Dal 10 maggio al 1° novembre a Tivoli, tra Villa d'Este e il Santuario di Ercole Vincitore
Eva vs Eva: il duplice volto della donna nell'immaginario occidentale, dall'antichità al XX secolo
Frammento di affresco con figura femminile coronata d'edera dalle Terme Suburbane di Pompei (I sec. d.C.)
Samantha De Martin
02/04/2019
Roma - Un po’ Penelope un po’ Agrippina, un po’ sfinge, arpia, sirena, angelo sublimato, moglie fedele e al contempo baccante, la donna è da sempre al centro di un bipolarismo affascinante che ha sedotto anche l’arte.
È questa duplice valenza del femminile nell’immaginario occidentale il filo conduttore della mostra Eva vs Eva che, dal 10 maggio al 1° novembre, porterà a Tivoli, tra Villa d’Este e il Santuario di Ercole Vincitore, opere d’arte, documenti letterari, manufatti che coprono un arco di tempo che va dall’antichità alla rivoluzione di genere esplosa nel XX secolo, ripercorrendo la fascinazione antropologica ed estetica nei confronti dell’eterno femminino.
Il percorso nasce come una piattaforma condivisa dal punto di vista scientifico e organizzativo, risultato dell’inedita sinergia tra il Parco archeologico di Pompei - con la sua direttrice ad interim Alfonsina Russo - il Museo Nazionale Romano - guidato da Daniela Porro - e l’Istituto di Villa Adriana e Villa d’Este, proponendosi come progetto pilota di collaborazione fattiva tra enti istituzionali, che interpreta le realtà museali come cantieri di cultura.
La mostra - il cui titolo si ispira al celebre film del 1950 diretto da Joseph L. Mankiewicz, con Bette Davis ed Anne Baxter - coinvolgerà anche altre importanti istituzioni, al centro di prestiti illustri, dall’Accademia Nazionale di San Luca di Roma alla Pilotta di Parma, dalla Pinacoteca di Brera alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.
L’apparente ossimoro del progetto prende corpo nei due distinti percorsi, complementari e contigui, caratterizzati da differenti colori, che coinvolgono le due sedi espositive: il piano nobile di Villa d’Este e l’Antiquarium del Santuario di Ercole Vincitore. Il viaggio del visitatore ha inizio con l’esplorazione delle matrici greco-romane - con la rappresentazione della donna a Pompei, come dea della bellezza - per proseguire con le protagoniste della storia Imperiale.
Arpie, gorgoni, antefisse con al centro divinità femminili, documenti giunti fino a noi che raccontano i capricci delle dee, ma anche la spegiudicatezza di certe imprenditrici, si muoveranno lungo un percorso che propone una lettura a strati che, attraverso una serie di endiadi calibrate sulla dialettica positivo-negativo, scandaglia le manifestazioni e interpretazioni storiche del femminile. Tra gli oggetti in arrivo dal Museo Nazionale Romano, anche i Piatti delle zitelle, oggetti che le giovani donne accolte nel convento personalizzavano incidendone il fondo, oltre alla Testa della cosiddetta Saffo, al ritratto di Agrippina minore e a un frammento di sarcofago con il mito di Giasone e Medea.
Da rassicurante simbolo della maternità a pericolosa e ambigua forza della natura, lo spirito ambivalente della donna, colei che purifica eppur condanna, caratterizzarà l’intera esposizione.
“Il progetto coincide con i 500 anni dalla morte di Lucrezia Borgia, madre di Ippolito d’Este - ha commentato Andrea Bruciati, direttore dell’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este - peccatrice e donna dissoluta per antonomasia e al contempo donna di grande carattere, figura cangiante, perfetta per incarnare questa idea di duplicità. Ancora una volta le Ville di Tivoli si propongono di creare ponti, spunti di riflessione su colei che dà la vita e insieme la toglie".
L’esposizione, suddivisa in quattro sezioni, si presenterà come un flusso di immagini, privo di una scansione cronologica, che alla statuaria abbinerà una serie di video e documenti cartacei sulla dimensione femminile e su come l’uomo, con il proprio pregiudizio, si sia rapportato a questo complesso universo.
È questa duplice valenza del femminile nell’immaginario occidentale il filo conduttore della mostra Eva vs Eva che, dal 10 maggio al 1° novembre, porterà a Tivoli, tra Villa d’Este e il Santuario di Ercole Vincitore, opere d’arte, documenti letterari, manufatti che coprono un arco di tempo che va dall’antichità alla rivoluzione di genere esplosa nel XX secolo, ripercorrendo la fascinazione antropologica ed estetica nei confronti dell’eterno femminino.
Il percorso nasce come una piattaforma condivisa dal punto di vista scientifico e organizzativo, risultato dell’inedita sinergia tra il Parco archeologico di Pompei - con la sua direttrice ad interim Alfonsina Russo - il Museo Nazionale Romano - guidato da Daniela Porro - e l’Istituto di Villa Adriana e Villa d’Este, proponendosi come progetto pilota di collaborazione fattiva tra enti istituzionali, che interpreta le realtà museali come cantieri di cultura.
La mostra - il cui titolo si ispira al celebre film del 1950 diretto da Joseph L. Mankiewicz, con Bette Davis ed Anne Baxter - coinvolgerà anche altre importanti istituzioni, al centro di prestiti illustri, dall’Accademia Nazionale di San Luca di Roma alla Pilotta di Parma, dalla Pinacoteca di Brera alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.
L’apparente ossimoro del progetto prende corpo nei due distinti percorsi, complementari e contigui, caratterizzati da differenti colori, che coinvolgono le due sedi espositive: il piano nobile di Villa d’Este e l’Antiquarium del Santuario di Ercole Vincitore. Il viaggio del visitatore ha inizio con l’esplorazione delle matrici greco-romane - con la rappresentazione della donna a Pompei, come dea della bellezza - per proseguire con le protagoniste della storia Imperiale.
Arpie, gorgoni, antefisse con al centro divinità femminili, documenti giunti fino a noi che raccontano i capricci delle dee, ma anche la spegiudicatezza di certe imprenditrici, si muoveranno lungo un percorso che propone una lettura a strati che, attraverso una serie di endiadi calibrate sulla dialettica positivo-negativo, scandaglia le manifestazioni e interpretazioni storiche del femminile. Tra gli oggetti in arrivo dal Museo Nazionale Romano, anche i Piatti delle zitelle, oggetti che le giovani donne accolte nel convento personalizzavano incidendone il fondo, oltre alla Testa della cosiddetta Saffo, al ritratto di Agrippina minore e a un frammento di sarcofago con il mito di Giasone e Medea.
Da rassicurante simbolo della maternità a pericolosa e ambigua forza della natura, lo spirito ambivalente della donna, colei che purifica eppur condanna, caratterizzarà l’intera esposizione.
“Il progetto coincide con i 500 anni dalla morte di Lucrezia Borgia, madre di Ippolito d’Este - ha commentato Andrea Bruciati, direttore dell’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este - peccatrice e donna dissoluta per antonomasia e al contempo donna di grande carattere, figura cangiante, perfetta per incarnare questa idea di duplicità. Ancora una volta le Ville di Tivoli si propongono di creare ponti, spunti di riflessione su colei che dà la vita e insieme la toglie".
L’esposizione, suddivisa in quattro sezioni, si presenterà come un flusso di immagini, privo di una scansione cronologica, che alla statuaria abbinerà una serie di video e documenti cartacei sulla dimensione femminile e su come l’uomo, con il proprio pregiudizio, si sia rapportato a questo complesso universo.
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