Un'occasione per far conoscere il capolavoro nel mondo
Quel Caravaggio pronto a partire da Siracusa
Michelangelo Merisi da Caravaggio, Seppellimento di Santa Lucia, 1608, Olio su tela, 405 x 300 cm, Siracusa, Chiesa di Santa Lucia alla Badia
Piero Muscarà
31/08/2020
Siracusa - Le polemiche ancora agitano gli animi di molti a Siracusa. Partirà o non partirà Caravaggio? Parliamo del capolavoro Seppellimento di Santa Lucia che Michelangelo Merisi completò alla fine del 1608 quando, fuggito dalle prigioni dei Cavalieri di Malta, trovò rifugio in Sicilia.
Il dipinto si prepara a lasciare i lidi aretusei per raggiungere il MART di Rovereto presieduto da Vittorio Sgarbi per una mostra che aprirà a metà ottobre prossimo, non prima di esser passato a Roma all’Istituto Centrale di Restauro per esser pulito, restaurato e messo in sicurezza prima di essere esposto ‘in dialogo e confronto’ tra passato e presente, tra ‘Nord e Sud’ con altri capolavori conservati nel museo trentino, tra cui le opere di Alberto Burri. L'intervento di restauro progettato dal MART prevede un investimento di 350mila euro per portare a termine l'intervento conservativo e dotare l'opera di un climabox, un sistema che consente di stabilizzare l'umidità a contatto con la preziosa tela che, a detta degli esperti, ha patito un grave decadimento dopo il restauro realizzato sempre dall'Istituto Centrale di Restauro di Roma del 1971.
L’imponente dipinto di Caravaggio, un olio su tela alto 4 metri e largo 3, da secoli è oggetto di ammirazione di visitatori e amanti dell’arte e di grande devozione popolare. Dal 2011 è esposto nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia che sorge in Piazza del Duomo a pochi passi dalla Cattedrale della Natività di Maria Santissima nel punto più elevato dell’Isola di Ortigia.
Se il progetto proposto da Sgarbi e avallato dal Fondo Edifici di Culto (FEC - l'ente proprietario dell'opera gestito dal Ministero dell'Interno) e dalla Soprintendenza di Siracusa andrà in porto, dopo la mostra al MART, il dipinto farà ritorno in Sicilia per essere esposto, restaurato e protetto, nella sua originaria collocazione quale pala dell’altare maggiore della Basilica di Santa Lucia Fuori le Mura in occasione della tradizionale Festa della santa patrona che si celebra ogni anno tra il 13 e il 20 dicembre.
Contro il progetto di Caravaggio al MART si sono schierati in molti ‘siracusani e non' guidati dal sindaco cittadino Francesco Italia e dall’Arcidiocesi di Siracusa e affiancati da un ampio 'fronte del No' capitanato dal critico d’arte Paolo Giansiracusa e da numerosi intellettuali e associazioni locali tra cui Italia Nostra Sicilia, Dracma, SiciliAntica, Comitato Ortigia Sostenibile, BCsicilia, e l’associazione Amici del Caravaggio.
Il non recondito timore del fronte che si oppone allo spostamento temporaneo del Seppellimento, stando alla vox populi, è lo ‘scippo’: ovvero la paura che l’opera, una volta lasciata la Sicilia, non faccia più ritorno a Siracusa. E a tal proposito si portano testimonianze e le più svariate ragioni: dal diverso parere dell’Istituto Regionale del Restauro siciliano sulla necessità di riparare l’opera, alle inevitabili preoccupazioni circa i pericoli insiti nel trasporto della preziosa tela, sino alle migliaia di visitatori che verrebbero private, tra metà settembre e metà dicembre prossimi, della vista del capolavoro.
Fuor di polemica, va detto che questo straordinario dipinto di Caravaggio è certamente tra le opere del tormentato genio seicentesco meno conosciute dal grande pubblico. E non perché sia meno importante di altre più celebri opere del Merisi come la Giuditta di Palazzo Barberini, David con la testa di Golia della Galleria Borghese o Sette opere di Misericordia del Pio Monte a Napoli.
L’operazione promossa da Sgarbi avrà certamente grande risonanza nazionale e internazionale portando l’opera di Caravaggio nel contesto di una delle più importanti istituzioni culturali italiane, quel Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto che nelle sue tre sedi lo scorso anno ha segnato oltre 130.000 visitatori.
