Alfredo Del Greco. Alla scoperta di un codice interiore
Dal 16 Novembre 2013 al 11 Dicembre 2013
Pescara
Luogo: Mediamuseum
Indirizzo: piazza Alessandrini 34
Orari: da lunedì a sabato 10.30-12.30/ 17-19
Enti promotori:
- Fondazione Edoardo Tiboni
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 085 4517898
E-Mail info: info@mediamuseum.it
Sito ufficiale: http://www.fondazionetiboni.it
La Fondazione Edoardo Tiboni promuove un ciclo di mostre di arti visive dedicato ad alcuni protagonisti abruzzesi del '900 rappresentativi di una felice stagione da poco trascorsa che ha lasciato un segno nella storia dell'arte abruzzese. Le mostre avranno una cadenza pressochè trimestrale per concludere l'intero ciclo entro il 2015. La prima Mostra sarà dedicata ad Alfredo Del Greco a cui ne seguiranno altre dieci di artisti quali, tra gli altri, Nino Gagliardi, Vito Pancella, Giorgio Saturni, Carlo Marcantonio, Giovanni Melarangelo.
La Mostra dedicata ad Alfredo Del Greco dal titolo "Alla scoperta di un codice interiore" sarà inaugurata nelle sale espositive del Mediamuseum venerdì 15 novembre alle ore 17,30: a ventitrè anni dalla morte dell'artista, questa che si è progettata ed allestita a Pescara nel Mediamuseum è una delle pochissime rivisitazioni della sua opera proposte in oltre vent'anni: una rivisitazione che si configura in una densa retrospettiva che accoglie più di quaranta lavori, dal 1955 fino agli ultimi anni Ottanta.
Alfredo Del Greco fin dalla prima giovinezza dimostra interesse per l'arte ed una straordinaria dimestichezza con le tecniche pittoriche. Appena ventenne esordisce con dei quadri figurativi, singolari per la pregevolezza delle soluzioni tecniche e stilistiche. La validità di tali opere attrae gli organizzatori del Premio Michetti che, nel 1956, invitano per la prima volta l'artista alla prestigiosa rassegna. La partecipazione di Del Greco al Premio Michetti si ripete negli anni successivi: è l'inizio di una vivace attività espositiva che vede l'artista impegnato in mostre nazionali ed internazionali nelle quali le sue opere, oltre ai riconoscimenti ufficiali, riscuotono un ampio apprezzamento da parte della critica. La ricerca artistica di Del Greco è in continua progressione: gli stili mutano per meglio adeguarsi all'evoluzione del pensiero.
La fase figurativa si interrompe all'inizio degli anni sessanta, periodo in cui l'artista inizia la sua lunga ricerca con una serie di opere informali, uniche per l'uso del colore e dell'impasto materico-cromatico. Le forme ed i colori, che inizialmente esprimono l'idea del disordine primordiale, si definiscono e si organizzano con progressione fino ad annunciare, sulla tela, la nascita dell'Uomo. I più titolati esponenti della critica nazionale rimangono affascinati dalle opere dell'artista pescarese che viene invitato alla Biennale di Parigi come rappresentante dell'Italia per la Nuova Figurazione. Nella seconda metà degli anni ottanta, Alfredo Del Greco dà inizio al periodo intitolato Progetto per sopravvivere in cui prefigura il passaggio dalla matematica di Euclide alla geometria dei frattali. Sulla tela appaiono ancora dei volti, ma l'ambiente in cui essi sono immersi è cambiato: spariscono le precise geometrie e le tese campiture di colore ed al loro posto compaiono i segni, un groviglio di segni apparentemente senza senso ma organizzati dalla lucida razionalità dell'artista come in un progetto. Al momento della sua scomparsa avvenuta nel 1992, egli non considera ancora conclusa la propria avventura e durante la malattia, fino alle ultime ore di vita, elabora numerosi schizzi preparatori di una nuova serie di opere. Di Alfredo Del Greco hanno scritto alcuni dei maggiori critici d'arte tra cui Sabino Acquaviva, Antonio Bandera, Fortunato Bellonzi, Fabrizio Carli, Enrico Crispolti, Antonio Gasbarrini, Leo Strozzieri.
La Mostra dedicata ad Alfredo Del Greco dal titolo "Alla scoperta di un codice interiore" sarà inaugurata nelle sale espositive del Mediamuseum venerdì 15 novembre alle ore 17,30: a ventitrè anni dalla morte dell'artista, questa che si è progettata ed allestita a Pescara nel Mediamuseum è una delle pochissime rivisitazioni della sua opera proposte in oltre vent'anni: una rivisitazione che si configura in una densa retrospettiva che accoglie più di quaranta lavori, dal 1955 fino agli ultimi anni Ottanta.
Alfredo Del Greco fin dalla prima giovinezza dimostra interesse per l'arte ed una straordinaria dimestichezza con le tecniche pittoriche. Appena ventenne esordisce con dei quadri figurativi, singolari per la pregevolezza delle soluzioni tecniche e stilistiche. La validità di tali opere attrae gli organizzatori del Premio Michetti che, nel 1956, invitano per la prima volta l'artista alla prestigiosa rassegna. La partecipazione di Del Greco al Premio Michetti si ripete negli anni successivi: è l'inizio di una vivace attività espositiva che vede l'artista impegnato in mostre nazionali ed internazionali nelle quali le sue opere, oltre ai riconoscimenti ufficiali, riscuotono un ampio apprezzamento da parte della critica. La ricerca artistica di Del Greco è in continua progressione: gli stili mutano per meglio adeguarsi all'evoluzione del pensiero.
La fase figurativa si interrompe all'inizio degli anni sessanta, periodo in cui l'artista inizia la sua lunga ricerca con una serie di opere informali, uniche per l'uso del colore e dell'impasto materico-cromatico. Le forme ed i colori, che inizialmente esprimono l'idea del disordine primordiale, si definiscono e si organizzano con progressione fino ad annunciare, sulla tela, la nascita dell'Uomo. I più titolati esponenti della critica nazionale rimangono affascinati dalle opere dell'artista pescarese che viene invitato alla Biennale di Parigi come rappresentante dell'Italia per la Nuova Figurazione. Nella seconda metà degli anni ottanta, Alfredo Del Greco dà inizio al periodo intitolato Progetto per sopravvivere in cui prefigura il passaggio dalla matematica di Euclide alla geometria dei frattali. Sulla tela appaiono ancora dei volti, ma l'ambiente in cui essi sono immersi è cambiato: spariscono le precise geometrie e le tese campiture di colore ed al loro posto compaiono i segni, un groviglio di segni apparentemente senza senso ma organizzati dalla lucida razionalità dell'artista come in un progetto. Al momento della sua scomparsa avvenuta nel 1992, egli non considera ancora conclusa la propria avventura e durante la malattia, fino alle ultime ore di vita, elabora numerosi schizzi preparatori di una nuova serie di opere. Di Alfredo Del Greco hanno scritto alcuni dei maggiori critici d'arte tra cui Sabino Acquaviva, Antonio Bandera, Fortunato Bellonzi, Fabrizio Carli, Enrico Crispolti, Antonio Gasbarrini, Leo Strozzieri.
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