Dall’8 giugno al 7 novembre a Roma
Alla Galleria Borghese arriva Damien Hirst
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Damien Hirst, Children of a Dead King, 2010. Bronze. Private Collection | Foto: © Prudence Cuming Associates Ltd © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS 2021 / SIAE 2021
Samantha De Martin
03/05/2021
Roma - Bronzi, coralli, cristalli di rocca incontrano il marmo di Bernini e di Canova.
Pietre dure e mosaici si intrecciano ai capolavori della statuaria romana classica, della pittura italiana del Rinascimento e del Seicento, in un multiforme dialogo tra invenzioni e tecniche, in un trionfo di stucchi e di ori, colori e materiali.
La Galleria Borghese dà il benvenuto a Damien Hirst, il padre dell'iconico squalo in formaldeide, l’artista che sfida le certezze del mondo contemporaneo per cogliere le incertezze insite nella natura dell’uomo.
Dal prossimo 8 giugno (fino al 7 novembre), la Galleria frutto della multiforme mente del Cardinale Scipione Borghese ospiterà la mostra Damien Hirst - Archaeology now, a cura di Anna Coliva e Mario Codognato.
Mentre la colossale scultura Hydra and Kali sovrasterà lo spazio esterno del Giardino Segreto dell’Uccelliera, oltre 80 opere dalla serie Treasures from the Wreck of the Unbelievable saranno esposte in tutte le sale del museo affiancando i capolavori antichi con la potenza del bronzo, del marmo di Carrara, della malachite.
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Damien Hirst, Ife Head, Female, 2011. Gold and silver, Private Collection | Foto: © Prudence Cuming Associates Ltd © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS 2021 / SIAE 2021
I dipinti di Hirst, Colour Space, per la prima volta in Italia, dialogheranno con la collezione permanente.
Questo progetto, reso possibile grazie al generoso supporto di Prada, nasce da una delle ricerche più originali realizzate dall’artista di Bristol negli ultimi vent’anni. Esposta per la prima volta a Venezia nel 2017, a Palazzo Grassi e a Punta della Dogana, Treasures from the Wreck of the Unbelievable è il frutto di un lavoro abile e dall’eccezionale tecnica, su materiali diversi, naturali, tecnologici e preziosi.
Preparatevi a vedere la Galleria Borghese scintillante di bronzi, coralli, pietre dure incastonate tra i capolavori della collezione, a esaltare il desiderio di multiformità del suo fondatore, il Cardinale Scipione Borghese. Una fantasia volta a superare le categorie, non solo tra le arti, ma anche tra realtà e finzione.
Ad arricchire la mostra saranno anche le opere di Hirst simili a “cellule al microscopio”. Rompono l’idea di una immagine unificata, fluttuano nello spazio, scontrandosi e fondendosi l’una nell’altra, con un senso di movimento che contraddice la stasi della tela. Sono i dipinti dalla serie del 2016 intitolata Colour Space, sviluppo degli Spot Paintings e, al tempo stesso, rivisitazione della prima opera della serie nella quale le macchie erano dipinte liberamente.
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Damien Hirst, The Severed Head of Medusa, 2008, Malachite. Private Collector. Foto: © Prudence Cuming Associates Ltd © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS 2021 / SIAE 2021
Leggi anche:
• Damien Hirst e Guido Reni nel 2021 della Galleria Borghese
• I musei ripartono. Dieci mostre da non perdere a Roma
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Dal prossimo 8 giugno (fino al 7 novembre), la Galleria frutto della multiforme mente del Cardinale Scipione Borghese ospiterà la mostra Damien Hirst - Archaeology now, a cura di Anna Coliva e Mario Codognato.
Mentre la colossale scultura Hydra and Kali sovrasterà lo spazio esterno del Giardino Segreto dell’Uccelliera, oltre 80 opere dalla serie Treasures from the Wreck of the Unbelievable saranno esposte in tutte le sale del museo affiancando i capolavori antichi con la potenza del bronzo, del marmo di Carrara, della malachite.
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Damien Hirst, Ife Head, Female, 2011. Gold and silver, Private Collection | Foto: © Prudence Cuming Associates Ltd © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS 2021 / SIAE 2021
I dipinti di Hirst, Colour Space, per la prima volta in Italia, dialogheranno con la collezione permanente.
Questo progetto, reso possibile grazie al generoso supporto di Prada, nasce da una delle ricerche più originali realizzate dall’artista di Bristol negli ultimi vent’anni. Esposta per la prima volta a Venezia nel 2017, a Palazzo Grassi e a Punta della Dogana, Treasures from the Wreck of the Unbelievable è il frutto di un lavoro abile e dall’eccezionale tecnica, su materiali diversi, naturali, tecnologici e preziosi.
Preparatevi a vedere la Galleria Borghese scintillante di bronzi, coralli, pietre dure incastonate tra i capolavori della collezione, a esaltare il desiderio di multiformità del suo fondatore, il Cardinale Scipione Borghese. Una fantasia volta a superare le categorie, non solo tra le arti, ma anche tra realtà e finzione.
Ad arricchire la mostra saranno anche le opere di Hirst simili a “cellule al microscopio”. Rompono l’idea di una immagine unificata, fluttuano nello spazio, scontrandosi e fondendosi l’una nell’altra, con un senso di movimento che contraddice la stasi della tela. Sono i dipinti dalla serie del 2016 intitolata Colour Space, sviluppo degli Spot Paintings e, al tempo stesso, rivisitazione della prima opera della serie nella quale le macchie erano dipinte liberamente.
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Damien Hirst, The Severed Head of Medusa, 2008, Malachite. Private Collector. Foto: © Prudence Cuming Associates Ltd © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS 2021 / SIAE 2021
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