Dal 1° dicembre a Possagno (Treviso)

Riapre l’Ala Ottocentesca del Museo Gypsotheca Antonio Canova. Il patrimonio dell'artista torna visibile al pubblico nella sua interezza

Museo Gypsotheca Antonio Canova, Ala Ottocentesca, 2010, Possagno (TV) | Foto: © Lino Zanesco
 

Samantha De Martin

12/11/2024

Treviso - Un urlo di dolore si irradia dal volto disperato dell’ingenuo Lica mentre la mano aggressiva di Ercole, che afferra i capelli del giovane, traduce la forsennata aggressività dell’eroe.
Napoleone, nelle vesti del dio Marte, sorregge il globo terrestre con la mano destra, sormontato dalla dea Nike, personificazione della vittoria alata, mentre Amore e Psiche ricordano la loro contrastata passione nel momento in cui si riuniscono dopo che la mortale ha affrontato le difficili prove inflitte dalla dea Venere.
Sono i modelli in gesso di capolavori come Napoleone come Marte Pacificatore, Ercole e Lica, Le Grazie, Amore e Psiche realizzati da Antonio Canova e che tornano nuovamente visibili al pubblico dopo l’intervento di restauro che ha coinvolto l’ala ottocentesca del Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno.
A partire da domenica 1° dicembre l’intero patrimonio del più grande scultore del periodo neoclassico torna a essere esposto in tutto il suo splendore. Il pubblico potrà nuovamente ammirare una delle realtà museali italiane più affascinanti che accoglie nuovamente i visitatori nella sua completezza dopo sette anni.
Durante questa lunga parentesi alcune opere sono state infatti temporaneamente spostate per consentire le operazioni di conservazione. L’ultimo di questi interventi, promosso dal Comune di Possagno, in collaborazione con il Museo e finanziato dal Fondo Cultura istituito dal Ministero della Cultura, ha reso necessaria la chiusura di una parte della Gypsotheca per realizzare il consolidamento strutturale e il miglioramento sismico della seconda e la terza campata dell’Ala Ottocentesca, costruita tra il 1831 e il 1836 su progetto dell’architetto Francesco Lazzari.


Museo Gypsotheca Antonio Canova, Casa natale, 2010, Possagno (TV) | Foto: © Lino Zanesco

Una nuova illuminazione conferirà adesso nuova bellezza ai modelli originali in gesso, tradotti in marmo da Canova e oggi accolti nei più prestigiosi musei del mondo. Il completamento del progetto di digitalizzazione del complesso architettonico canoviano ha reso inoltre possibile la riproduzione immateriale dell’intero patrimonio artistico possagnese, arricchendo l’offerta del Museo con un nuovo virtual tour a disposizione del pubblico.

“È un grande piacere - dichiara Massimo Zanetti, presidente della Fondazione Canova ONLUS - presentare la riapertura della Galleria ottocentesca come nuovo Presidente della Fondazione. Sono convinto che i lavori del nostro grande maestro avranno nuovo smalto per accogliere i tanti estimatori della sua opera”.

Chi visiterà oggi il complesso museale, restituito nella sua interezza, potrà così attraversare la Casa natale di Canova, dove sono custodite le opere pittoriche, i disegni, le incisioni e gli effetti personali dell’artista, la Gypsotheca più grande d’Europa, con l’ampliamento progettato da Carlo Scarpa, l’Ala Gemin, la biblioteca, il giardino e il parco.


Museo Gypsotheca Antonio Canova, Ala Ottocentesca, 2010, Possagno (TV) | Foto: © Lino Zanesco

“La riapertura dell’Ala Ottocentesca della Gypsotheca - commenta Moira Mascotto, direttrice del Museo - rappresenta un evento di grande rilievo, non solo per il Museo Canova, ma per l’intero panorama culturale italiano. Dopo sette anni, il pubblico potrà finalmente tornare a contemplare il percorso espositivo nella sua completezza, arricchito dalla ricollocazione dei bassorilievi nella loro sede originaria, da cui erano stati rimossi in occasione del restauro del 2018. Questo intervento è emblematico dell’impegno della nostra Istituzione nella conservazione e valorizzazione dell’arte neoclassica, restituendo alla collettività un patrimonio di inestimabile valore. L’inaugurazione segna una tappa significativa nel nostro costante percorso di tutela e promozione dell’immortale eredità di Canova”.

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