Vedremo se nei prossimi giorni il nodo siracusano verrà sciolto e se, dopo le molte polemiche, il Seppellimento di Santa Lucia avrà l’occasione di esser scoperto, visto e apprezzato in questo suo breve tour nel Nord Italia.
Il progetto del MART, se verrà corroborato come si immagina da una vasta campagna promozionale e sui media, potrebbe invece divenire un esempio virtuoso di quel tanto decantato ‘marketing culturale’ di cui il nostro Paese ha bisogno, superando le consuete compartimentazioni amministrative e culturali e quell’approccio localistico che, salvo rare eccezioni, continua a permeare il mondo dell’arte in Italia.
Una maggiore notorietà italiana e internazionale del Seppellimento di Santa Lucia potrebbe anche essere anche un ulteriore punto di forza intorno a cui costruire in futuro un turismo culturale di qualità nella città di Siracusa rifuggendo la tentazione di emulare scelte infauste, con grandi navi e turismo ‘mordi e fuggi’, che hanno reso così fragili, come si è visto, anche sul piano economico, in era post-Covid, altre celebri città d’arte italiane come Venezia o Firenze. Anziché fare a gara per incrementare i 450mila arrivi nella città aretusea (+6% nel 2019 rispetto all’anno precedente) forse oggi servirebbe favorire una stagione più lunga alimentata da un turismo lento di qualità, che esplori e valorizzi un territorio tra i più straordinari del nostro Paese. Una riflessione che speriamo venga fatta propria anche dall'amministrazione comunale, dalla Regione Sicilia e da Siracusa Turismo.
Infine un ultimo auspicio. Piccolo, marginale, ma forse non meno importante. Che il viaggio del capolavoro di Caravaggio al MART sia anche anche l’occasione per il Fondo Edifici di Culto di ripensare quelle tortuose, complesse, costose e poco utili procedure amministrative, che di fatto rendono quasi impossibile fotografare simili capolavori, come abbiamo sperimentato noi ignari visitatori di ARTE.it qualche giorno fa ad Ortigia entrando nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia per vedere coi nostri occhi il prezioso dipinto. Vietare ad un turista di scattare una fotografia oggi, nel 2020, ai tempi di Internet, Facebook e Instagram, è un anacronismo che non ci possiamo più permettere e che nessun grande museo al mondo pratica più da anni, neppure per tutelare la vendita di qualche cartolina in più. Non davvero se crediamo che l’arte sia il primo punto intorno a cui costruire una rinascita culturale e anche economica del Paese più bello del mondo.
Il dipinto si prepara a lasciare i lidi aretusei per raggiungere il MART di Rovereto presieduto da Vittorio Sgarbi per una mostra che aprirà a metà ottobre prossimo, non prima di esser passato a Roma all’Istituto Centrale di Restauro per esser pulito, restaurato e messo in sicurezza prima di essere esposto ‘in dialogo e confronto’ tra passato e presente, tra ‘Nord e Sud’ con altri capolavori conservati nel museo trentino, tra cui le opere di Alberto Burri. L'intervento di restauro progettato dal MART prevede un investimento di 350mila euro per portare a termine l'intervento conservativo e dotare l'opera di un climabox, un sistema che consente di stabilizzare l'umidità a contatto con la preziosa tela che, a detta degli esperti, ha patito un grave decadimento dopo il restauro realizzato sempre dall'Istituto Centrale di Restauro di Roma del 1971.
L’imponente dipinto di Caravaggio, un olio su tela alto 4 metri e largo 3, da secoli è oggetto di ammirazione di visitatori e amanti dell’arte e di grande devozione popolare. Dal 2011 è esposto nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia che sorge in Piazza del Duomo a pochi passi dalla Cattedrale della Natività di Maria Santissima nel punto più elevato dell’Isola di Ortigia.
Se il progetto proposto da Sgarbi e avallato dal Fondo Edifici di Culto (FEC - l'ente proprietario dell'opera gestito dal Ministero dell'Interno) e dalla Soprintendenza di Siracusa andrà in porto, dopo la mostra al MART, il dipinto farà ritorno in Sicilia per essere esposto, restaurato e protetto, nella sua originaria collocazione quale pala dell’altare maggiore della Basilica di Santa Lucia Fuori le Mura in occasione della tradizionale Festa della santa patrona che si celebra ogni anno tra il 13 e il 20 dicembre.
