In attesa della riapertura il 2 giugno
Il Parco Archeologico di Ostia Antica: porto di Roma, crocevia di popoli e religioni del Mediterraneo
Parco Archeologico di Ostia Antica | Foto: neufal54 via Pixabay
Samantha De Martin
28/05/2020
Quando l’ultima luce del giorno si scioglie lungo il cardine massimo, riempiendo di raggi i dolia interrati, i resti del Capitolium sulla Piazza del Foro, le tabernae dei pescivendoli, il Parco Archeologico di Ostia antica sembra alzarsi dalle sue vestigia per accogliere il visitatore con i suoi fasti da prima colonia romana, che fu porto e granaio della Città eterna.
Dalle tasche del tempo, sotto l’ombra di cipressi e pini marittimi, sbucano terme e mosaici, insulae e botteghe, domus e ninfei, portici e mitrei, e persino una sinagoga, mentre l’occhio del visitatore immagina mestieri e voci. Come quelle degli artigiani intenti a lavorare marmi e laterizi, o quelle del pistor, il fornaio, nel caseggiato dei Molini, provvisto di forno e macina in pietra lavica. Nella Via di Diana e dei Balconi qualcuno gioca con gli alea, i dadi con i quali anche l'imperatore Augusto si dilettava , mentre nella Piazza dei Lari è ora della frumentatio (distribuzione di grano).
In attesa della riapertura, il prossimo 2 giugno 2020, dopo il silenzio forzato imposto dal coronvirus, immaginiamo una passeggiata virtuale in questo antico porto spalancato sul Mediterraneo dove tessuti e colori, metalli e alimenti arrivati dalle province africane, dalla Gallia, dalla Provenza, nutrivano Roma e le stesse botteghe ostiensi.
Il teatro di Ostia Antica | Foto: jerome delaunay via Flickr
Una città alla “bocca” del fiume
La fortuna di Ostia - dal latino ostium, "bocca di fiume", in riferimento alla sua posizione sulla foce del Tevere, nei pressi delle vecchie saline, corre dal VII secolo a.C - data della fondazione, che la tradizione attribuisce al re di Roma, Anco Marzio - all’epoca alto medievale, quando la città fu del tutto abbandonata, sostituita dal centro portuale di Porto, l’attuale Fiumicino. La decadenza di Ostia proseguì fino alla fine del V secolo, quando anche il suo acquedotto cessò di funzionare. Nel 537, nel corso di un assedio dei Goti fu difesa dal generale bizantino Belisario e i pochi abitanti si asserragliarono nel teatro, trasformato in fortezza.
Quel teatro, costruito verso la fine del I secolo da Agrippa, insieme al Piazzale delle Corporazioni (alle sue spalle) e ampliato alla fine del II secolo per accogliere 4mila persone, è ancora oggi utilizzato per spettacoli musicali e rappresentazioni.
Sul palco di questo edificio affacciato sul decumano massimo, tre maschere teatrali ricordano l'antica decorazione del monumento.
Maschera nel Teatro di Ostia Antica | Foto: ADStorey via Pixabay
Da castrum a fiorente porto di Roma
Quello di Ostia antica, con i suoi 150 ettari, è considerato, assieme a Pompei, il sito archeologico più grande al mondo. La colonia fu fondata nel VII secolo a.C, anche se la città, come la vediamo oggi, come un accampamento fortificato (castrum), fiorì nel corso del IV secolo a.C., inizialmente per difendere la foce del Tevere e la costa laziale.
In origine Ostia dovette svilupparsi come base navale e nel 267 a.C., durante la prima guerra punica, fu sede di uno dei quaestores classici, incaricati della flotta. Fu tuttavia nel corso del II secolo a.C. che si sviluppò come porto commerciale di Roma, legato alle importazioni di grano, iniziando l'espansione degli edifici al di fuori del castrum.
A partire dal I secolo, le grandi navi che attraversavano il Mediterraneo caricando grano, olio e vino dalle province, attraccavano a Portus - che, assieme ad Ostia, costituiva il sistema portuale di Roma - per scaricare le grandi anfore colme di merci. Da qui i contenitori venivano trasportati, risalendo il Tevere, fino a Roma, dove la merce veniva venduta ai mercati. Al centro dell’antico castrum, all'incrocio tra cardine massimo e decumano massimo, ritroviamo la Piazza del Foro. In età augustea la piazza venne trasformata in uno spazio più stretto e allungato fiancheggiato da portici. Ad una estremità distinguiamo il Capitolium adrianeo, mentre, sul lato, il Tempio di Roma e Augusto eretto sotto Tiberio.
