Dal 21 dicembre al 30 giugno a Roma
Nuovi spazi per Centrale Montemartini: gli Etruschi allo specchio dell’Antico Egitto
Egizi Etruschi. Da Eugene Berman allo Scarabeo dorato | Courtesy of © Centrale Montemartini
Francesca Grego
20/12/2017
Roma - Inaugurano con una grande mostra i 250 metri quadri del nuovo spazio per le esposizioni temporanee di Centrale Montemartini, la sezione staccata dei Musei Capitolini che coniuga l’allure della statuaria classica con le architetture industriali di un’ex centrale termoelettrica.
Egizi Etruschi. Da Eugene Berman allo Scarabeo dorato è l’affascinante racconto dell’incontro tra due civiltà separate da mesi di navigazione, eppure così vicine, grazie a una storia di commerci e contatti che ebbe come teatro il bacino del Mediterraneo.
Lo spunto è la recente scoperta di preziosi oggetti egizi databili tra l’VIII e il III secolo a.C. nelle campagne intorno a Vulci, un tempo tra i centri di maggior rilievo dell’Etruria Meridionale.
Gioielli di raffinata fattura, vasi che contennero unguenti pregiati, ceramiche, tessuti, statue e bassorilievi sono testimoni di affinità e attrazioni destinate a sfociare in una vera e propria moda dell’Oriente, che si affermò tra gli strati più elevati della società etrusca con la complicità dei mercanti fenici.
Al ricco patrimonio delle necropoli etrusche del Lazio e ai prestiti del Museo Archeologico di Firenze, si aggiungono le collezioni di tre grandi cultori del mondo antico, protagoniste di una sezione dedicata.
Dalle raccolte di Augusto Castellani e Giovanni Barracco, tra i maggiori esperti del settore nel vivace panorama antiquario romano della seconda metà dell’Ottocento, allo scenografo teatrale e pittore russo Eugene Berman che, rapito dall’arte egizia, per la sua collezione scelse maschere funerarie dagli occhi magnetici, stoffe copte e vasi di pietra che anticipavano le forme lineari del design novecentesco.
Ideali di regalità e prestigio, immagini divine, simbologie positive legate alle forze della natura, riti funebri e credenze sull’aldilà sono i temi scelti dai curatori per evidenziare gli stretti rapporti tra due civiltà fiorite su sponde opposte del Mare Nostrum. Senza trascurare l’osmosi dei saperi artigianali, la comune passione per lo splendore soprannaturale dell’oro, il gusto per unguenti e cosmetici di lusso, l’antica koiné mediterranea che accomunò Etruschi ed Egizi ai vicini greci e fenici.
Tra le molte meraviglie in mostra, segnaliamo due tesori da non perdere. In primo luogo, il corredo della Tomba delle Mani d’Argento di Vulci, che sfoggia vasi e gioielli, ma soprattutto gli eccezionali resti di una rara statua polimaterica (sphyrelaton) e la ricostruzione di un carro dai finimenti di pregio.
E dulcis in fundo, i reperti della Tomba dello Scarabeo Dorato, rinvenuta nel 2016 nella necropoli vulcense di Poggio Mengarelli dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio culturale, nell’ambito di attività di contrasto agli scavi clandestini. Tra i raffinati ornamenti in metalli preziosi, ambra e pasta vitrea che accompagnarono nell’ultimo viaggio un’adolescente di alto rango, spicca uno splendido scarabeo sacro in argento ricoperto a foglia d’oro di produzione egizia.
A cura di Alfonsina Russo, Claudio Parisi Presicce, Simona Carosi e Antonella Magagnini, l’esposizione Egizi Etruschi. Da Eugene Berman allo Scarabeo dorato sarà visitabile presso Centrale Montemartini dal 21 dicembre al 30 giugno 2018.
Leggi anche:
• Passioni antiche: tre secoli di Winckelamann ai Musei Capitolini
• Il Museo Egizio arriva in Cina: un viaggio in 5 tappe per unire due grandi civiltà
Egizi Etruschi. Da Eugene Berman allo Scarabeo dorato è l’affascinante racconto dell’incontro tra due civiltà separate da mesi di navigazione, eppure così vicine, grazie a una storia di commerci e contatti che ebbe come teatro il bacino del Mediterraneo.
Lo spunto è la recente scoperta di preziosi oggetti egizi databili tra l’VIII e il III secolo a.C. nelle campagne intorno a Vulci, un tempo tra i centri di maggior rilievo dell’Etruria Meridionale.
Gioielli di raffinata fattura, vasi che contennero unguenti pregiati, ceramiche, tessuti, statue e bassorilievi sono testimoni di affinità e attrazioni destinate a sfociare in una vera e propria moda dell’Oriente, che si affermò tra gli strati più elevati della società etrusca con la complicità dei mercanti fenici.
Al ricco patrimonio delle necropoli etrusche del Lazio e ai prestiti del Museo Archeologico di Firenze, si aggiungono le collezioni di tre grandi cultori del mondo antico, protagoniste di una sezione dedicata.
Dalle raccolte di Augusto Castellani e Giovanni Barracco, tra i maggiori esperti del settore nel vivace panorama antiquario romano della seconda metà dell’Ottocento, allo scenografo teatrale e pittore russo Eugene Berman che, rapito dall’arte egizia, per la sua collezione scelse maschere funerarie dagli occhi magnetici, stoffe copte e vasi di pietra che anticipavano le forme lineari del design novecentesco.
Ideali di regalità e prestigio, immagini divine, simbologie positive legate alle forze della natura, riti funebri e credenze sull’aldilà sono i temi scelti dai curatori per evidenziare gli stretti rapporti tra due civiltà fiorite su sponde opposte del Mare Nostrum. Senza trascurare l’osmosi dei saperi artigianali, la comune passione per lo splendore soprannaturale dell’oro, il gusto per unguenti e cosmetici di lusso, l’antica koiné mediterranea che accomunò Etruschi ed Egizi ai vicini greci e fenici.
Tra le molte meraviglie in mostra, segnaliamo due tesori da non perdere. In primo luogo, il corredo della Tomba delle Mani d’Argento di Vulci, che sfoggia vasi e gioielli, ma soprattutto gli eccezionali resti di una rara statua polimaterica (sphyrelaton) e la ricostruzione di un carro dai finimenti di pregio.
E dulcis in fundo, i reperti della Tomba dello Scarabeo Dorato, rinvenuta nel 2016 nella necropoli vulcense di Poggio Mengarelli dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio culturale, nell’ambito di attività di contrasto agli scavi clandestini. Tra i raffinati ornamenti in metalli preziosi, ambra e pasta vitrea che accompagnarono nell’ultimo viaggio un’adolescente di alto rango, spicca uno splendido scarabeo sacro in argento ricoperto a foglia d’oro di produzione egizia.
A cura di Alfonsina Russo, Claudio Parisi Presicce, Simona Carosi e Antonella Magagnini, l’esposizione Egizi Etruschi. Da Eugene Berman allo Scarabeo dorato sarà visitabile presso Centrale Montemartini dal 21 dicembre al 30 giugno 2018.
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