Magie della pittura al Museo delle Automobili: sono vere o dipinte?

Museo dell'Auto | Mostra "L'auto, la forma, i riflessi", Torino, 2012
 

17/11/2012

Torino - La pittura iperrealista di Enrico Ghinato, "raffinata, viruosistica e visionaria", ispirata al fotorealismo americano ripercorre una parte importante della storia italiana, a partire dagli anni Sessanta, sintetizzandola attraverso quella dell'automobile. E con il suo linguaggio pittorico fatto di analisi accuratissima dei particolari e utilizzo di superfici smaltate, riesce a restituire l'eleganza delle linee di una vettura come se fosse presente sotto i nostri occhi con la carrozeria smagliante e i fanali luccicanti.

Da oggi e fino al 20 gennaio 2013, trenta dei suoi dipinti, anzi dei suoi "ritratti" di automobile saranno al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino (MAUTO) che con questa mostra intitolata "L'auto, La Forma, I Riflessi"  organizzata in collaborazione con la Galleria d’Arte Contini di Venezia e Cortina d’Ampezzo, inaugura ufficialmente lo spazio dedicato alle esposizioni temporanee.

"Grazie alla sua pittura Enrico Ghinato sa esaltare anche i minimi dettagli di un’auto... Per questo lo considero il Leonardo da Vinci dell’automobile", spiega il Direttore del Mauto, Rodolfo Gaffino Rossi.

"Uno degli scopi principali dell’arte è quello di provocare un’esperienza plurisensoriale, che non si limita unicamente alla vista ma chiama in causa l’udito, l’olfatto, il gusto e il tatto. I quadri di Ghinato svolgono esattamente tale compito, proiettandoci in una dimensione percettiva complessa, da vero illusionista della pittura qual è" scrive Luca Beatrice, curatore della mostra.

Il ciclo di dipinti di Ghinato, poi, trova in questo museo una naturale continuità di narrazione attraverso le automobili in esposizione, riunite in una collezione di quasi duecento modelli originali di ottanta diverse marche, dalle prime vetture a vapore del 1769 fino alle più recenti. L'ambientazione del museo, contemporanea e avveniristica, è stata ideata e progettata dall’architetto Cino Zucchi mentre lo spazio espositivo, animato da un'illuminazione dinamica e dalla proiezione di filmati, è opera dello scenografo François Confino, lo stesso che a Torino aveva già firmato l'allestimento del Museo Nazionale del Cinema.

Nicoletta Speltra