pittore in Africa” diventa così un interrogativo pulsante che, allora come oggi, si allarga alla mancata comprensione tra due sponde vicinissime e lontanissime nello stesso tempo.

Tra gli appuntamenti con l'arte nella Capitale Italiana della Cultura non potevano mancare le performance provocatorie da milioni di dollari dell’eclettico artista milanese Max Papeschi che, dal 13 giugno al 20 luglio, sarà nel capoluogo siciliano facendo certamente parlare di sé.
Le sue immagini "photoshoppate", irriverenti verso le tecniche tradizionali, dalla grande forza iconoclasta e definite Politically-Scorrect, saranno in esposizione a Palazzo Chiaramonte Steri. L'antica sede dell’Inquisizione è oggi un luogo del sapere, simbolo della formazione accademica e della crescita dei futuri cittadini liberi e consapevoli, capaci di nuove e profonde riflessioni.



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