Dal 14 ottobre alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia
La seduzione della copia: viaggio nell'arte di Marcel Duchamp
Marcel Duchamp, L.H.O.O.Q., settembre 1964. Grafite e guazzo su stampa offset a colori su carta. Edizione 3 di 35. Collezione Attilio Codognato, Venezia. © Marcel Duchamp, by SIAE 2023
Francesca Grego
20/07/2023
Venezia - Nell’autunno della Collezione Peggy Guggenheim brilla l’astro di Marcel Duchamp. Dal prossimo 14 ottobre una grande mostra renderà omaggio a uno dei più originali e influenti protagonisti dell’arte del Novecento a Palazzo Venier dei Leoni. In arrivo circa 60 opere da prestigiose istituzioni italiane e statunitensi come la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Philadelphia Museum of Art, il Museum of Modern Art di New York, il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, nonché dall’Estate Duchamp e da importanti collezioni private come quella del veneziano Attilio Codognato, che negli anni Settanta fu tra i primi italiani a interessarsi alla produzione dell’artista. A questi si aggiungeranno i capolavori acquisiti da Peggy Guggenheim, legata a Duchamp da una lunga e sincera amicizia. A cura di Paul B. Franklin, studioso indipendente attivo a Parigi e tra i massimi esperti di Duchamp, l’esposizione presenterà opere iconiche come Nudo (schizzo), Giovane triste in treno(1911) e Scatola in una valigia (1935-41), ma anche lavori meno noti al grande pubblico.
Che cos’è l’arte? Duchamp se lo è chiesto per una vita, ponendo radicalmente in discussione tutto ciò che prima di lui era assoluta certezza. Ironico, provocatorio, enigmatico, ha messo i baffi alla Gioconda, ha insistito per esporre un orinatoio al Grand Central Palace di New York, ha giocato con le parole e con le immagini, con il genere e il sesso. Ha distrutto l’idea dell’unicità dell’opera e privato di ogni sacralità la figura dell’artista. Come nessun altro prima, ha portato lo spettatore nel cuore del processo creativo, riconoscendogli il diritto di attivare l’opera con un solo sguardo, di decretane l’appartenenza o l’estraneità alla sfera artistica. Senza Duchamp buona parte dell’arte degli ultimi cent’anni non sarebbe mai esistita.
Spaziando lungo un arco cronologico compreso tra il 1911 e il 1968, Marcel Duchamp e la seduzione della copia va al cuore della ricerca dell’artista francese. Riproducendo i suoi lavori con tecniche diverse, in dimensioni differenti ed edizioni limitate, Duchamp dimostra che talvolta duplicati e originali offrono un analogo piacere estetico. È esattamente in questo modo che ridefinisce l’essenza dell'opera d'arte e, per estensione, l'identità dell'artista. Esplorando le modalità innovative e variegate con cui Duchamp cita se stesso nel corso della sua lunga carriera, il percorso espositivo porta in scena un dialogo tra le opere dell'artista, un esercizio essenziale - come sostenuto da lui stesso - per comprenderne il progetto estetico.
Marcel Duchamp, Scatola in una valigia (Boîte-en-Valise), 1935-1941. Valigia di pelle contenente copie in miniatura, riproduzioni a colori e una fotografia delle opere dell'artista con aggiunte a matita, acquerello e inchiostro. Collezione Peggy Guggenheim, Venezia (Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York) © Association Marcel Duchamp, by SIAE 2022. Photo Matteo De Fina
Fulcro ideale della mostra è il capolavoro della Boîte-en-valise (Scatola in valigia, 1935-41) recentemente restaurata all’Opificio delle Pietre Dure: un sorprendente museo portatile contenente 69 repliche e riproduzioni in miniatura dell'opera di Duchamp, parodia estrema dell’arte e dei meccanismi creativi che colpisce al cuore l’idea stessa di museo. Peggy Guggenheim lo acquistò poco dopo la sua realizzazione direttamente dall’artista, suo amico e consigliere.
