Dal 13 aprile al 28 luglio al Museo santa Caterina
Donne in scena. Il bel mondo al femminile, da Boldini a Selvatico, si svela a Treviso

Alberto Martini, RItratto di Wally Toscanini, collezione privata
Samantha De Martin
23/02/2024
Treviso - Ventagli e abiti sontuosi, profumi e bizzarri cappelli ondeggiano sulla tela tra volti e sguardi di donna densi di seduzione.
Lo charme femminile della Belle Époque va in scena in una mostra dedicata alle donne alla moda, protagoniste del bel mondo tra Otto e Novecento durante l’affermarsi della modernità.
Il percorso dal titolo Donna in scena. Boldini, Selvatico, Martini, atteso a Treviso dal 13 aprile al 28 luglio, si appresta a portare al Museo santa Caterina una società in equilibrio tra tradizione e progresso, nella quale la donna conquista i suoi spazi di libertà e indipendenza.
Cantori di questo momento magico saranno i più grandi ritrattisti dell’epoca, specializzati nel grande ritratto femminile, e per questo celebri, ammirati, e contesi, chiamati a eternare i volti e gli sguardi, a trasporre sulle tele l’erotismo di un’epoca unica. Ed eccole le celebrità, da Eleonora Duse a Wally Toscanini, da Lydia Borelli a Toti Dal Monte, alla contessa Calzavara, darsi convegno accanto a eleganti esponenti della borghesia e della nobiltà trevigiana, veneta e nazionale, immortalati dai più affermati pittori a cavallo tra i due secoli.
Alessandro Milesi, Ritratto di gentildonna, collezione privata
Capolavori di maestri come Giovanni Boldini, Giacomo Grosso, Vittorio Corcos, John Lavery, Giuseppe de Nittis, Federico Zandomeneghi, Giulio Ettore Erler e Lino Selvatico, affiancheranno a Treviso i lavori di Alberto Martini, precursore del surrealismo e ritrattista dall’atmosfera magica. Prestate alla mostra da istituzioni, musei e collezioni pubbliche e private, insieme a disegni, sculture e affiches dal Museo Nazionale della Collezione Salce di Treviso, le opere si apprestano a restituire ai visitatori quella porzione di società privilegiata protagonista dei salotti alla moda e della joie de vivre, che faceva a gara per posare al cospetto dei pittori più in voga. I visitatori saranno così chiamati a riscoprire, rivivere, e sognare, il fascino di un’epoca proiettata verso la modernità, ma al tempo intrisa di uno spirito decadente e di una sensualità romantica.

Giulio Ettore Erler, Ritratto contessa Calzavara, Musei Civici di Treviso
“La mostra - sottolinea Fabrizio Malachin, direttore dei Civici Musei Trevigiani - prende le mosse dall’attività di due protagonisti della scena trevigiana e veneta di quell’epoca che l’Istituto desidera far riscoprire al grande pubblico nel centenario e nel sessantesimo anniversario dalla morte: Lino Selvatico e Giulio Ettore Erler. Artisti celebri, in particolare per i grandi ritratti femminili, fino ai nudi sensuali ma mai volgari, che hanno raccontato il nascere di quel ‘piccolo’ mondo borghese veneto. Le loro opere sono una finestra su un’epoca romantica, affascinante, mondana ma anche decadente. Entrambi sono legati a Treviso per le vicende biografiche personali e artistiche”.