Sul Foro si affacciano anche la Basilica e, sul lato opposto del decumano massimo, la Curia, sede dei decurioni.
Portici lungo il tratto Nord del cardine massimo a Ostia Antica | Foto: Kalajoki at Finnish Wikipedia
Immediatamente ad Est del Capitolium, si sviluppa un'area attraversata da insulae, grandi caseggiati in laterizi che ospitavano esercizi commerciali al pian terreno e abitazioni ai piani superiori.
A Ostia, infatti, possiamo incontrare tipologie abitative differenti. Il visitatore può fantasticare su chi fossero gli abitanti delle lussuose domus, quali quelli delle insulae che, al piano terra, ospitavano un gran numero di tabernae aperte sulla strada e a volte precedute da portici.
Si incontrano gli appartamenti con una stanza centrale (medianum), sulla quale si aprono la porta di ingresso e delle finestre e, alle due estremità, ampie stanze di rappresentanza, e ancora ci si imbatte nelle dimore più lussuose - come la Casa di Bacco fanciullo, quella dell’Ercole bambino le Case di Via dei Vigili - che si estendevano anche al piano superiore.
Tra le domus più belle riconosciamo quella di Giove e Ganimede, la Domus del Tempio rotondo con il vestibolo di ingresso, pavimentato in mosaico nero, la Domus di Amore e Psiche che spicca per i suoi pavimentati a mosaico o in opus sectile, e il piccolo giardino interno, con ninfeo colonnato.
Il caseggiato del Thermopolio a Ostia Antica
Una locanda per mercanti e marinai
L'insula del Thermopolium, risalente alla piena età adrianea, è forse una delle più interessanti. Nel corso del IV secolo d.C. fu oggetto di trasformazioni per accogliere al piano terra un'osteria frequentata da schiavi, mercanti, marinai. In questa sorta di “tavola calda” ante litteram ritroviamo ancora parte delle pitture originali.
Al centro della sala, un ripiano in marmo serviva per esporre i cibi che venivano tenuti in caldo da un braciere posto alla base. Sopra, un affresco mostra alcune portate e qualche strumento musicale. La cucina era dotata di un fornello per la cottura dei cibi privo di canna fumaria (il fumo usciva dalle finestre) e di un dolium nel pavimento per mantenere il vino in fresco.
Prima di entrare nel locale centrale l’avventore si sarebbe imbattuto in un bancone a tre piani, dove venivano poggiati i cibi e le bevande che dovevano soddisfare i clienti più frettolosi.
Percorrendo il lato Sud del decumano massimo che attraversa il castrum incontriamo altri edifici monumentali, come il Foro della statua eroica, e il cosiddetto Tempio rotondo, con il cortile antistante, del III secolo. A Sud-Est del Foro sorge il grande complesso pubblico delle Terme del Foro, erette sotto Antonino Pio.
Mosaico delle Terme di Nettuno, Ostia Antica
Le Terme di Nettuno e i mosaici
La regione II racchiude diversi edifici pubblici. Incontriamo la Caserma dei Vigili, il Teatro e le Terme di Nettuno. In questo ambiente ad attirare l’attenzione del visitatore sono soprattutto i mosaici in bianco e nero, realizzati sotto Antonino Pio, come quelli che ritraggono Nettuno e Scilla, con i suoi sinuosi tentacoli da piovra, quello di Anfitrite sul cavallo marino o - nella sala di passaggio alla palestra - il Mosaico con coppie di atleti caratterizzati dal cirrus legato sulla nuca, intenti a praticare il pugilato e il pancrazio.
Un crocevia di culture
Nella regione III, caratterizzata da complessi abitativi di diverse tipologie, spicca il Caseggiato del Serapide, risalente all’età dell’imperatore Adriano e che, per gli studiosi di oggi, sfoggia la fisionomia architettonica di un autentico palazzo rinascimentale. Come testimoniano i bolli laterizi, la costruzione dell’edificio - che oggi forma un blocco contiguo con le adiacenti Terme dei Sette Sapienti e il Caseggiato degli Aurighi - risale al 126 e 127 d.C. La presenza di un sacello raffigurante il Dio Serapide in trono, affiancato dalla sua compagna Iside testimonia quanto i culti orientali di origine egizia, fossero diffusi durante l’impero nella città portuale, crocevia di culture diverse.