I due si erano conosciuti a Parigi negli anni Venti e quando, nel ’38, la collezionista americana aprì a Londra la sua prima galleria, Duchamp non le fece mancare il suo aiuto: fu lui a presentarle gli artisti e a insegnarle, come lei stessa avrebbe raccontato nell’autobiografia Una vita per l’arte (Rizzoli, 1998), “la differenza tra l'arte astratta e surrealista”. Nello stesso libro, a proposito della Boîte-en-valise Peggy racconta: “Spesso pensavo che sarebbe stato molto divertente andare a trascorrere un weekend portandosi dietro quella valigia invece della solita borsa che si riteneva indispensabile”.
Marcel Duchamp e la seduzione della copia è in programma alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia dal 14 ottobre 2023 al 18 marzo 2024.
Che cos’è l’arte? Duchamp se lo è chiesto per una vita, ponendo radicalmente in discussione tutto ciò che prima di lui era assoluta certezza. Ironico, provocatorio, enigmatico, ha messo i baffi alla Gioconda, ha insistito per esporre un orinatoio al Grand Central Palace di New York, ha giocato con le parole e con le immagini, con il genere e il sesso. Ha distrutto l’idea dell’unicità dell’opera e privato di ogni sacralità la figura dell’artista. Come nessun altro prima, ha portato lo spettatore nel cuore del processo creativo, riconoscendogli il diritto di attivare l’opera con un solo sguardo, di decretane l’appartenenza o l’estraneità alla sfera artistica. Senza Duchamp buona parte dell’arte degli ultimi cent’anni non sarebbe mai esistita.
Spaziando lungo un arco cronologico compreso tra il 1911 e il 1968, Marcel Duchamp e la seduzione della copia va al cuore della ricerca dell’artista francese. Riproducendo i suoi lavori con tecniche diverse, in dimensioni differenti ed edizioni limitate, Duchamp dimostra che talvolta duplicati e originali offrono un analogo piacere estetico. È esattamente in questo modo che ridefinisce l’essenza dell'opera d'arte e, per estensione, l'identità dell'artista. Esplorando le modalità innovative e variegate con cui Duchamp cita se stesso nel corso della sua lunga carriera, il percorso espositivo porta in scena un dialogo tra le opere dell'artista, un esercizio essenziale - come sostenuto da lui stesso - per comprenderne il progetto estetico.
Marcel Duchamp, Scatola in una valigia (Boîte-en-Valise), 1935-1941. Valigia di pelle contenente copie in miniatura, riproduzioni a colori e una fotografia delle opere dell'artista con aggiunte a matita, acquerello e inchiostro. Collezione Peggy Guggenheim, Venezia (Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York) © Association Marcel Duchamp, by SIAE 2022. Photo Matteo De Fina
Fulcro ideale della mostra è il capolavoro della Boîte-en-valise (Scatola in valigia, 1935-41) recentemente restaurata all’Opificio delle Pietre Dure: un sorprendente museo portatile contenente 69 repliche e riproduzioni in miniatura dell'opera di Duchamp, parodia estrema dell’arte e dei meccanismi creativi che colpisce al cuore l’idea stessa di museo. Peggy Guggenheim lo acquistò poco dopo la sua realizzazione direttamente dall’artista, suo amico e consigliere.
I due si erano conosciuti a Parigi negli anni Venti e quando, nel ’38, la collezionista americana aprì a Londra la sua prima galleria, Duchamp non le fece mancare il suo aiuto: fu lui a presentarle gli artisti e a insegnarle, come lei stessa avrebbe raccontato nell’autobiografia Una vita per l’arte (Rizzoli, 1998), “la differenza tra l'arte astratta e surrealista”. Nello stesso libro, a proposito della Boîte-en-valise Peggy racconta: “Spesso pensavo che sarebbe stato molto divertente andare a trascorrere un weekend portandosi dietro quella valigia invece della solita borsa che si riteneva indispensabile”.
Marcel Duchamp e la seduzione della copia è in programma alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia dal 14 ottobre 2023 al 18 marzo 2024.
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