Il 22 luglio riapre al pubblico il Museo d’arte Contemporanea
Il nuovo volto del MAC di Gibellina, racconto di una comunità rinata nel segno dell'arte
MAC - Museo d'Arte Contemporanea, Gibellina, Sala Mario Schifano | Courtesy MAC
Samantha De Martin
21/07/2021
Trapani - Ricostruire il volto umano delle strade del borgo contadino del Belice, scrostato via dagli sguardi della gente, da vicoli e vanedde, per ritrovare anima e bellezza sepolte tra le macerie e riconsegnarle al mondo attraverso il conforto nell’arte.
Rimase a lungo questa la priorità dopo lo shock del sisma che, nella notte tra il 14 e il 15 gennaio del 1968, cancellò con un colpo di spugna una vasta area della Sicilia occidentale. Erano arrivati in tanti a Gibellina, per restituire al borgo la sua memoria. E il sindaco esteta di allora, Ludovico Corrao, con l'appoggio di Pietro Consagra, aveva chiamato a raccolta gli artisti affinché la colorassero di installazioni, architetture azzardate, virgole di contemporaneità.
Vent’anni dopo il sisma, nel 1980, arrivò anche il collezionista Nino Soldano che decise di donare a Gibellina la sua poderosa collezione di grafica. Sarebbe stata quella la prima cellula del Museo d’arte contemporanea di Gibellina, che oggi, a distanza di 30 anni da quel tentativo, e dopo lo stop dovuto alla pandemia, riapre con un volto completamente rinnovato.
MAC - Museo d'Arte Contemporanea, Gibellina, Sala museo en plein air | Courtesy MAC
In quel lontano 1980 il MAC non possedeva ancora la sua sede e le 83 opere della collezione Soldano furono temporaneamente sistemate nella scuola elementare per essere trasferite, un anno dopo, in un’ala dell’Istituto comprensivo Papa Giovanni XXIII.
Dopo alterne vicende e l'ultima chiusura per ristrutturazione con fondi comunitari durata sei anni, questo rinnovato scrigno riapre le porte, forte di un nuovo allestimento espositivo e museografico che raddoppia i lavori nella collezione permanente. L’apertura al pubblico è prevista da domani, giovedì 22 luglio, mentre, nei due weekend a seguire (24 e 25 luglio - 31 luglio e 1° agosto), l’ingresso sarà gratuito per i residenti di Gibellina. C’è attesa per questa nuova veste che, assicurano dal museo di viale Segesta, “metterà in risalto il racconto di una comunità rinata nel segno dell'arte".
MAC - Museo d'Arte Contemporanea, Gibellina, ingresso | Courtesy MAC
Un percorso di circa 400 opere, il doppio rispetto a quante erano esposte prima della chiusura, esplorerà la più ampia collezione del Sud Italia con i suoi oltre duemila lavori di pittura, scultura, grafica, fotografia e le maquette delle grandi opere di Gibellina Nuova e del Cretto di Burri.
Otto sezioni scandiscono un percorso espositivo storico-cronologico che, dal primo Novecento si allunga alle ultime Avanguardie, cucendo un tessuto contemporaneo che dialoga con il territorio, completo di bookshop specializzato in editoria d’arte e caffetteria.
Il nuovo MAC accoglierà gli ospiti con l’ampia corte che conduce all’ingresso, pronta a trasformarsi in una sezione en plein air, un assaggio dell’enorme museo a cielo aperto che è l'intera Gibellina.
MAC - Museo d'Arte Contemporanea, Gibellina, Sala museo en plein air | Courtesy MAC
I visitatori torneranno a rivedere opere come il Ciclo della natura, le dieci grandi tele dedicate ai bambini di Gibellina, realizzate sul posto da Mario Schifano nella primavera del 1984, la La notte di Gibellina di Renato Guttuso, accanto a lavori di Fausto Pirandello, Piero Dorazio, Franco Angeli, Mimmo Paladino, Emilio Isgrò.
