Dal 27 novembre presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi

Gli animali di Steve McCurry in arrivo a Torino

Steve McCurry, Chiang Mai, Thailand, 2010 © Steve McCurry
 

Francesca Grego

07/10/2021

Torino - Il mondo degli animali va in scena a Torino grazie a una star della fotografia contemporanea. Dopo le mostre dedicate a Vivian Mayer, Frida Kahlo ed Andy Warhol, dal prossimo 27 novembre al 1° maggio 2022 la Palazzina di Caccia di Stupinigi accoglierà 60 scatti di Steve McCurry tratti dal vasto progetto Animals, iniziato nel 1991 in Medio Oriente, durante la prima Guerra del Golfo, per arricchirsi nel tempo grazie ai numerosi viaggi compiuti dal fotografo statunitense in giro per il mondo. Curata dall’esperta Biba Giacchetti, l’esposizione torinese è il risultato di un lavoro realizzato in stretta collaborazione con McCurry, che oltre ad aprire il suo immenso archivio ha contribuito a scegliere le immagini più adatte a descrivere le diverse sfaccettature della vita animale e dei suoi legami con l’umanità. 


Steve McCurry, Gujarat, India, 2009 © Steve McCurry

Steve McCurry - Animals nasce per presentare al pubblico un mosaico composto di mille e una storia: un’opera corale fatta di interazione e condivisione, che tocca i temi del lavoro e del sostentamento che gli animali offrono agli uomini, dell’affetto che lega i pet - anche quelli delle specie più insolite - ai loro amici umani, delle conseguenze delle nostre azioni sulla fauna locale e globale. In viaggio dall’Africa agli States, fino al Giappone, McCurry è pronto a sorprenderci con le sue immagini emozionanti e vivide catturate nel flusso della vita quotidiana, tra animali amati e riconosciuti come autentici compagni di vita o sfruttati, talvolta come unica risorsa per sopravvivere a una condizione di miseria. Non mancheranno, naturalmente, i primi scatti realizzati nell’area del Golfo Persico per documentare il disastroso impatto del conflitto sull’ambiente: dagli uccelli migratori incapaci di muoversi perché interamente cosparsi di petrolio ai cammelli in marcia tra i pozzi in fiamme. Con queste immagini il maestro americano si aggiudicò il prestigioso World Press Photo 1992, anche grazie al favore della Children Jury, una giuria composta da bambini di tutto il mondo. 


Steve McCurry, Al Ahmadi, Kuwait, 1991 © Steve McCurry

Animals ci invita a riflettere sul fatto che non siamo soli in questo mondo, in mezzo a tutte le creature viventi attorno a noi. Ma soprattutto lascia ai visitatori un messaggio: ossia che, sebbene esseri umani e animali condividano la medesima terra, solo noi umani abbiamo il potere necessario per difendere e salvare il pianeta”, spiega la curatrice.  Proprio per questo la mostra sarà accompagnata da spettacolari proiezioni multimediali sul tema dello scioglimento dei ghiacciai causato dal surriscaldamento globale, che sta mettendo in pericolo la sopravvivenza di numerose specie animali e di interi ecosistemi. 


Steve McCurry, Nagano, Japan, 2018 © Steve McCurry

Per Steve McCurry Torino non è l’unica tappa italiana della stagione. Sabato 9 ottobre il fotografo terrà una lectio magistralis presso la Raffles School di Milano, da seguire anche in streaming sulla pagina Facebook di Leica Camera Italia: al centro dell’incontro, i suoi ultimi reportage dall’Italia e dal mondo, ma anche le emergenze dell’attualità, con i cambiamenti climatici in cima all’agenda. 


Steve McCurry, Sharbat Gula, ragazza afgana al campo profughi di Nasir Bagh vicino a Peshawar, Pakistan, 1984

La mostra Icons, invece, porta per la prima volta in Veneto oltre 100 fotografie scelte per restituire un quadro completo del lavoro di McCurry. Appena inaugurata e visibile a Palazzo Sarcinelli di Conegliano (Treviso) fino al 13 febbraio, è la sintesi di 40 anni di viaggi, esperienze ed emozioni. Ritratti che colpiscono nel segno, impressionanti fenomeni naturali, conflitti armati, scene di serena quotidianità conducono gli spettatori nel vivo della ricerca del maestro, dove il richiamo di terre lontane è una costante. E non mancano nemmeno gli occhi verdi di Sharbat Gula, la “ragazza afghana” diventata inconsapevolmente un’icona grazie a uno scatto catturato nel campo profughi di Peshawar in Pakistan nel lontano 1985. McCurry riuscì a rintracciarla in Afghanistan all’inizio degli anni Duemila e a ringraziarla per l’immagine che gli aveva regalato la fama internazionale. Inevitabilmente, il pensiero è tornato a lei dopo la recente riconquista del paese da parte dei talebani. 


Steve McCurry, Los Angeles, USA, 1991 © Steve McCurry

“La maggior parte delle mie foto è radicata nella gente”, ha detto il fotografo: “Cerco il momento in cui si affaccia l’anima più genuina, in cui l’esperienza s’imprime sul volto di una persona. Cerco di trasmettere ciò che può essere una persona colta in un contesto più ampio che potremmo chiamare la condizione umana. Voglio trasmettere il senso viscerale della bellezza e della meraviglia che ho trovato di fronte a me, durante i miei viaggi, quando la sorpresa dell’essere estraneo si mescola alla gioia della familiarità”.


Steve McCurry, Marseille, France, 1989 © Steve McCurry

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