Dal 18 ottobre al 18 gennaio al MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna
Chagall e l'arte del mosaico: il volto meno noto del maestro in mostra a Ravenna

Marc Chagall, Le Grand Soleil, 1967, pietre, marmo, paste vitree, 420 x 340 cm collezione privata © Chagall®, by SIAE 2025 Photo: © Benoit Coignard
Samantha De Martin
19/09/2025
Ravenna - Nel 1954, quando Marc Chagall visitò per la prima volta a Ravenna, rimase profondamente colpito dalla bellezza e dalla spiritualità dei mosaici bizantini.
Gli bastò un anno per aderire alla Mostra di Mosaici Moderni, quando, su iniziativa di Giuseppe Bovini, allora direttore del Museo Nazionale di Ravenna e per il tramite dello storico dell’arte Lionello Venturi, il pittore russo si aggiudicò la partecipazione al grande evento. Quella mostra, che vantava nel comitato scientifico nomi illustri della storia dell’arte come Giulio Carlo Argan e Palma Bucarelli, rappresenta un unicum nel panorama nazionale e nell’evoluzione del mosaico contemporaneo, grazie alla collaborazione dei mosaicisti ravennati con artisti di fama internazionale.
Gli invitati, tra i più celebri maestri dell'epoca in Italia, da Afro a Giuseppe Capogrossi, da Renato Guttuso a Emilio Vedova, avevano inviato per l’occasione bozzetti su carta rigida. E i mosaicisti, partendo da quei disegni, avevano realizzato le loro interpretazioni musive.
Molte di queste interpretazioni costituiscono oggi il nucleo storico della collezione musiva del MAR-Museo d’Arte della città.
Ed è proprio per Ravenna che Chagall realizzò il suo primo mosaico, Le Coq bleu, entrando in contatto con la nobile tecnica. Con quest’opera, tra le più iconiche della collezione del Museo d’Arte della città, eccezionalmente esposta nelle due versioni musive realizzate da Antonio Rocchi e Romolo Papa, insieme al bozzetto originale, si aprirà dal 18 ottobre al 18 gennaio, al MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna, il percorso espositivo dal titolo Chagall in mosaico. Dal progetto all’opera, la prima mostra interamente dedicata al legame tra il grande artista e la tecnica musiva, pronta a presentare un capitolo ancora poco esplorato dell'itinerario creativo del pittore.

Marc Chagall, Orpheus, 1971, mosaico realizzato da Heidi e Lino Melano, Coll. John et Evelyn Nef donné à la National Gallery, Washington Photo Lee Ewing. © Chagall ®, SIAE 2025
Il pubblico potrà seguire la narrazione di quattordici progetti di Marc Chagall, per lo più monumentali, distribuiti tra il sud della Francia, gli Stati Uniti, Israele e la Svizzera, avendo un panorama completo dei mosaici realizzati dall’artista tra il 1958 e il 1986, con opere provenienti da istituzioni e collezioni internazionali.
Frutto di un lavoro di coproduzione fra il Musée national Marc Chagall di Nizza e il MAR, a cura di Anne Dopffér, Gregory Couderc, di Giorgia Salerno e Daniele Torcellini, la mostra sarà l’evento inaugurale della IX Biennale di Mosaico Contemporaneo di Ravenna, appuntamento unico nel suo genere, dedicato a un linguaggio artistico millenario.
A ripercorrere il processo creativo di Chagall saranno bozzetti, gouaches, disegni e mosaici, ma anche dipinti, incisioni e litografie che completano il quadro della ricerca e dell’evoluzione dell’artista che, per oltre vent’anni, si è avvalso della collaborazione del mosaicista ravennate Lino Melano e di sua moglie Heidi e, dagli anni Settanta, anche quella di Michel Tharin.
Per la prima volta in Italia arriverà il grande mosaico Le Grand Soleil (1965-1967), capolavoro realizzato da Chagall con Lino Melano, originariamente donata dall’artista alla moglie Valentina come omaggio intimo e poetico per la loro dimora “La Colline” a Saint-Paul-de-Vence. Rimasto non visibile al pubblico per decenni, Le Grand Soleil in occasione della mostra ravennate torna a mostrare la sua originaria bellezza grazie all’intervento dei restauratori Benoit e Sandrine Coignard.
Il viaggio attraverso la raffinata arte del mosaico proseguirà anche attraverso Les Amoureux (1964) realizzato per la Fondazione Maeght a Le Char d’Elie (1973) opera permanente del Museo Nazionale Marc Chagall di Nizza, Le Message d'Ulysse, (1968) mosaico progettato per la Facoltà di giurisprudenza di Nizza, e ancora l’Orphée, (1969-1971) oggi esposto presso il giardino della National Gallery di Washington.
La narrazione si completerà con un approfondimento del lavoro individuale dei mosaicisti ravennati Romolo Papa, Antonio Rocchi e Lino Melano che si sono confrontati con l’opera di Chagall collaborando con il maestro.
Gli bastò un anno per aderire alla Mostra di Mosaici Moderni, quando, su iniziativa di Giuseppe Bovini, allora direttore del Museo Nazionale di Ravenna e per il tramite dello storico dell’arte Lionello Venturi, il pittore russo si aggiudicò la partecipazione al grande evento. Quella mostra, che vantava nel comitato scientifico nomi illustri della storia dell’arte come Giulio Carlo Argan e Palma Bucarelli, rappresenta un unicum nel panorama nazionale e nell’evoluzione del mosaico contemporaneo, grazie alla collaborazione dei mosaicisti ravennati con artisti di fama internazionale.
Gli invitati, tra i più celebri maestri dell'epoca in Italia, da Afro a Giuseppe Capogrossi, da Renato Guttuso a Emilio Vedova, avevano inviato per l’occasione bozzetti su carta rigida. E i mosaicisti, partendo da quei disegni, avevano realizzato le loro interpretazioni musive.
Molte di queste interpretazioni costituiscono oggi il nucleo storico della collezione musiva del MAR-Museo d’Arte della città.
Ed è proprio per Ravenna che Chagall realizzò il suo primo mosaico, Le Coq bleu, entrando in contatto con la nobile tecnica. Con quest’opera, tra le più iconiche della collezione del Museo d’Arte della città, eccezionalmente esposta nelle due versioni musive realizzate da Antonio Rocchi e Romolo Papa, insieme al bozzetto originale, si aprirà dal 18 ottobre al 18 gennaio, al MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna, il percorso espositivo dal titolo Chagall in mosaico. Dal progetto all’opera, la prima mostra interamente dedicata al legame tra il grande artista e la tecnica musiva, pronta a presentare un capitolo ancora poco esplorato dell'itinerario creativo del pittore.

