Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma dal 30 novembre
Palermo-Roma A/R. Pippo Rizzo, il futurista siciliano, si racconta in una mostra
Pippo Rizzo, La Dipartita, 1930, Olio su tela, collezione privata, Palermo | Courtesy Archivio Pippo Rizzo
Samantha De Martin
24/11/2023
Roma - “Noi lasciamo opere piene di giovinezza irrequieta che produce la gioia negli occhi e uno strano marchio nel cuore, un marchio nuovo, sconosciuto fino ad oggi. Questo è il Futurismo”.
Diceva così Giuseppe Rizzo, per tutti Pippo, il pittore futurista di Corleone.
Questa stessa irrequietezza gli permise di trovare nel cambiamento la propria coerenza, l’essenza della propria cifra stilistica. A questo artista versatile la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma dedica una mostra intitolata Pippo Rizzo. Palermo/ Roma andata e ritorno, a cura di Nicoletta Boschiero e Giulia Gueci, attesa nella capitale dal 30 novembre al 4 febbraio.
Il percorso permetterà un’ampia lettura della trasversale attività di Rizzo grazie alla costante e preziosa presenza di documenti e fotografie che l’Archivio Pippo Rizzo – fondato nel 2013 dagli eredi dell’artista – ha deciso di donare totalmente alla Galleria Nazionale di Roma.
Pippo Rizzo, Autoritratto futurista, 1921, acquerello su carta, collezione privata, Palermo | Courtesy Archivio Pippo Rizzo
In occasione dell’inaugurazione della mostra il fondo archivistico Rizzo, catalogato e digitalizzato nel corso degli scorsi mesi, sarà reso fruibile e pubblicato nel sito dell’OPAC (Online Public Access Catalogue).
Documenti, libri, fotografie inedite del Fondo Pippo Rizzo, ma anche opere in dialogo con i lavori di altri artisti del Novecento a lui affini, tracceranno un itinerario finalizzato a fare emergere la centralità dell’asse Palermo/Roma nella definizione del linguaggio di Rizzo. Gli spostamenti costanti da una città all’altra – dalla prima formazione alla fine degli anni Dieci fino agli ultimi anni della sua vita in qualità direttore dell’Accademia di Belle Arti – hanno determinato nell’artista ispirazioni e sollecitazioni creative, ma hanno anche intessuto un vero e proprio network relazionale determinante nell’atmosfera culturale del tempo, consentendo la diffusione in Sicilia prima del Futurismo e poi della corrente del Novecento.
Fulcro teorico e pratico di questo network, Pippo Rizzo è stato un ponte di raccordo fra la Sicilia e il resto d’Italia, come attivatore di connessioni e scambi culturali. La mostra ripercorrerà la sua attività di leader del Futurismo in Sicilia, legando la sua esperienza ad una dimensione nazionale più ampia, e mettendolo in relazione con le sperimentazioni degli altri protagonisti del movimento, da Balla a Depero, da Prampolini a Bragaglia. Il pubblico lo seguirà negli anni Trenta, trascorsi tra la capitale e Palermo, sarà invitato a cogliere i legami con la Sarfatti e le affinità con Carlo Carrà, l’impegno come critico, intellettuale e promotore culturale di quegli anni, dalla collaborazione con il giornale “L’Ora” al ruolo di Segretario del Sindacato fascista degli artisti siciliani.
Non mancheranno, nell’appuntamento romano, un focus sull’ultima, meno nota fase stilistica, con la serie dei cosiddetti Omaggi, come l'Omaggio a Capogrossi del ’57 e l'Omaggio a Carrà del ‘62, realizzati dall'artista dal secondo Dopoguerra in poi, e la produzione scultorea frutto dei suoi ultimissimi anni, esposta per la prima volta.
Pippo Rizzo, Lampi, 1926, Olio su tela, collezione privata, Palermo | Courtesy Archivio Pippo Rizzo
Dalla totalizzante stagione futurista, che si manifesta nella versatile produzione della Casa d’arte Pippo Rizzo a Palermo, a quella novecentesca, caratterizzata da stasi e attese, fino all’ultimo periodo che intreccia passato, presente e futuro, Rizzo ha attraversato il secolo scorso mettendosi costantemente in discussione, sperimentando forme e linguaggi, trovando proprio in questa continua esigenza di cambiamento la propria integrità. Tra le cento opere esposte, provenienti da collezioni private e prestigiose istituzioni, molte arrivano da Palermo, dalla Fondazione Sicilia e dalla GAM-Galleria d’Arte moderna, dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma e di Latina, dalla Venaria Reale di Torino e dal Mart di Rovereto. Da non perdere i celebri Treno in corsa e Lampi (1926) con il quale Rizzo partecipò per la prima volta alla Biennale di Venezia e alla mostra “Die Abstrakten” di Berlino. E ancora, I Mobili e il Salottino futurista “volutamente scomodo per visite brevi”, per citare le parole dell’artista, il tappeto Fioritura di un garofano (1925) e I portatori d’uva (1927).
