Dal 13 giugno al 30 settembre l’omaggio allo scultore scomparso
Sensibile ambientale: Mauro Staccioli alle Terme di Caracalla
Courtesy SSABAP Roma, Photo Caricchia - Giovinazzo |
Anello, 1997-2009 acciaio corten diametro 600x40 cm Collezione privata, Firenze
Francesca Grego
12/06/2018
Roma - Dopo la fotografia di Antonio Biasucci, prosegue l’avventura contemporanea delle Terme di Caracalla: da domani, 13 giugno, fino al 30 settembre, 26 sculture di Mauro Staccioli faranno compagnia alle installazioni permanenti di Michelangelo Pistoletto, trasformando uno dei più grandi e suggestivi complessi monumentali di Roma Antica in uno spazio espositivo d’eccezione.
Sensibile ambientale – questo il titolo della mostra – rappresenta il primo omaggio postumo all’artista scomparso il 1° gennaio 2018 all’età di 80 anni: una retrospettiva completa per ripercorrere, tra sotterranei e spazi all’aperto, l’intera ricerca di uno dei principali interpreti della scultura italiana dal secondo dopoguerra.
In primo piano, l’intenso rapporto che Staccioli instaura con i luoghi attraverso le sue opere, per nulla in soggezione in una location dalla forte personalità come le Terme. “La scultura si pone come segno critico per una diversa lettura e fruizione del contesto: interrompendo la quiete dei consueti itinerari turistici, insinua dubbi, sollecita risposte, impone il problema del rapporto estetico dell’individuo con la qualità dell’ambiente e della vita quotidiana”, scriveva Staccioli nel 1980, rivendicando un atteggiamento attivo verso la storia ed evidenziando la necessità di riappropriarsi dei siti archeologici come luoghi vissuti all’interno del tessuto urbano.
Nel percorso spiccano i lavori degli anni Settanta, come Barriera e Piramide, dalle potenti connotazioni politica, ma anche il grande Portale, che sul viale delle Terme evoca l’ingresso di una città antica, e un esemplare degli Anelli, giganteschi occhi che attraversano lo spazio e contemporaneamente ne sono attraversati, tra le serie più popolari nella produzione dell’artista. Fino alla sofisticata Seneffe del 2013, una scultura in acciaio tubolare verniciato dal diametro di 10 metri e di appena 22 centimetri di spessore, e a Diagonale Palatina, ultima voce dello scultore, realizzata nel 2017 per l’esposizione Da Duchamp a Cattelan al Palatino e destinata a restare permanentemente a Caracalla dopo la chiusura della mostra.
Il paesaggio delle Terme si carica dunque di nuove risonanze, grazie a opere-intervento che interpretano la scultura come un’occasione per rileggere l’habitat sociale al di là di ogni nostalgica rievocazione del passato. Cemento, ferro e acciaio corten punteggiano l’itinerario di visita in realizzazioni monumentali, che proprio grazie alla sensibilità dei materiali si fanno testimoni dello scorrere del tempo.
Curata da Alberto Fiz e promossa dalla Soprintendenza Speciale di Roma in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e l’Archivio dell’artista, Mario Staccioli. Sensibile ambientale è accompagnata da un’ampia monografia edita da Electa, arricchita dai contributi di Alberto Fiz, Marco Bazzini, Hugh M. Davies, Massimo Mininni, Simona Santini, dalle testimonianze edite di Bruno Corà, Giuseppe Panza di Biumo e da un’intervista a Gillo Dorfles.
Sensibile ambientale – questo il titolo della mostra – rappresenta il primo omaggio postumo all’artista scomparso il 1° gennaio 2018 all’età di 80 anni: una retrospettiva completa per ripercorrere, tra sotterranei e spazi all’aperto, l’intera ricerca di uno dei principali interpreti della scultura italiana dal secondo dopoguerra.
In primo piano, l’intenso rapporto che Staccioli instaura con i luoghi attraverso le sue opere, per nulla in soggezione in una location dalla forte personalità come le Terme. “La scultura si pone come segno critico per una diversa lettura e fruizione del contesto: interrompendo la quiete dei consueti itinerari turistici, insinua dubbi, sollecita risposte, impone il problema del rapporto estetico dell’individuo con la qualità dell’ambiente e della vita quotidiana”, scriveva Staccioli nel 1980, rivendicando un atteggiamento attivo verso la storia ed evidenziando la necessità di riappropriarsi dei siti archeologici come luoghi vissuti all’interno del tessuto urbano.
Nel percorso spiccano i lavori degli anni Settanta, come Barriera e Piramide, dalle potenti connotazioni politica, ma anche il grande Portale, che sul viale delle Terme evoca l’ingresso di una città antica, e un esemplare degli Anelli, giganteschi occhi che attraversano lo spazio e contemporaneamente ne sono attraversati, tra le serie più popolari nella produzione dell’artista. Fino alla sofisticata Seneffe del 2013, una scultura in acciaio tubolare verniciato dal diametro di 10 metri e di appena 22 centimetri di spessore, e a Diagonale Palatina, ultima voce dello scultore, realizzata nel 2017 per l’esposizione Da Duchamp a Cattelan al Palatino e destinata a restare permanentemente a Caracalla dopo la chiusura della mostra.
Il paesaggio delle Terme si carica dunque di nuove risonanze, grazie a opere-intervento che interpretano la scultura come un’occasione per rileggere l’habitat sociale al di là di ogni nostalgica rievocazione del passato. Cemento, ferro e acciaio corten punteggiano l’itinerario di visita in realizzazioni monumentali, che proprio grazie alla sensibilità dei materiali si fanno testimoni dello scorrere del tempo.
Curata da Alberto Fiz e promossa dalla Soprintendenza Speciale di Roma in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e l’Archivio dell’artista, Mario Staccioli. Sensibile ambientale è accompagnata da un’ampia monografia edita da Electa, arricchita dai contributi di Alberto Fiz, Marco Bazzini, Hugh M. Davies, Massimo Mininni, Simona Santini, dalle testimonianze edite di Bruno Corà, Giuseppe Panza di Biumo e da un’intervista a Gillo Dorfles.
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