Dal 28 marzo in mostra sculture inedite
Apre al pubblico l’Antiquarium Torlonia
Antiquarium Torlonia, Installation view, Eros su biga trainata da cinghiali. Foto Agostino Osio I Courtesy Fondazione Torlonia
Francesca Grego
27/03/2024
Roma - Dopo le grandi mostre che, tra i Musei Capitolini e la sede milanese delle Gallerie d’Italia, hanno svelato al pubblico le meraviglie della Collezione Torlonia, i marmi dei principi di Roma Vecchia tornano a farsi ammirare in un nuovo capitolo del loro percorso di valorizzazione. Mentre le opere già esposte in Italia si preparano a partire per un tour internazionale che avrà nel Louvre la sua prima tappa, un gruppo di sculture inedite e fresche di restauro è pronto a svelarsi nella propria sede originaria. Da domani, giovedì 28 marzo, le Scuderie di Villa Albani Torlonia accoglieranno l’Antiquarium, un nuovo spazio espositivo la cui apertura celebra i primi dieci anni di attività della Fondazione Torlonia.
Per due mesi, fino al prossimo 28 giugno, una mostra a cura di Carlo Gasparri, professore emerito presso l’Università Federico II di Napoli e Accademico dei Lincei, presenterà al pubblico 16 opere che in passato ornavano il giardino della villa, recentemente restaurate nei Laboratori Torlonia con il supporto di Bulgari e la collaborazione della Soprintendenza Speciale di Roma. Figure umane, erme, bassorilievi, statue di animali selvatici racconteranno un altro volto della celebre collezione, invitando i visitatori a scoprire come si siano evoluti nel tempo il gusto per l’antico e le forme di interpretazione e restauro.
Alcuni pezzi, per esempio, sono frutto dell’unione di elementi eterogenei e originariamente indipendenti, che assumono così nuovi significati. È il caso di uno scenografico Eros su biga trainata da cinghiali, composto nell’Ottocento a partire da opere di arte antica, che si ispira alle decorazioni di Villa Adriana e alle sculture del Museo Pio-Clementino in Vaticano.
Un altro spunto interessante deriva dal poter immaginare le sculture nel loro allestimento storico all’interno della villa. Nel giardino Torlonia, infatti, statue di animali selvatici come l’aquila, il daino, il cervo o lo stesso cinghiale erano usate, come nell’antica Roma, per evocare l’atmosfera di paradisi naturali, magari in prossimità di una grotta. In alcuni casi ciò ha rappresentato un salto di significato notevole, se pensiamo alla funzione votiva assunta dalle immagini di animali dedicate nel mondo ellenistico alla dea Artemide, dalle quali alcuni di questi marmi derivano.
Mille curiosità si affollano nella mente anche davanti alle figure umane e mitologiche presentate in mostra: perché nei busti anticamente collocati nel portico della Kaffeehaus sono stati riconosciuti a lungo - e senza alcun fondamento - i ritratti di alcuni imperatori romani? E come mai la Naiade proveniente dalla prestigiosa Collezione Giustiniani a un certo punto della storia si è ritrovata sul collo una testa diversa dalla propria? Alcuni di questi interrogativi troveranno risposta lungo il percorso espositivo, o negli incontri di approfondimento con la conservatrice delle Collezioni Torlonia Anna Maria Carruba e con i restauratori, in programma a giugno.
A partire da domani, intanto, il pubblico romano avrà l’occasione di entrare in contatto gratuitamente, tutte le mattine dal lunedì al sabato, con una delle raccolte d’arte antica più prestigiose e fino a poco tempo fa più inaccessibili esistenti al mondo, attraverso “alcune tra le più significative opere conservate nel Museo Torlonia e provenienti da Villa Albani - spiega il curatore Carlo Gasparri - che tornano ora temporaneamente nella villa, per essere presentate al pubblico nella loro sede d’origine. Esemplari selezionati che permettono di percepire soluzioni decorative e filoni del gusto oggi non più rappresentati nella villa e che in alcuni casi mostrano come siano stati oggetto di importanti interventi integrativi al loro arrivo nel Museo Torlonia”.
Leggi anche:
• I capolavori dei Torlonia sbarcano al Louvre
• Ecco i Torlonia Marbles. Vita, morte e miracoli di una collezione segreta da 200 anni
• Visita alla Collezione Torlonia. Cinque capolavori da non perdere
Per due mesi, fino al prossimo 28 giugno, una mostra a cura di Carlo Gasparri, professore emerito presso l’Università Federico II di Napoli e Accademico dei Lincei, presenterà al pubblico 16 opere che in passato ornavano il giardino della villa, recentemente restaurate nei Laboratori Torlonia con il supporto di Bulgari e la collaborazione della Soprintendenza Speciale di Roma. Figure umane, erme, bassorilievi, statue di animali selvatici racconteranno un altro volto della celebre collezione, invitando i visitatori a scoprire come si siano evoluti nel tempo il gusto per l’antico e le forme di interpretazione e restauro.
Alcuni pezzi, per esempio, sono frutto dell’unione di elementi eterogenei e originariamente indipendenti, che assumono così nuovi significati. È il caso di uno scenografico Eros su biga trainata da cinghiali, composto nell’Ottocento a partire da opere di arte antica, che si ispira alle decorazioni di Villa Adriana e alle sculture del Museo Pio-Clementino in Vaticano.
Un altro spunto interessante deriva dal poter immaginare le sculture nel loro allestimento storico all’interno della villa. Nel giardino Torlonia, infatti, statue di animali selvatici come l’aquila, il daino, il cervo o lo stesso cinghiale erano usate, come nell’antica Roma, per evocare l’atmosfera di paradisi naturali, magari in prossimità di una grotta. In alcuni casi ciò ha rappresentato un salto di significato notevole, se pensiamo alla funzione votiva assunta dalle immagini di animali dedicate nel mondo ellenistico alla dea Artemide, dalle quali alcuni di questi marmi derivano.
Mille curiosità si affollano nella mente anche davanti alle figure umane e mitologiche presentate in mostra: perché nei busti anticamente collocati nel portico della Kaffeehaus sono stati riconosciuti a lungo - e senza alcun fondamento - i ritratti di alcuni imperatori romani? E come mai la Naiade proveniente dalla prestigiosa Collezione Giustiniani a un certo punto della storia si è ritrovata sul collo una testa diversa dalla propria? Alcuni di questi interrogativi troveranno risposta lungo il percorso espositivo, o negli incontri di approfondimento con la conservatrice delle Collezioni Torlonia Anna Maria Carruba e con i restauratori, in programma a giugno.
A partire da domani, intanto, il pubblico romano avrà l’occasione di entrare in contatto gratuitamente, tutte le mattine dal lunedì al sabato, con una delle raccolte d’arte antica più prestigiose e fino a poco tempo fa più inaccessibili esistenti al mondo, attraverso “alcune tra le più significative opere conservate nel Museo Torlonia e provenienti da Villa Albani - spiega il curatore Carlo Gasparri - che tornano ora temporaneamente nella villa, per essere presentate al pubblico nella loro sede d’origine. Esemplari selezionati che permettono di percepire soluzioni decorative e filoni del gusto oggi non più rappresentati nella villa e che in alcuni casi mostrano come siano stati oggetto di importanti interventi integrativi al loro arrivo nel Museo Torlonia”.
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