Dal 6 giugno al 10 ottobre al via il progetto di valorizzazione Gabiinsieme
Sette appuntamenti per scoprire l'antica Gabii: così rinasce il sito archeologico alle porte di Roma
Il tempio di Giunone gabina | Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma | Foto: © Roberto Galasso
Samantha De Martin
31/05/2021
Roma - Dai laboratori per bambini alle visite guidate, dalle narrazioni sceniche alle panchine di Michelangelo Pistoletto, la grande area archeologica di Gabii (alle porte di Roma) rivive consegnando al pubblico la sua storia che, dall’età del bronzo si allunga fino al medioevo.
A una ventina di chilometri dalla capitale, uno dei più importanti siti archeologici del territorio - che fu epicentro politico, economico e culturale fondamentale nel Latium vetus fino alla decadenza tra l’età tardoantica e il Medioevo - torna a raccontarsi ai visitatori dopo anni di silenzio.
A far rifiorire l’antico centro apprezzato da Augusto, e che la tradizione lega alla formazione di Romolo e Remo, “Gabii inieme”, un progetto sinergico di valorizzazione e tutela dell'antica area archeologica, ideato e sostenuto dal Comune di Roma insieme alle Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio, con il VI Municipio, l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e gli altri enti di ricerca sul territorio.
Terme ed edifici lungo la Prenestina antica | Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma | Foto: © Simona Sansonetti
Dal 6 giugno al 10 ottobre un calendario di appuntamenti per riscoprire Gabii
Un calendario interdisciplinare, gratuito, suddiviso in sette appuntamenti, dal 6 giugno al 10 ottobre, invita gli ospiti alla scoperta dell’area archeologica, tra visite guidate in compagnia di archeologi, spettacoli di danza e di teatro, attività ludico-artistiche, rievocazioni storiche (il programma completo è consultabile sul sito di Roma Capitale).
A partire da luglio il sito di Gabii sarà una delle sedi temporanee delle "100 panchine per Roma" a cura di Cittadellarte - Fondazione Pistoletto Onlus, sedute in plastica riciclata posizionate in modo da realizzare il simbolo del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto.
Cento panchine a Gabii | Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma | Foto: © Parallelozero
La riscoperta di Gabii grazie alla ricerca e alla tutela
L’antica città sorge a una ventina di chilometri a est di Roma, sul ciglio meridionale di un cratere occupato un tempo da un lago di origine vulcanica. Siamo al XII miglio della Via Prenestina, strada considerata, da un punto di vista strategico, una delle più importanti dell’impero.
Acquisito negli anni Ottanta dallo Stato e affidato alla Soprintendenza di Roma con l'obiettivo di realizzarne un parco archeologico suburbano, dopo anni di lavori che l’hanno sottratto alla vista del pubblico, questo importante sito archeologico che si estende per 70 ettari si avvia a diventare un itinerario tra bellezze archeologiche.
Le meraviglie dell’antica città
La città di Gabii si appresta alla rinascita, con le sue meraviglie archeologiche, la cinta muraria databile al IV secolo a.C., il santuario di Giunone, i resti delle terme - forse legate alla memoria di Augusto e decorate con pavimenti a mosaico - le strutture abitative databili tra l’VIII e il V secolo a.C. e poi un edificio risalente alla prima metà del VI secolo a.C.
Il medioevo fa invece capolino dal castrum Castilionis o Sanctæ Praxedis. Un casale ancora oggi visibile è il risultato di oltre cinquecento anni di trasformazioni, iniziate dal 1401 quando - per volere del papa Bonifacio IX - venne imposto lo smantellamento del castrum e la lriduzione a semplice edificio rustico.
Negli ultimi anni le indagini della Soprintendenza Speciale, in più punti dell'abitato, e le collaborazioni con enti di ricerca italiani e stranieri hanno gettato nuova luce sulla storia e sulle vicende urbanistiche di Gabii, riportandola al centro del panorama archeologico italiano.
Casale Castrum Castilionis | Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma | Foto: © Simona Sansonetti
Gabii “preziosa” grazie alla sua pietra
Entrata nell’orbita dell’Urbs grazie all’attività estrattiva connessa a un particolare materiale da costruzione, oggi noto come "pietra gabina", Gabii restò un centro florido anche sotto il dominio di Roma. Le proprietà di questa pietra, come la supposta resistenza al fuoco, ne fecero uno dei materiali più utilizzati nell'architettura romana tardo-repubblicana.
