A Venezia dal 1° novembre il debutto di Palazzo Zaguri

Da Kandinsky a Botero, la grande arte in cento arazzi

Giallo, rosso, blu, 1990, Da Vassily Kandinsky, Arazzo ad alto liccio, Lana,  304 x 190 cm, Tessitura Arazzeria Scassa, Asti, Collezione privata, Asti
 

Francesca Grego

24/10/2018

Venezia - “Questo arazzo è più bello del mio quadro!” esclamò Corrado Cagli quando, nel 1961, scorse le trame del dipinto La caccia trasformate in tessuto dagli artigiani di una delle ultime arazzerie del Bel Paese. L’audacia di un imprenditore sui generis come Ugo Scassa, capace di scommettere su un mestiere antico negli anni del boom economico e della produzione in serie, aveva incontrato la fantasia esplosiva di uno degli artisti più originali del Novecento italiano. Ma le creazioni di Cagli non furono le sole a trovare nuova vita nei laboratori di Scassa ad Asti: a ispirarne i ricercati manufatti sono stati grandi dell’arte come Vassily Kandinsky, Henri Matisse, Paul Klee, Giorgio De Chirico, Andy Warhol e perfino Renzo Piano.
 
A svelare i frutti della passione di Scassa per l’arte moderna arriva oggi la mostra Da Kandinsky a Botero. Tutti in un filo, in programma a Venezia a partire dal 1° novembre. La fortuna ha voluto che sia ospitata nel quattrocentesco Palazzo Zaguri, eretto nel sestiere di San Marco per volontà dei Pasqualini, facoltosa famiglia di commercianti di seta amanti dell’arte, che lo adornarono con opere di Gentile da Fabriano, Giovanni Bellini, Antonello da Messina, delle botteghe di Giorgione e Tiziano.
La tradizione che, a partire dal Rinascimento, ha visto impegnati nel disegno degli arazzi maestri come Raffaello, Rubens, Goya e perfino Pablo Picasso prosegue dunque tra i riflessi della laguna, dove Ugo Scassa sognò per tutta la vita di poter esibire le proprie creazioni.
 
A risplendere sui quattro piani di Palazzo Zaguri saranno 100 opere che, in un felice connubio di arte e artigianato, sfoderano il meglio del Novecento: orditi di eccezionale finezza riproducono fedelmente i dipinti di Kandinsky, Klee e Matisse, nonché di Fernando Botero, Joan Mirò, Giorgio De Chirico, Andy Warhol, Salvador Dalì, Felice Casorati, Mirko Basaldella e, naturalmente, di Corrado Cagli.
Tra le opere più attese c’è la Venere di Fernando Botero, spettacolare intreccio di tre metri per due che esce dopo lunghi anni dal caveau dell’Arazzeria per il suo debutto assoluto in pubblico. L’evento motiva la presenza al vernissage del 29 ottobre di un orgoglioso connazionale di Botero come il Console Onorario di Colombia a Venezia Mattia Carlin.
 
Nell’allestimento curato da Donatella Avanzo e accompagnato da audioguide con la voce di Vittorio Sgarbi, i tesori di Scassa dialogano con opere d’arte contemporanea, filmati d’epoca, fotografie degli artisti e dei committenti, reperti archeologici, telai e filati per la tessitura, fino all’evocazione dei grandi transatlantici italiani Leonardo, Michelangelo e Raffaello, i cui saloni delle feste erano decorati proprio dagli arazzi del laboratorio astigiano.
Cinquanta milioni di euro è il valore complessivo del corpus della mostra, che inaugura la nuova stagione di Palazzo Zaguri, dal prossimo anno polo espositivo permanente dedicato a eventi a vocazione internazionale. E dopo Venezia, unica tappa italiana, Da Kandinsky a Botero volerà negli Stati Uniti.
 
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