Immancabili i “Prisenti”, i drappi cerimoniali ricamati dalle donne di Gibellina su disegno di Carla Accardi a Renata Boero, Nja Mahdaoui, Carlo Ciussi e Giuseppe Santomaso. Simboli antichi della religiosità contadina diventati opere d’arte cariche di significato.
MAC - Museo d'Arte contemporanea di Gibellina, Il '900 tra Realismo e Astrattismo | Courtesy MAC
Rimase a lungo questa la priorità dopo lo shock del sisma che, nella notte tra il 14 e il 15 gennaio del 1968, cancellò con un colpo di spugna una vasta area della Sicilia occidentale. Erano arrivati in tanti a Gibellina, per restituire al borgo la sua memoria. E il sindaco esteta di allora, Ludovico Corrao, con l'appoggio di Pietro Consagra, aveva chiamato a raccolta gli artisti affinché la colorassero di installazioni, architetture azzardate, virgole di contemporaneità.
Vent’anni dopo il sisma, nel 1980, arrivò anche il collezionista Nino Soldano che decise di donare a Gibellina la sua poderosa collezione di grafica. Sarebbe stata quella la prima cellula del Museo d’arte contemporanea di Gibellina, che oggi, a distanza di 30 anni da quel tentativo, e dopo lo stop dovuto alla pandemia, riapre con un volto completamente rinnovato.
MAC - Museo d'Arte Contemporanea, Gibellina, Sala museo en plein air | Courtesy MAC
In quel lontano 1980 il MAC non possedeva ancora la sua sede e le 83 opere della collezione Soldano furono temporaneamente sistemate nella scuola elementare per essere trasferite, un anno dopo, in un’ala dell’Istituto comprensivo Papa Giovanni XXIII.
Dopo alterne vicende e l'ultima chiusura per ristrutturazione con fondi comunitari durata sei anni, questo rinnovato scrigno riapre le porte, forte di un nuovo allestimento espositivo e museografico che raddoppia i lavori nella collezione permanente. L’apertura al pubblico è prevista da domani, giovedì 22 luglio, mentre, nei due weekend a seguire (24 e 25 luglio - 31 luglio e 1° agosto), l’ingresso sarà gratuito per i residenti di Gibellina. C’è attesa per questa nuova veste che, assicurano dal museo di viale Segesta, “metterà in risalto il racconto di una comunità rinata nel segno dell'arte".
MAC - Museo d'Arte Contemporanea, Gibellina, ingresso | Courtesy MAC
Un percorso di circa 400 opere, il doppio rispetto a quante erano esposte prima della chiusura, esplorerà la più ampia collezione del Sud Italia con i suoi oltre duemila lavori di pittura, scultura, grafica, fotografia e le maquette delle grandi opere di Gibellina Nuova e del Cretto di Burri.
Otto sezioni scandiscono un percorso espositivo storico-cronologico che, dal primo Novecento si allunga alle ultime Avanguardie, cucendo un tessuto contemporaneo che dialoga con il territorio, completo di bookshop specializzato in editoria d’arte e caffetteria.
Il nuovo MAC accoglierà gli ospiti con l’ampia corte che conduce all’ingresso, pronta a trasformarsi in una sezione en plein air, un assaggio dell’enorme museo a cielo aperto che è l'intera Gibellina.
MAC - Museo d'Arte Contemporanea, Gibellina, Sala museo en plein air | Courtesy MAC
I visitatori torneranno a rivedere opere come il Ciclo della natura, le dieci grandi tele dedicate ai bambini di Gibellina, realizzate sul posto da Mario Schifano nella primavera del 1984, la La notte di Gibellina di Renato Guttuso, accanto a lavori di Fausto Pirandello, Piero Dorazio, Franco Angeli, Mimmo Paladino, Emilio Isgrò.
Immancabili i “Prisenti”, i drappi cerimoniali ricamati dalle donne di Gibellina su disegno di Carla Accardi a Renata Boero, Nja Mahdaoui, Carlo Ciussi e Giuseppe Santomaso. Simboli antichi della religiosità contadina diventati opere d’arte cariche di significato.
MAC - Museo d'Arte contemporanea di Gibellina, Il '900 tra Realismo e Astrattismo | Courtesy MAC
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