Leggi anche:
• L'enigma della vasca di Malafede: cinque secoli di storia in un ritrovamento alle porte di Roma
A una ventina di chilometri dalla capitale, uno dei più importanti siti archeologici del territorio - che fu epicentro politico, economico e culturale fondamentale nel Latium vetus fino alla decadenza tra l’età tardoantica e il Medioevo - torna a raccontarsi ai visitatori dopo anni di silenzio.
A far rifiorire l’antico centro apprezzato da Augusto, e che la tradizione lega alla formazione di Romolo e Remo, “Gabii inieme”, un progetto sinergico di valorizzazione e tutela dell'antica area archeologica, ideato e sostenuto dal Comune di Roma insieme alle Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio, con il VI Municipio, l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e gli altri enti di ricerca sul territorio.
Terme ed edifici lungo la Prenestina antica | Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma | Foto: © Simona Sansonetti
Dal 6 giugno al 10 ottobre un calendario di appuntamenti per riscoprire Gabii
Un calendario interdisciplinare, gratuito, suddiviso in sette appuntamenti, dal 6 giugno al 10 ottobre, invita gli ospiti alla scoperta dell’area archeologica, tra visite guidate in compagnia di archeologi, spettacoli di danza e di teatro, attività ludico-artistiche, rievocazioni storiche (il programma completo è consultabile sul sito di Roma Capitale).
A partire da luglio il sito di Gabii sarà una delle sedi temporanee delle "100 panchine per Roma" a cura di Cittadellarte - Fondazione Pistoletto Onlus, sedute in plastica riciclata posizionate in modo da realizzare il simbolo del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto.
Cento panchine a Gabii | Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma | Foto: © Parallelozero
La riscoperta di Gabii grazie alla ricerca e alla tutela
L’antica città sorge a una ventina di chilometri a est di Roma, sul ciglio meridionale di un cratere occupato un tempo da un lago di origine vulcanica. Siamo al XII miglio della Via Prenestina, strada considerata, da un punto di vista strategico, una delle più importanti dell’impero.
Acquisito negli anni Ottanta dallo Stato e affidato alla Soprintendenza di Roma con l'obiettivo di realizzarne un parco archeologico suburbano, dopo anni di lavori che l’hanno sottratto alla vista del pubblico, questo importante sito archeologico che si estende per 70 ettari si avvia a diventare un itinerario tra bellezze archeologiche.
Le meraviglie dell’antica città
La città di Gabii si appresta alla rinascita, con le sue meraviglie archeologiche, la cinta muraria databile al IV secolo a.C., il santuario di Giunone, i resti delle terme - forse legate alla memoria di Augusto e decorate con pavimenti a mosaico - le strutture abitative databili tra l’VIII e il V secolo a.C. e poi un edificio risalente alla prima metà del VI secolo a.C.
Il medioevo fa invece capolino dal castrum Castilionis o Sanctæ Praxedis. Un casale ancora oggi visibile è il risultato di oltre cinquecento anni di trasformazioni, iniziate dal 1401 quando - per volere del papa Bonifacio IX - venne imposto lo smantellamento del castrum e la lriduzione a semplice edificio rustico.
Negli ultimi anni le indagini della Soprintendenza Speciale, in più punti dell'abitato, e le collaborazioni con enti di ricerca italiani e stranieri hanno gettato nuova luce sulla storia e sulle vicende urbanistiche di Gabii, riportandola al centro del panorama archeologico italiano.
Casale Castrum Castilionis | Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma | Foto: © Simona Sansonetti
Gabii “preziosa” grazie alla sua pietra
Entrata nell’orbita dell’Urbs grazie all’attività estrattiva connessa a un particolare materiale da costruzione, oggi noto come "pietra gabina", Gabii restò un centro florido anche sotto il dominio di Roma. Le proprietà di questa pietra, come la supposta resistenza al fuoco, ne fecero uno dei materiali più utilizzati nell'architettura romana tardo-repubblicana.
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