Roma, arte e riqualificazione urbana
La street art colora il GRA

Camilla Falsini per GRAArt, La Vita e la Morte, Roma
Francesca Grego
07/03/2017
Roma - Dieci murales nuovi di zecca eseguiti da altrettanti street artist internazionali accendono di allegria gli scenari anonimi del Grande Raccordo Anulare. È la nuova strategia di riqualificazione e valorizzazione delle infrastrutture di Anas che, in collaborazione con il Mibact e con il curatore David “Diavù” Vecchiato, si è fatta promotrice del progetto GRAArt.
Una vera e propria galleria d’arte urbana a cielo aperto su una delle arterie nevralgiche del Paese, frequentata ogni giorno da migliaia di automobilisti, che presto si arricchirà di nuove opere. Insieme ai dieci siti pilota, infatti, ne sono stati individuati altri 80, che in futuro potranno ospitare altri lavori. “Si tratta solo di un primo tassello – ha commentato il presidente di Anas Gianni Vittorio Armani - l’idea è quella di replicare l’esperimento in altre parti d’Italia”.
I dieci murales di GRAArt vogliono rappresentare un ponte fra centro e periferie, fra Roma antica e la metropoli contemporanea, in un originale itinerario espositivo.
È significativa da questo punto di vista la scelta dei soggetti, tutti connessi a storie e leggende radicate nell’identità delle aree coinvolte. Si va dai variopinti bucrani – teschi bovini – di Camilla Falsini, che prendono spunto dalle decorazioni dei mausolei della via Appia, all’Obelisco Nasone di Mauro Pallotta, che fonde in un ibrido ironico gli elementi decorativi della capitale barocca e i nasoni, le umili fontanelle di strada tipiche delle strade di Roma; dalle creature mitologiche etrusco-romane di Julieta XLF, in direzione della necropoli di Cerveteri, ai Guardiani di Ottavia del Collettivo Licuado, alla cui base ci sono le suggestioni antiche della tomba di Ottavia Paolina e il mito di Mercurio protettore dei viaggiatori, ma anche le storie del vicino carcere minorile di Casal del Marmo.
Ancora in progress i lavori di Koz Dos, a La Rustica, di Nicola Alessandrini in via Collatina e del direttore artistico David “Diavù” Vecchiato, in zona Torrino Mezzocammino.
“Il modello – racconta Diavù - è stato il progetto MU.Ro (il Museo di Urban Art di Roma) che ho avviato al Quadraro nel 2010. É stato fondamentale far incontrare gli artisti con il territorio: hanno studiato anche i tesori dei musei. L’idea è di mettere l’arte a servizio del bene della città”. Ha collaborato al piano narrativo la scrittrice Ilaria Beltramme, autrice di libri di successo ambientati nella metropoli capitolina.
I murales, realizzati da artisti provenienti da Italia, Spagna, Francia, Uruguay e Venezuela, sono distribuiti nelle zone di Torrino Mezzocammino, Gregna di Sant’Andrea, Romanina, Tor Vergata, Prenestina, La Rustica, Ottavia, Trionfale, Boccea, Aurelia, ma possono essere ammirati anche sul sito Graart.it, insieme a una mappa per orientarsi.
Una vera e propria galleria d’arte urbana a cielo aperto su una delle arterie nevralgiche del Paese, frequentata ogni giorno da migliaia di automobilisti, che presto si arricchirà di nuove opere. Insieme ai dieci siti pilota, infatti, ne sono stati individuati altri 80, che in futuro potranno ospitare altri lavori. “Si tratta solo di un primo tassello – ha commentato il presidente di Anas Gianni Vittorio Armani - l’idea è quella di replicare l’esperimento in altre parti d’Italia”.
I dieci murales di GRAArt vogliono rappresentare un ponte fra centro e periferie, fra Roma antica e la metropoli contemporanea, in un originale itinerario espositivo.
È significativa da questo punto di vista la scelta dei soggetti, tutti connessi a storie e leggende radicate nell’identità delle aree coinvolte. Si va dai variopinti bucrani – teschi bovini – di Camilla Falsini, che prendono spunto dalle decorazioni dei mausolei della via Appia, all’Obelisco Nasone di Mauro Pallotta, che fonde in un ibrido ironico gli elementi decorativi della capitale barocca e i nasoni, le umili fontanelle di strada tipiche delle strade di Roma; dalle creature mitologiche etrusco-romane di Julieta XLF, in direzione della necropoli di Cerveteri, ai Guardiani di Ottavia del Collettivo Licuado, alla cui base ci sono le suggestioni antiche della tomba di Ottavia Paolina e il mito di Mercurio protettore dei viaggiatori, ma anche le storie del vicino carcere minorile di Casal del Marmo.
Ancora in progress i lavori di Koz Dos, a La Rustica, di Nicola Alessandrini in via Collatina e del direttore artistico David “Diavù” Vecchiato, in zona Torrino Mezzocammino.
“Il modello – racconta Diavù - è stato il progetto MU.Ro (il Museo di Urban Art di Roma) che ho avviato al Quadraro nel 2010. É stato fondamentale far incontrare gli artisti con il territorio: hanno studiato anche i tesori dei musei. L’idea è di mettere l’arte a servizio del bene della città”. Ha collaborato al piano narrativo la scrittrice Ilaria Beltramme, autrice di libri di successo ambientati nella metropoli capitolina.
I murales, realizzati da artisti provenienti da Italia, Spagna, Francia, Uruguay e Venezuela, sono distribuiti nelle zone di Torrino Mezzocammino, Gregna di Sant’Andrea, Romanina, Tor Vergata, Prenestina, La Rustica, Ottavia, Trionfale, Boccea, Aurelia, ma possono essere ammirati anche sul sito Graart.it, insieme a una mappa per orientarsi.
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