In mostra dal 27 luglio

Restaurata l'Annunciazione di Flippino Lippi, gioiello di Capodimonte

Filippino Lippi (Prato, 1457 ca. – Firenze, 1504), Annunciazione con i Santi Giovanni Battista e Andrea, 1470-75 ca. Tempera su tavola, inv. Q 42 I Courtesy Museo e Real Bosco di Capodimonte
 

Francesca Grego

25/07/2023

Napoli - In uno splendido giardino, un angelo dolcissimo annuncia a Maria la prossima nascita del Figlio porgendole dei gigli candidi, mentre due testimoni inattesi si aggiungono alla scena narrata dai Vangeli: sono il Battista e Sant’Andrea, assenti nel racconto delle Sacre Scritture. Ma Filippino Lippi va  oltre: ambienta l’evento nella Firenze del Quattrocento, delineando con precisione la cupola di Santa Maria del Fiore col campanile di Giotto, la torre di Palazzo Vecchio, il Bargello, il campanile della Badia fiorentina, perfettamente riconoscibili sullo sfondo. Da giovedì 27 luglio potremo ammirare come mai prima questo prezioso e commovente gioiello rinascimentale al Museo di Capodimonte, grazie a un restauro che gli ha restituito piena leggibilità.
 
Si conclude così il progetto “RivelazioniFinance for Fine Art”, intrapreso nel 2018 da Borsa Italiana in collaborazione con l’Advisory Board del Museo e Real Bosco di Capodimonte, che negli ultimi cinque anni ha portato al restauro di altri sette importanti dipinti appartenenti alle collezioni della reggia partenopea: l'Adorazione dei Pastori di Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato, la Natività di Luca Signorelli, la Cantatrice di Bernardo Cavallino e l’Adorazione del Bambino di Michelangelo Anselmi, il Paesaggio con la Ninfa Egeria di Claude Lorrain, il Ritratto dell’infante Francesco di Borbone di Elisabeth Vigée Le Brun e il Ritratto di Pier Luigi Farnese di Tiziano.


Dopo il restauro: Filippino Lippi (Prato, 1457 ca. – Firenze, 1504), Annunciazione con i Santi Giovanni Battista e Andrea, 1470-75 ca. (dettaglio). Tempera su tavola, inv. Q 42 I Courtesy Museo e Real Bosco di Capodimonte

Tarli, fissurazioni, stuccature, ridipinture, fumo e bruciature di candele avevano messo in pericolo e reso scarsamente leggibile l’Annunciazione con i Santi Giovanni Battista e Andrea (1470-75 circa) di Filippino Lippi, richiedendo un intervento su più fronti. Dopo i lavori condotti dal restauratore Bruno Arciprete sotto la direzione di Angela Cerasuolo del Museo di Capodimonte e sostenuti da Temi Spa con la formula dell’Art Bonus, il cielo è tornato a splendere luminoso su quest’angolo di paradiso in terra dipinto a tempera: i visitatori del museo potranno apprezzarne i colori in tutto il loro armonioso nitore, nonché le delicatissime pennellate che svelano la costruzione di volti e figure, delle vesti drappeggiate, dei fiori e preziosi elementi decorativi.
 
Le indagini condotte da Beatrice De Ruggieri, Matteo Positano, Marco Cardinali e Claudio Falcucci, inoltre, hanno rivelato il disegno sottostante, eseguito a pennello, e le sue trasformazioni in corso d’opera, permettendo agli studiosi di comprendere la genesi del dipinto. Svelata anche la natura della ricca tavolozza di Lippi, dagli incarnati dipinti con biacca e cinabro alla lacca rossa e alle terre usate per la veste della Madonna, fino ai pigmenti di azzurrite, giallorino e ai composti di rame impiegati per le diverse sfumature di verde.


Restauro dell'Annunciazione con i Santi Giovanni Battista e Andrea di Filippino Lippi I Courtesy Museo e Real Bosco di Capodimonte 

Il restauro ha rappresentato anche un’occasione per saperne di più sulla storia di quest’opera, giunta a Napoli in modo avventuroso. Il dipinto fu realizzato da Lippi quando era ancora molto giovane, tra il 1470 e il 1475, probabilmente per la chiesa fiorentina di San Lorenzo, la stessa per cui suo padre, Fra Filippo Lippi, aveva realizzato uno dei suoi lavori più celebrati, l’Annunciazione Martelli. È molto probabile che l’Annunciazione di Capodimonte fosse stata inizialmente commissionata a Fra’ Filippo dalla famiglia della Stufa per la sua cappella dedicata a Sant’Andrea (presente nel quadro), per poi passare a Filippino.
 
Avviato prestissimo alla pittura nella bottega di Fra Filippo, dopo la sua morte (1469) Filippino continuerà a lavorare con Fra Diamante, principale collaboratore del padre, per passare poco dopo nella bottega di Sandro Botticelli. Qui il pittore poco più che ventenne dispone già di una certa autonomia e il suo status è diverso da quello di un allievo: secondo studi recenti la sua carriera procede già in parallelo, e non in esclusiva dipendenza, da quella di Botticelli.


Dopo il restauro: Filippino Lippi (Prato, 1457 ca. – Firenze, 1504), Annunciazione con i Santi Giovanni Battista e Andrea, 1470-75 ca. (dettaglio). Tempera su tavola, inv. Q 42 I Courtesy Museo e Real Bosco di Capodimonte 

Ma in che modo l’Annunciazione con i Santi Giovanni Battista e Andrea giunse a Capodimonte? Sappiamo che nella seconda metà del Cinquecento l’opera era già stata rimossa dalla chiesa fiorentina per la quale era stata creata. Alla fine del Settecento si trovava probabilmente nella collezione dell’emiliano Alfonso Tacoli Canacci e nel 1800 la ritroviamo a Roma, abbandonata dalle truppe napoleoniche in fuga. Inviato dal re di Napoli alla ricerca di tesori da “prelevare”, l’esperto d’arte Domenico Venuti la scoverà nella Chiesa di San Luigi dei Francesi e l’Annunciazione entrerà così nelle collezioni borboniche.


Dopo il restauro: Filippino Lippi (Prato, 1457 ca. – Firenze, 1504), Annunciazione con i Santi Giovanni Battista e Andrea, 1470-75 ca. (dettaglio). Tempera su tavola, inv. Q 42 I Courtesy Museo e Real Bosco di Capodimonte