Sinagoga, Parco Archeologico di Ostia Antica
Testimonianza dell’effervescente melting pot culturale di questa antica e vivace città sono anche i numerosi mitrei - centri del culto e luoghi di incontro dei seguaci del Mitraismo - da quello del caseggiato di Diana al Mitreo di Fruttuoso, dal Mitreo Aldobrandini a quello di Porta Romana - che convivono con i templi delle associazioni (il tempio collegiale e quello dei Mensores), con i luoghi di culto cristiani, come l’Oratorio o l’Aula del Buon Pastore, e persino con una sinagoga. Significativa testimonianza della presenza ebraica nel contesto multi-etnico e multi-religioso della città romana, la Sinagoga di Ostia antica è anche una delle più antiche testimonianze dell’ebraismo della Diaspora. Risalirebbe alla seconda metà del I secolo d.C. e sarebbe successiva alla costruzione del porto voluto dall’imperatore Claudio in prossimità dell’antica linea di costa.
La regione IV comprende invece il Santuario della Magna Mater e, lungo il decumano, un macellum e la sede collegiale della Schola del Traiano. Presso Porta Marina è il tardo Foro di Porta Marina.
Gli horrea occupano invece la regione V, a Sud del decumano massimo, accanto a strutture abitative e commerciali, ad alcune domus e agli stabilimenti termali.
Mitreo delle Terme di Mitra visto da Nord (Regio I, insula XVII), Ostia Antica | Foto: Author Michelle Touton (Ailurophyle) (Own work) via Wikipedia Creative Commons
Il Museo del Parco archeologico di Ostia antica
Il Museo Ostiense nacque nel 1865 grazie all’archeologo Pietro Ercole Visconti per esporre i reperti che si andavano scoprendo negli scavi e che, con l’Unità d’Italia, furono spostati nel Castello di Giulio II. Solo nel 1933 fecero ritorno nell’attuale sede allestita dall’architetto Italo Gismondi.
Nelle nove sale attualmente visitabili si “muovono”, tra i tanti capolavori, la Statua di Apollo proveniente dalla Domus del Protiro, il Gruppo scultoreo di Mitra Tauroctono, la Statua di Perseo con la testa di Medusa, il sontuoso Sarcofago delle Muse.
Apollo e Afrodite tornano a casa
Intanto hanno fatto ritorno al Museo del Parco archeologico di Ostia Antica le statue di Apollo con cetra, la divinità fluviale del Tevere e Afrodite accovacciata, che erano state esposte nel 2017 nell’area di imbarco E del Terminal 3 del vicino aeroporto di Fiumicino.
Ostia Antica | Foto: GiniGeo_Photography / 214 via Pixabay
Leggi anche:
• Il recupero di un sarcofago nel Parco archeologico di Ostia antica
• MIBACT, la cultura non si ferma
• A Ostia antica riaffiora una preziosa testa marmorea
• Benvenuti in Magna Grecia. Il Parco archeologico di Selinunte
Dalle tasche del tempo, sotto l’ombra di cipressi e pini marittimi, sbucano terme e mosaici, insulae e botteghe, domus e ninfei, portici e mitrei, e persino una sinagoga, mentre l’occhio del visitatore immagina mestieri e voci. Come quelle degli artigiani intenti a lavorare marmi e laterizi, o quelle del pistor, il fornaio, nel caseggiato dei Molini, provvisto di forno e macina in pietra lavica. Nella Via di Diana e dei Balconi qualcuno gioca con gli alea, i dadi con i quali anche l'imperatore Augusto si dilettava , mentre nella Piazza dei Lari è ora della frumentatio (distribuzione di grano).
In attesa della riapertura, il prossimo 2 giugno 2020, dopo il silenzio forzato imposto dal coronvirus, immaginiamo una passeggiata virtuale in questo antico porto spalancato sul Mediterraneo dove tessuti e colori, metalli e alimenti arrivati dalle province africane, dalla Gallia, dalla Provenza, nutrivano Roma e le stesse botteghe ostiensi.
Il teatro di Ostia Antica | Foto: jerome delaunay via Flickr
Una città alla “bocca” del fiume
La fortuna di Ostia - dal latino ostium, "bocca di fiume", in riferimento alla sua posizione sulla foce del Tevere, nei pressi delle vecchie saline, corre dal VII secolo a.C - data della fondazione, che la tradizione attribuisce al re di Roma, Anco Marzio - all’epoca alto medievale, quando la città fu del tutto abbandonata, sostituita dal centro portuale di Porto, l’attuale Fiumicino. La decadenza di Ostia proseguì fino alla fine del V secolo, quando anche il suo acquedotto cessò di funzionare. Nel 537, nel corso di un assedio dei Goti fu difesa dal generale bizantino Belisario e i pochi abitanti si asserragliarono nel teatro, trasformato in fortezza.