Il percorso accoglierà anche ritratti e paesaggi della produzione novecentesca degli anni Trenta e Quaranta, come Purosangue del 1930.
Pippo Rizzo, Risveglio dell’Etna, 1934, olio su tela, Fondazione Sicilia, Palermo
Diceva così Giuseppe Rizzo, per tutti Pippo, il pittore futurista di Corleone.
Questa stessa irrequietezza gli permise di trovare nel cambiamento la propria coerenza, l’essenza della propria cifra stilistica. A questo artista versatile la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma dedica una mostra intitolata Pippo Rizzo. Palermo/ Roma andata e ritorno, a cura di Nicoletta Boschiero e Giulia Gueci, attesa nella capitale dal 30 novembre al 4 febbraio.
Il percorso permetterà un’ampia lettura della trasversale attività di Rizzo grazie alla costante e preziosa presenza di documenti e fotografie che l’Archivio Pippo Rizzo – fondato nel 2013 dagli eredi dell’artista – ha deciso di donare totalmente alla Galleria Nazionale di Roma.
Pippo Rizzo, Autoritratto futurista, 1921, acquerello su carta, collezione privata, Palermo | Courtesy Archivio Pippo Rizzo
In occasione dell’inaugurazione della mostra il fondo archivistico Rizzo, catalogato e digitalizzato nel corso degli scorsi mesi, sarà reso fruibile e pubblicato nel sito dell’OPAC (Online Public Access Catalogue).
Documenti, libri, fotografie inedite del Fondo Pippo Rizzo, ma anche opere in dialogo con i lavori di altri artisti del Novecento a lui affini, tracceranno un itinerario finalizzato a fare emergere la centralità dell’asse Palermo/Roma nella definizione del linguaggio di Rizzo. Gli spostamenti costanti da una città all’altra – dalla prima formazione alla fine degli anni Dieci fino agli ultimi anni della sua vita in qualità direttore dell’Accademia di Belle Arti – hanno determinato nell’artista ispirazioni e sollecitazioni creative, ma hanno anche intessuto un vero e proprio network relazionale determinante nell’atmosfera culturale del tempo, consentendo la diffusione in Sicilia prima del Futurismo e poi della corrente del Novecento.
Fulcro teorico e pratico di questo network, Pippo Rizzo è stato un ponte di raccordo fra la Sicilia e il resto d’Italia, come attivatore di connessioni e scambi culturali. La mostra ripercorrerà la sua attività di leader del Futurismo in Sicilia, legando la sua esperienza ad una dimensione nazionale più ampia, e mettendolo in relazione con le sperimentazioni degli altri protagonisti del movimento, da Balla a Depero, da Prampolini a Bragaglia. Il pubblico lo seguirà negli anni Trenta, trascorsi tra la capitale e Palermo, sarà invitato a cogliere i legami con la Sarfatti e le affinità con Carlo Carrà, l’impegno come critico, intellettuale e promotore culturale di quegli anni, dalla collaborazione con il giornale “L’Ora” al ruolo di Segretario del Sindacato fascista degli artisti siciliani.
Non mancheranno, nell’appuntamento romano, un focus sull’ultima, meno nota fase stilistica, con la serie dei cosiddetti Omaggi, come l'Omaggio a Capogrossi del ’57 e l'Omaggio a Carrà del ‘62, realizzati dall'artista dal secondo Dopoguerra in poi, e la produzione scultorea frutto dei suoi ultimissimi anni, esposta per la prima volta.
Pippo Rizzo, Lampi, 1926, Olio su tela, collezione privata, Palermo | Courtesy Archivio Pippo Rizzo
Dalla totalizzante stagione futurista, che si manifesta nella versatile produzione della Casa d’arte Pippo Rizzo a Palermo, a quella novecentesca, caratterizzata da stasi e attese, fino all’ultimo periodo che intreccia passato, presente e futuro, Rizzo ha attraversato il secolo scorso mettendosi costantemente in discussione, sperimentando forme e linguaggi, trovando proprio in questa continua esigenza di cambiamento la propria integrità. Tra le cento opere esposte, provenienti da collezioni private e prestigiose istituzioni, molte arrivano da Palermo, dalla Fondazione Sicilia e dalla GAM-Galleria d’Arte moderna, dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma e di Latina, dalla Venaria Reale di Torino e dal Mart di Rovereto. Da non perdere i celebri Treno in corsa e Lampi (1926) con il quale Rizzo partecipò per la prima volta alla Biennale di Venezia e alla mostra “Die Abstrakten” di Berlino. E ancora, I Mobili e il Salottino futurista “volutamente scomodo per visite brevi”, per citare le parole dell’artista, il tappeto Fioritura di un garofano (1925) e I portatori d’uva (1927).
Il percorso accoglierà anche ritratti e paesaggi della produzione novecentesca degli anni Trenta e Quaranta, come Purosangue del 1930.
Pippo Rizzo, Risveglio dell’Etna, 1934, olio su tela, Fondazione Sicilia, Palermo
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