Fino all'8 marzo presso lo storico Palazzo Bonaparte
L'autunno romano si accende con gli Impressionisti Segreti
Camille Pissarro (1830-1903), Les grands hêtres à Varengeville (I grandi faggi a Varengeville), 1899 circa, Olio su tela, 54 x 64.8 cm, Firmata in basso a destra “C. P.”, Messico, Collezione Pérez Simón, Cat. rag. PDRS 1292 | IMPRESSIONISTI SEGRETI - Palazzo Bonaparte, Roma 6 ottobre 2019 - 8 marzo 2020
Francesca Grego
09/10/2019
Roma - Il sipario si è alzato su una delle mostre più attese nella capitale: nei nuovi spazi di Palazzo Bonaparte 50 capolavori provenienti da prestigiose collezioni private si svelano al pubblico. Se il titolo Impressionisti segreti la dice lunga sul carattere esclusivo del progetto – che sarà visitabile solo a Roma fino al prossimo 8 marzo – anche il meraviglioso edificio barocco che lo ospita è accessibile ai visitatori dopo una lunga storia come residenza privata di lusso. Di proprietà di Generali Italia, il palazzo affacciato su Piazza Venezia è stato da poco restaurato di tutto punto nell'ambito del programma Valore Cultura dell'Istituto e destinato a eventi espositivi con la gestione di Arthemisia.
Nell'allestimento ben curato, a catturare lo sguardo insieme ai gioielli di Pierre-Auguste Renoir, Paul Cézanne, Claude Monet, Camille Pissarro, Berthe Morisot, Paul Gauguin, sono le stanze in cui visse Maria Letizia Ramolino, la madre di Napoleone: dalla camera da letto in cui Madame Mére volle che fosse sistemato il giaciglio su cui si era spento l'imperatore, al balconcino con vista sulla piazza da cui l'anziana signora era solita osservare la vita cittadina dopo aver rinunciato alle sue uscite per via dell'età.
A cura della direttrice del Musée Marmottan di Parigi Marianne Mathieu e di Claire Durand-Ruel, nipote di Paul Durand-Ruel – il mercante che passò alla storia per aver “scoperto” gli Impressionisti - l'itinerario della mostra permette di ripercorrere l'intera avventura dei pittori della luce.
Quattro sezioni scandiscono i temi chiave del gruppo: il paesaggio, con campagne e scogliere dipinte en plein air con tecniche pittoriche allora scandalose, la vita moderna di Parigi, che all'epoca faceva tendenza in tutta Europa, i ritratti e le figure umane esemplificate al meglio dalla morbida pittura di Renoir e le evoluzioni più ardite del movimento, da Seurat a Gauguin e a Cézanne.
Patrocinata dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, dall'Ambasciata di Francia a Roma e dalla Regione Lazio, Impressionisti segreti è prodotta e organizzata da Athemisia con il sostegno di Generali attraverso Valore Cultura, il programma con cui l'Istituto persegue l'obiettivo di rendere l'arte accessibile a un pubblico sempre più ampio.
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Nell'allestimento ben curato, a catturare lo sguardo insieme ai gioielli di Pierre-Auguste Renoir, Paul Cézanne, Claude Monet, Camille Pissarro, Berthe Morisot, Paul Gauguin, sono le stanze in cui visse Maria Letizia Ramolino, la madre di Napoleone: dalla camera da letto in cui Madame Mére volle che fosse sistemato il giaciglio su cui si era spento l'imperatore, al balconcino con vista sulla piazza da cui l'anziana signora era solita osservare la vita cittadina dopo aver rinunciato alle sue uscite per via dell'età.
A cura della direttrice del Musée Marmottan di Parigi Marianne Mathieu e di Claire Durand-Ruel, nipote di Paul Durand-Ruel – il mercante che passò alla storia per aver “scoperto” gli Impressionisti - l'itinerario della mostra permette di ripercorrere l'intera avventura dei pittori della luce.
Quattro sezioni scandiscono i temi chiave del gruppo: il paesaggio, con campagne e scogliere dipinte en plein air con tecniche pittoriche allora scandalose, la vita moderna di Parigi, che all'epoca faceva tendenza in tutta Europa, i ritratti e le figure umane esemplificate al meglio dalla morbida pittura di Renoir e le evoluzioni più ardite del movimento, da Seurat a Gauguin e a Cézanne.
Patrocinata dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, dall'Ambasciata di Francia a Roma e dalla Regione Lazio, Impressionisti segreti è prodotta e organizzata da Athemisia con il sostegno di Generali attraverso Valore Cultura, il programma con cui l'Istituto persegue l'obiettivo di rendere l'arte accessibile a un pubblico sempre più ampio.
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