Quel teatro, costruito verso la fine del I secolo da Agrippa, insieme al Piazzale delle Corporazioni (alle sue spalle) e ampliato alla fine del II secolo per accogliere 4mila persone, è ancora oggi utilizzato per spettacoli musicali e rappresentazioni.
Sul palco di questo edificio affacciato sul decumano massimo, tre maschere teatrali ricordano l'antica decorazione del monumento.
Maschera nel Teatro di Ostia Antica | Foto: ADStorey via Pixabay
Da castrum a fiorente porto di Roma
Quello di Ostia antica, con i suoi 150 ettari, è considerato, assieme a Pompei, il sito archeologico più grande al mondo. La colonia fu fondata nel VII secolo a.C, anche se la città, come la vediamo oggi, come un accampamento fortificato (castrum), fiorì nel corso del IV secolo a.C., inizialmente per difendere la foce del Tevere e la costa laziale.
In origine Ostia dovette svilupparsi come base navale e nel 267 a.C., durante la prima guerra punica, fu sede di uno dei quaestores classici, incaricati della flotta. Fu tuttavia nel corso del II secolo a.C. che si sviluppò come porto commerciale di Roma, legato alle importazioni di grano, iniziando l'espansione degli edifici al di fuori del castrum.
A partire dal I secolo, le grandi navi che attraversavano il Mediterraneo caricando grano, olio e vino dalle province, attraccavano a Portus - che, assieme ad Ostia, costituiva il sistema portuale di Roma - per scaricare le grandi anfore colme di merci. Da qui i contenitori venivano trasportati, risalendo il Tevere, fino a Roma, dove la merce veniva venduta ai mercati. Al centro dell’antico castrum, all'incrocio tra cardine massimo e decumano massimo, ritroviamo la Piazza del Foro. In età augustea la piazza venne trasformata in uno spazio più stretto e allungato fiancheggiato da portici. Ad una estremità distinguiamo il Capitolium adrianeo, mentre, sul lato, il Tempio di Roma e Augusto eretto sotto Tiberio.
Sul Foro si affacciano anche la Basilica e, sul lato opposto del decumano massimo, la Curia, sede dei decurioni.
Portici lungo il tratto Nord del cardine massimo a Ostia Antica | Foto: Kalajoki at Finnish Wikipedia
Immediatamente ad Est del Capitolium, si sviluppa un'area attraversata da insulae, grandi caseggiati in laterizi che ospitavano esercizi commerciali al pian terreno e abitazioni ai piani superiori.
A Ostia, infatti, possiamo incontrare tipologie abitative differenti. Il visitatore può fantasticare su chi fossero gli abitanti delle lussuose domus, quali quelli delle insulae che, al piano terra, ospitavano un gran numero di tabernae aperte sulla strada e a volte precedute da portici.
Si incontrano gli appartamenti con una stanza centrale (medianum), sulla quale si aprono la porta di ingresso e delle finestre e, alle due estremità, ampie stanze di rappresentanza, e ancora ci si imbatte nelle dimore più lussuose - come la Casa di Bacco fanciullo, quella dell’Ercole bambino le Case di Via dei Vigili - che si estendevano anche al piano superiore.
Tra le domus più belle riconosciamo quella di Giove e Ganimede, la Domus del Tempio rotondo con il vestibolo di ingresso, pavimentato in mosaico nero, la Domus di Amore e Psiche che spicca per i suoi pavimentati a mosaico o in opus sectile, e il piccolo giardino interno, con ninfeo colonnato.
Il caseggiato del Thermopolio a Ostia Antica
Una locanda per mercanti e marinai
L'insula del Thermopolium, risalente alla piena età adrianea, è forse una delle più interessanti. Nel corso del IV secolo d.C. fu oggetto di trasformazioni per accogliere al piano terra un'osteria frequentata da schiavi, mercanti, marinai. In questa sorta di “tavola calda” ante litteram ritroviamo ancora parte delle pitture originali.
Al centro della sala, un ripiano in marmo serviva per esporre i cibi che venivano tenuti in caldo da un braciere posto alla base. Sopra, un affresco mostra alcune portate e qualche strumento musicale. La cucina era dotata di un fornello per la cottura dei cibi privo di canna fumaria (il fumo usciva dalle finestre) e di un dolium nel pavimento per mantenere il vino in fresco.
Prima di entrare nel locale centrale l’avventore si sarebbe imbattuto in un bancone a tre piani, dove venivano poggiati i cibi e le bevande che dovevano soddisfare i clienti più frettolosi.
