Dal 12 ottobre una grande mostra al Museo dell’Ara Pacis

In arrivo a Roma la preziosa arte di Hokusai

Kawasaki Isago no Sato Museum | Katsushika Hokusai Il Fuji da Gotenyama presso Shinagawa sul Tōkaidō, dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji, 1830-1832 circa Silografia policroma
 

Francesca Grego

30/05/2017

Roma - Roma si prepara ad accogliere l'arte di Katsushika Hokusai, maestro indiscusso della pittura giapponese, noto in Occidente soprattutto per l’intensa influenza che, con la moda del Japonisme, esercitò su grandi artisti come Vincent Van Gogh, Claude Monet ed Henry Toulouse-Lautrec.
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Se la Grande Onda e altri paesaggi sono ormai icone di popolarità mondiale, l’esposizione Hokusai. Sulle Orme del Maestro, in programma al Museo dell’Ara Pacis dal 12 ottobre, intende mostrare tutta l’ampiezza e la profondità di un talento versatile come quello dell’artista nipponico, che in una carriera eccezionalmente lunga sperimentò i soggetti, i formati e le tecniche più disparate.
Si chiama ukiyoe – letteralmente “immagini del mondo fluttuante” – la corrente di cui Hokusai fu esponente di spicco: l’arte “nuova” che tra il XVIII e il XIX secolo sostituì all’iconografia della tradizione le scene di un mondo in trasformazione,  accessibili a un pubblico di massa grazie a stampe ad alta tiratura.

Nelle cinque sezioni tematiche della mostra potremo ammirare circa 200 opere provenienti da rinomate collezioni giapponesi come quelle del Chiba City Museum of Art, della Sumisho Art Gallery, dell’Uragami Mitsuru Collection e del Kawasaki Isago no Sato Museum, oltre che dal Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova.

Si parte con i Mesho, i più celebri paesaggi del Giappone ottocentesco: cascate, ponti e scorci naturalistici, ma anche rinomate locande e stazioni di posta che scandivano il viaggio tra Kyoto ed Edo (l’antica Tokyo). Non mancano naturalmente le Otto vedute di Omi e le Trentasei vedute del Monte Fuji, tra cui la Grande Onda, da apprezzare in due versioni diverse.

Preziosi dipinti su rotolo e silografie policrome aprono invece un esclusivo spiraglio sulle bellezze femminili delle sale da tè di Tokyo. Da non perdere qui il confronto tra Hokusai e alcuni suoi illustri allievi, tra cui spicca Keisai Eisen: un’eccellenza nel campo del ritratto, che realizza veri e propri reportage di moda, con accessori e kimono coloratissimi rappresentati nei dettagli più minuti. Proprio a Eisen, per la prima volta in mostra in Italia, appartiene l’affascinante cortigiana rappresentata nella stampa che Van Gogh dipinse alle spalle del protagonista nel Ritratto di Pére Tanguy.
Non mancano le abunae, “immagini pericolose”, i cui contenuti erotici sono sublimati nella raffinatezza di stoffe e abiti, oppure del tutto espliciti, come nel famoso volume di Hokusai Kinoe no Komatsu.

Divinità e soggetti ben auguranti trovano posto in una serie di ricercati surimono, mentre scene dalla natura e animali simbolici come il drago, la tigre, la carpa sono riprodotti in dipinti su rotolo che mettono ancora a confronto lo stile del maestro e dei discepoli.

Interessantissimi, nell’ultima sezione, i 15 volumi dei Manga: un compendio dell’eccentrica immaginazione di Hokusai in centinaia di schizzi e disegni, raccolti per essere messi a disposizione dei suoi allievi.

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