Giulio Ettore Erler, Ritratto della signorina Rita Tibolla, La signorina col cane, collezione privata
Il progetto nasce dalla recente acquisizione da parte dei Musei Civici di Treviso dell’ampio nucleo di opere (dipinti, bozzetti, disegni, incisioni, schizzi e lavori giovanili e preparatori) di proprietà della famiglia dell’artista Lino Selvatico, in forma di comodato gratuito e, in parte, di donazione. Si tratta di oltre 50 dipinti e circa 300 opere grafiche, a cui si aggiungono stampe e fotografie usate dall’artista per studio e soprattutto l’archivio privato del pittore, costituito da 25 faldoni di documenti, diari e manoscritti, per lo più inediti, fotografie di famiglia, l’archivio personale e la biblioteca personale di 1200 volumi. Questo nucleo non è attualmente esposto, ma in occasione della mostra sarà effettuata una scelta dei migliori pezzi che saranno presentati per la prima volta.
Lo charme femminile della Belle Époque va in scena in una mostra dedicata alle donne alla moda, protagoniste del bel mondo tra Otto e Novecento durante l’affermarsi della modernità.
Il percorso dal titolo Donna in scena. Boldini, Selvatico, Martini, atteso a Treviso dal 13 aprile al 28 luglio, si appresta a portare al Museo santa Caterina una società in equilibrio tra tradizione e progresso, nella quale la donna conquista i suoi spazi di libertà e indipendenza.
Cantori di questo momento magico saranno i più grandi ritrattisti dell’epoca, specializzati nel grande ritratto femminile, e per questo celebri, ammirati, e contesi, chiamati a eternare i volti e gli sguardi, a trasporre sulle tele l’erotismo di un’epoca unica. Ed eccole le celebrità, da Eleonora Duse a Wally Toscanini, da Lydia Borelli a Toti Dal Monte, alla contessa Calzavara, darsi convegno accanto a eleganti esponenti della borghesia e della nobiltà trevigiana, veneta e nazionale, immortalati dai più affermati pittori a cavallo tra i due secoli.

Alessandro Milesi, Ritratto di gentildonna, collezione privata
Capolavori di maestri come Giovanni Boldini, Giacomo Grosso, Vittorio Corcos, John Lavery, Giuseppe de Nittis, Federico Zandomeneghi, Giulio Ettore Erler e Lino Selvatico, affiancheranno a Treviso i lavori di Alberto Martini, precursore del surrealismo e ritrattista dall’atmosfera magica. Prestate alla mostra da istituzioni, musei e collezioni pubbliche e private, insieme a disegni, sculture e affiches dal Museo Nazionale della Collezione Salce di Treviso, le opere si apprestano a restituire ai visitatori quella porzione di società privilegiata protagonista dei salotti alla moda e della joie de vivre, che faceva a gara per posare al cospetto dei pittori più in voga. I visitatori saranno così chiamati a riscoprire, rivivere, e sognare, il fascino di un’epoca proiettata verso la modernità, ma al tempo intrisa di uno spirito decadente e di una sensualità romantica.

Giulio Ettore Erler, Ritratto contessa Calzavara, Musei Civici di Treviso
“La mostra - sottolinea Fabrizio Malachin, direttore dei Civici Musei Trevigiani - prende le mosse dall’attività di due protagonisti della scena trevigiana e veneta di quell’epoca che l’Istituto desidera far riscoprire al grande pubblico nel centenario e nel sessantesimo anniversario dalla morte: Lino Selvatico e Giulio Ettore Erler. Artisti celebri, in particolare per i grandi ritratti femminili, fino ai nudi sensuali ma mai volgari, che hanno raccontato il nascere di quel ‘piccolo’ mondo borghese veneto. Le loro opere sono una finestra su un’epoca romantica, affascinante, mondana ma anche decadente. Entrambi sono legati a Treviso per le vicende biografiche personali e artistiche”.

Giulio Ettore Erler, Ritratto della signorina Rita Tibolla, La signorina col cane, collezione privata
Il progetto nasce dalla recente acquisizione da parte dei Musei Civici di Treviso dell’ampio nucleo di opere (dipinti, bozzetti, disegni, incisioni, schizzi e lavori giovanili e preparatori) di proprietà della famiglia dell’artista Lino Selvatico, in forma di comodato gratuito e, in parte, di donazione. Si tratta di oltre 50 dipinti e circa 300 opere grafiche, a cui si aggiungono stampe e fotografie usate dall’artista per studio e soprattutto l’archivio privato del pittore, costituito da 25 faldoni di documenti, diari e manoscritti, per lo più inediti, fotografie di famiglia, l’archivio personale e la biblioteca personale di 1200 volumi. Questo nucleo non è attualmente esposto, ma in occasione della mostra sarà effettuata una scelta dei migliori pezzi che saranno presentati per la prima volta.
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