Percorrendo il lato Sud del decumano massimo che attraversa il castrum incontriamo altri edifici monumentali, come il Foro della statua eroica, e il cosiddetto Tempio rotondo, con il cortile antistante, del III secolo. A Sud-Est del Foro sorge il grande complesso pubblico delle Terme del Foro, erette sotto Antonino Pio.
Mosaico delle Terme di Nettuno, Ostia Antica
Le Terme di Nettuno e i mosaici
La regione II racchiude diversi edifici pubblici. Incontriamo la Caserma dei Vigili, il Teatro e le Terme di Nettuno. In questo ambiente ad attirare l’attenzione del visitatore sono soprattutto i mosaici in bianco e nero, realizzati sotto Antonino Pio, come quelli che ritraggono Nettuno e Scilla, con i suoi sinuosi tentacoli da piovra, quello di Anfitrite sul cavallo marino o - nella sala di passaggio alla palestra - il Mosaico con coppie di atleti caratterizzati dal cirrus legato sulla nuca, intenti a praticare il pugilato e il pancrazio.
Un crocevia di culture
Nella regione III, caratterizzata da complessi abitativi di diverse tipologie, spicca il Caseggiato del Serapide, risalente all’età dell’imperatore Adriano e che, per gli studiosi di oggi, sfoggia la fisionomia architettonica di un autentico palazzo rinascimentale. Come testimoniano i bolli laterizi, la costruzione dell’edificio - che oggi forma un blocco contiguo con le adiacenti Terme dei Sette Sapienti e il Caseggiato degli Aurighi - risale al 126 e 127 d.C. La presenza di un sacello raffigurante il Dio Serapide in trono, affiancato dalla sua compagna Iside testimonia quanto i culti orientali di origine egizia, fossero diffusi durante l’impero nella città portuale, crocevia di culture diverse.
Sinagoga, Parco Archeologico di Ostia Antica
Testimonianza dell’effervescente melting pot culturale di questa antica e vivace città sono anche i numerosi mitrei - centri del culto e luoghi di incontro dei seguaci del Mitraismo - da quello del caseggiato di Diana al Mitreo di Fruttuoso, dal Mitreo Aldobrandini a quello di Porta Romana - che convivono con i templi delle associazioni (il tempio collegiale e quello dei Mensores), con i luoghi di culto cristiani, come l’Oratorio o l’Aula del Buon Pastore, e persino con una sinagoga. Significativa testimonianza della presenza ebraica nel contesto multi-etnico e multi-religioso della città romana, la Sinagoga di Ostia antica è anche una delle più antiche testimonianze dell’ebraismo della Diaspora. Risalirebbe alla seconda metà del I secolo d.C. e sarebbe successiva alla costruzione del porto voluto dall’imperatore Claudio in prossimità dell’antica linea di costa.
La regione IV comprende invece il Santuario della Magna Mater e, lungo il decumano, un macellum e la sede collegiale della Schola del Traiano. Presso Porta Marina è il tardo Foro di Porta Marina.
Gli horrea occupano invece la regione V, a Sud del decumano massimo, accanto a strutture abitative e commerciali, ad alcune domus e agli stabilimenti termali.
Mitreo delle Terme di Mitra visto da Nord (Regio I, insula XVII), Ostia Antica | Foto: Author Michelle Touton (Ailurophyle) (Own work) via Wikipedia Creative Commons
Il Museo del Parco archeologico di Ostia antica
Il Museo Ostiense nacque nel 1865 grazie all’archeologo Pietro Ercole Visconti per esporre i reperti che si andavano scoprendo negli scavi e che, con l’Unità d’Italia, furono spostati nel Castello di Giulio II. Solo nel 1933 fecero ritorno nell’attuale sede allestita dall’architetto Italo Gismondi.
Nelle nove sale attualmente visitabili si “muovono”, tra i tanti capolavori, la Statua di Apollo proveniente dalla Domus del Protiro, il Gruppo scultoreo di Mitra Tauroctono, la Statua di Perseo con la testa di Medusa, il sontuoso Sarcofago delle Muse.
Apollo e Afrodite tornano a casa
Intanto hanno fatto ritorno al Museo del Parco archeologico di Ostia Antica le statue di Apollo con cetra, la divinità fluviale del Tevere e Afrodite accovacciata, che erano state esposte nel 2017 nell’area di imbarco E del Terminal 3 del vicino aeroporto di Fiumicino.
Ostia Antica | Foto: GiniGeo_Photography / 214 via Pixabay
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