Contro il progetto di Caravaggio al MART si sono schierati in molti ‘siracusani e non' guidati dal sindaco cittadino Francesco Italia e dall’Arcidiocesi di Siracusa e affiancati da un ampio 'fronte del No' capitanato dal critico d’arte Paolo Giansiracusa e da numerosi intellettuali e associazioni locali tra cui Italia Nostra Sicilia, Dracma, SiciliAntica, Comitato Ortigia Sostenibile, BCsicilia, e l’associazione Amici del Caravaggio.
Il non recondito timore del fronte che si oppone allo spostamento temporaneo del Seppellimento, stando alla vox populi, è lo ‘scippo’: ovvero la paura che l’opera, una volta lasciata la Sicilia, non faccia più ritorno a Siracusa. E a tal proposito si portano testimonianze e le più svariate ragioni: dal diverso parere dell’Istituto Regionale del Restauro siciliano sulla necessità di riparare l’opera, alle inevitabili preoccupazioni circa i pericoli insiti nel trasporto della preziosa tela, sino alle migliaia di visitatori che verrebbero private, tra metà settembre e metà dicembre prossimi, della vista del capolavoro.
Fuor di polemica, va detto che questo straordinario dipinto di Caravaggio è certamente tra le opere del tormentato genio seicentesco meno conosciute dal grande pubblico. E non perché sia meno importante di altre più celebri opere del Merisi come la Giuditta di Palazzo Barberini, David con la testa di Golia della Galleria Borghese o Sette opere di Misericordia del Pio Monte a Napoli.
L’operazione promossa da Sgarbi avrà certamente grande risonanza nazionale e internazionale portando l’opera di Caravaggio nel contesto di una delle più importanti istituzioni culturali italiane, quel Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto che nelle sue tre sedi lo scorso anno ha segnato oltre 130.000 visitatori.
Vedremo se nei prossimi giorni il nodo siracusano verrà sciolto e se, dopo le molte polemiche, il Seppellimento di Santa Lucia avrà l’occasione di esser scoperto, visto e apprezzato in questo suo breve tour nel Nord Italia.
Il progetto del MART, se verrà corroborato come si immagina da una vasta campagna promozionale e sui media, potrebbe invece divenire un esempio virtuoso di quel tanto decantato ‘marketing culturale’ di cui il nostro Paese ha bisogno, superando le consuete compartimentazioni amministrative e culturali e quell’approccio localistico che, salvo rare eccezioni, continua a permeare il mondo dell’arte in Italia.
Una maggiore notorietà italiana e internazionale del Seppellimento di Santa Lucia potrebbe anche essere anche un ulteriore punto di forza intorno a cui costruire in futuro un turismo culturale di qualità nella città di Siracusa rifuggendo la tentazione di emulare scelte infauste, con grandi navi e turismo ‘mordi e fuggi’, che hanno reso così fragili, come si è visto, anche sul piano economico, in era post-Covid, altre celebri città d’arte italiane come Venezia o Firenze. Anziché fare a gara per incrementare i 450mila arrivi nella città aretusea (+6% nel 2019 rispetto all’anno precedente) forse oggi servirebbe favorire una stagione più lunga alimentata da un turismo lento di qualità, che esplori e valorizzi un territorio tra i più straordinari del nostro Paese. Una riflessione che speriamo venga fatta propria anche dall'amministrazione comunale, dalla Regione Sicilia e da Siracusa Turismo.
Infine un ultimo auspicio. Piccolo, marginale, ma forse non meno importante. Che il viaggio del capolavoro di Caravaggio al MART sia anche anche l’occasione per il Fondo Edifici di Culto di ripensare quelle tortuose, complesse, costose e poco utili procedure amministrative, che di fatto rendono quasi impossibile fotografare simili capolavori, come abbiamo sperimentato noi ignari visitatori di ARTE.it qualche giorno fa ad Ortigia entrando nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia per vedere coi nostri occhi il prezioso dipinto. Vietare ad un turista di scattare una fotografia oggi, nel 2020, ai tempi di Internet, Facebook e Instagram, è un anacronismo che non ci possiamo più permettere e che nessun grande museo al mondo pratica più da anni, neppure per tutelare la vendita di qualche cartolina in più. Non davvero se crediamo che l’arte sia il primo punto intorno a cui costruire una rinascita culturale e anche economica del Paese più bello del mondo.
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