A Roma dal 15 maggio al 3 ottobre

Alle Terme di Caracalla la fotografia d'autore è nel segno di Narciso

Narciso. La fotografia allo specchio, Allestimento | Foto: © Fabio Caricchia © Soprintendenza Speciale di Roma
 

Samantha De Martin

14/05/2024

Roma - E se le fotografie fossero, come scrisse Ferdinando Scianna, immagini fuggite dagli specchi per vivere una vita propria?
“Il cristallo ci spia. Se tra le quattro pareti della stanza c’è uno specchio, non sono più solo. C’è il riflesso, l’altro che appresta all’alba un tacito teatro” sembra fare eco Jorge Luis Borges.
Ed eccolo il volto che guarda mentre un altro lo sta osservando. “La fotografia è uno specchio che riflette, un ritratto dell’artista che l’ha fatta, o una finestra attraverso la quale si può conoscere meglio il mondo?”.
Un attore del teatro Kabuki o ancora Vittorio Gassman al trucco nel suo camerino, gli ospiti di una residenza psichiatrica con i loro rituali, i bambini di un orfanotrofio del Vietnam, una gang di Brooklyn nella New York degli anni Cinquanta, la toilette di un’anziana in una casa di riposo milanese sono alcuni dei soggetti degli speculari scatti che darebbero valore alla seconda ipotesi.
Sono alcuni protagonisti dei 78 iconici scatti d’autore che Nunzio Giustozzi ha allestito con sapiente cura, e con un apparato didascalico esaustivo e ricco di aneddoti, nella mostra fotografica Narciso. La fotografia allo specchio visitabile in due ambienti coperti e nella natatio delle Terme di Caracalla dal 15 maggio al 3 novembre.


Lisetta Carmi, I travestiti, Genova, 1965-1971 © Martini & Ronchetti | Courtesy Archivio Lisetta Carmi

Promosso dalla Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, e organizzato da Electa, il percorso abbraccia gli scatti realizzati da 35 tra i più importanti fotografi internazionali del XX e XXI secolo, da Simon Annand ad Eve Arnold, da Gian Paolo Barbieri a Robert Capa, da Lisetta Carmi a Inge Morath, da Philippe Morillon a Helmut Newton, suddivisi in tre sezioni.

La mostra rientra invece nel programma di iniziative che celebrano il ritorno dell’acqua alle Terme Antoniniane.
“Un’operazione - come ha spiegato Daniela Porro, soprintendente Speciale di Roma - che nasce con la realizzazione dello specchio d’acqua, inaugurato lo scorso aprile. Sono soddisfatta di queste iniziative, preludio di una trasformazione di Caracalla nei prossimi anni che renderanno il luogo aperto alla città. Il restauro delle maestose rovine sarà accompagnato anche dalla creazione di un parco che vuole raccontarci come erano le terme inugurate all’inizio del III secolo. Le mostre fotografiche e, più in generale, sull’arte dei nostri tempi, alle Terme di Caracalla acquistano un fascino e una suggestione tutti particolari grazie alla dialettica con le maestose vestigia romane che danno al contemporaneo una dimensione di eternità. Così come è senza tempo il tema del doppio, dello specchio, dello specchiarsi e del rispecchiarsi, eternato da Narciso, come dimostrano le infinite versioni del mito”.


Narciso. La fotografia allo specchio, Allestimento | Foto: © Fabio Caricchia © Soprintendenza Speciale di Roma

Nell’epoca del selfie pervasivo la mostra trova il fulcro nella perturbante esperienza dell’incontro con se stessi, con la messa in discussione di identità stabili, ruoli sociali e sessuali, sullo specchio riflesso dell’anima, capace di rivelare talvolta, come accade agli attori nell’intimità del camerino, la persona dietro l’apparenza.
"Il visitatore - spiega il curatore Nunzio Giustozzi - potrà muoversi fra ritratti di celebrità, interni enigmatici e tranches de vie còlte nel tempo a diverse latitudini, duplici illusioni accostate per sintonia o per contrasto in un racconto teso, oltre l’occasione, alla storia di ogni singola immagine, soggetti e motivi che hanno continuato a ispirare autori anche molto distanti cronologicamente e nelle loro traiettorie o poetiche”.

In un cortocircuito visivo inedito e straniante, una sezione della mostra affronterà infine il topos dell’Autoritratto allo specchio, permettendo un ravvicinato confronto, occhi negli occhi, con i fotografi stessi, le cui sembianze sono divenute famose al pari dei loro memorabili scatti. Non sfuggono, in questo frangente, il magnetico autoritratto di Robert Doisneau e quello di Astrid Kirchherr.

Così l’affascinante Wanda Wulz, l’unica donna fotografa a essere ammessa alle mostre del Futurismo, sembra guardare le nozze islamiche a Lahore, in Pakistan, durante le quali un giovane sposo scopre il volto della propria donna proprio di fronte a uno specchio, come testimonia la Leica di Frank Horvat. Non manca lo specchio di Michelangelo Pistoletto, anzi l’artista immortalato allo specchio da Guido Harari e c’è lo scatto soffuso, rubato in cui David Hockney contempla l’oggetto del suo desiderio fisico e mentale.


Gian Paolo Barbieri, Narciso, Milano, 2005 © Gian Paolo Barbieri | Courtesy Fondazione Gian Paolo Barbieri

Quasi assenti invece, ad eccezione di una fotografia di Doisneau, gli specchi rotti, finiti in frantumi, altro luogo frequentatissimo da fotografi e artisti tesi a evocare la frammentazione del reale, non solo per scaramanzia.
"Una mostra poliedrica, la cui tematica centrale scaturisce dal progetto più ampio di rinascita delle Terme di Caracalla - afferma Mirella Serlorenzi, direttrice del monumento - iniziato con la realizzazione dello specchio d’acqua, che genera molte connessioni e stimoli: il mito, il raddoppio, l’introspezione, la bellezza, la deformazione, l’autorappresentazione, la maschera, il palcoscenico della vita. Temi che hanno sempre pervaso la natura umana rinnovandosi in ogni epoca e centrali nella mostra Narciso. La fotografia allo specchio, pensata per catturare anche l’attenzione e l’interesse dei giovani. Nel suo significato archeologico, il monumento rimane protagonista di questi interventi di valorizzazione per coinvolgere il visitatore attraverso un’esperienza culturale totale".
L’originalità del percorso espositivo, oltre che dagli scatti dei più illustri fotografi del Novecento (e nell’arte a partire dalle avanguardie con Claude Cahun e Florence Henri) scaturisce soprattutto dalla presenza di numerose fotografe e di nomi più attuali, forse meno noti al grande pubblico, che la mostra contribuisce a scoprire e ad apprezzare.