Marc Chagall, Orpheus, 1971, mosaico realizzato da Heidi e Lino Melano, Coll. John et Evelyn Nef donné à la National Gallery, Washington Photo Lee Ewing. © Chagall ®, SIAE 2025
Il pubblico potrà seguire la narrazione di quattordici progetti di Marc Chagall, per lo più monumentali, distribuiti tra il sud della Francia, gli Stati Uniti, Israele e la Svizzera, avendo un panorama completo dei mosaici realizzati dall’artista tra il 1958 e il 1986, con opere provenienti da istituzioni e collezioni internazionali.
Frutto di un lavoro di coproduzione fra il Musée national Marc Chagall di Nizza e il MAR, a cura di Anne Dopffér, Gregory Couderc, di Giorgia Salerno e Daniele Torcellini, la mostra sarà l’evento inaugurale della IX Biennale di Mosaico Contemporaneo di Ravenna, appuntamento unico nel suo genere, dedicato a un linguaggio artistico millenario.
A ripercorrere il processo creativo di Chagall saranno bozzetti, gouaches, disegni e mosaici, ma anche dipinti, incisioni e litografie che completano il quadro della ricerca e dell’evoluzione dell’artista che, per oltre vent’anni, si è avvalso della collaborazione del mosaicista ravennate Lino Melano e di sua moglie Heidi e, dagli anni Settanta, anche quella di Michel Tharin.
Per la prima volta in Italia arriverà il grande mosaico Le Grand Soleil (1965-1967), capolavoro realizzato da Chagall con Lino Melano, originariamente donata dall’artista alla moglie Valentina come omaggio intimo e poetico per la loro dimora “La Colline” a Saint-Paul-de-Vence. Rimasto non visibile al pubblico per decenni, Le Grand Soleil in occasione della mostra ravennate torna a mostrare la sua originaria bellezza grazie all’intervento dei restauratori Benoit e Sandrine Coignard.
Il viaggio attraverso la raffinata arte del mosaico proseguirà anche attraverso Les Amoureux (1964) realizzato per la Fondazione Maeght a Le Char d’Elie (1973) opera permanente del Museo Nazionale Marc Chagall di Nizza, Le Message d'Ulysse, (1968) mosaico progettato per la Facoltà di giurisprudenza di Nizza, e ancora l’Orphée, (1969-1971) oggi esposto presso il giardino della National Gallery di Washington.
La narrazione si completerà con un approfondimento del lavoro individuale dei mosaicisti ravennati Romolo Papa, Antonio Rocchi e Lino Melano che si sono confrontati con l’opera di Chagall collaborando con il maestro.
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