LANDLESS MEN. Uomini senza terra

Vittorio Colamussi, LANDLESS MEN. Uomini senza terra, Quadricromia digitale diretta su Hiboard, Spessore 20 mm

 

Dal 27 Settembre 2019 al 06 Ottobre 2019

Ferrara

Luogo: La stanza di Lucrezia

Indirizzo: Via Saraceno 83

Orari: 27 Set 19 - 21 | 28 / 29 Set 10 - 13 / 16.30 - 20 | 4 / 5 / 6 Ott 10 - 13 / 16.30 / 20

Curatori: La Stanza di Lucrezia, White Paper Art

Telefono per informazioni: +39 347 7306620

E-Mail info: lastanzadilucrezia@outlook.it

Sito ufficiale: http://www.vittoriocolamussi.com



Si inaugura il 27 settembre presso lo Spazio Espositivo La stanza di Lucrezia, Via Saraceno, 83 - 44120 Ferrara, ore 19.00, "LANDLESS MEN. Uomini senza terra", un progetto fotografico del ferrarese Vittorio Colamussi.

L’esposizione curata in collaborazione con l’Associazione La Stanza di Lucrezia e l’Associazione Culturale White Paper Art, sarà visibile, nelle date del 27, 28, 29 settembre e il 4, 5, 6 ottobre, durante il Festival Internazionale di Ferrara, giunto alla sua 18° edizione.

Dopo Ferrara, il progetto sarà presente a Bologna, selezionato per una sessione di fotografia su grande schermo denominato SCREENING OFF all'interno della 13a Edizione del Terra di Tutti Film Festival diretta da Jonathan Ferramola.

Vittorio Colamussi con LANDLESS MEN. Uomini senza terra, pone l’attenzione non solo sul fenomeno dell’immigrazione degli ultimi quindici anni, ma al concetto più allargato della Storia dei Popoli che, da sempre sono migrati alla ricerca di un loro luogo, di una loro terra. Un fenomeno antropologico traversale che da secoli appartiene alla Storia dell’Umanità. La riflessione di Colamussi, si sposta dunque sulla “non appartenenza” ad alcun territorio, e non solo sulla tematiche immigratorie odierne, argomenti fortemente dibattuto e fonte di polemiche e discriminazioni politiche, sociali e religiose.

Colamussi punta a darci una visione sull’individuo: i suo scatti vogliono fermare con consapevolezza l’uomo in quanto tale, alla singola persona e a ciò che porta con sé nel cuore e nella mente, non spingendosi ad altro che riconoscere e far conoscere la cultura che gli appartiene, come bagaglio di ognuno di noi, sviluppato in rapporto al luogo di nascita ed ad una propria soggettività e unicità.

Scevro dunque da qualsiasi posizione di parte, racconta la singolarità dell’essere umano fotografato, e lo fa ponendo l’accento su un gesto, una espressione, uno scritto o un detto nella loro lingua, del territorio in cui sono nati e da cui sono scappati, a ciò che gli è stato strappato, in cerca di una nuova patria.

Nei centri di accoglienza di fatto si incontrano persone provenienti da Paesi del Sud del mondo con lingue ed usi tra loro diversissimi, che provvisoriamente vivono in una sorta di “non ha identità”. Un limbo, in attesa di un luogo in cui riprendere a vivere.

E’ proprio con quel taglio di umanità che Colamussi immortala i suoi uomini e le sue donne. Le stesse parole di Colamussi ci palesano il suo obbiettivo: “Nel caos dell’informazione di massa i migranti rimangono sullo sfondo, comparse, se ne parla senza in realtà conoscerli quasi che mantenere questa distanza possa renderli meno umani e quindi giustificare nel migliore dei casi la nostra indifferenza”.

Le immagini di Vittorio Colamussi non sono elaborate in fase di post produzione, sono scatti immediati, che accolgono la casualità, che palesa dietro la decisione di immortale quello e solo quel momento.

La peculiarità, durante la fase di ripresa è quella di sovrapporre l’immagine del migrante alla pagina da lui scritta, senza altre mediazioni postume (doppia esposizione). La traduzione del testo, riportata in didascalia, ne permette poi la comprensione. Cerca un modo per avvicinarsi a questi uomini per tradurre in modo visivo ciò che sono, le loro paure, le loro speranze, i loro dolori e gioie.

In mostra sono stati selezionati una ventina di fotografie che sono solo una parte, seppur significativa, del progetto che ha sviluppato. Le foto sono state realizzate tra il 2016 ed il 2017 in diverse realtà di accoglienza tra cui quelle della Cooperativa Sociale Camelot - Officine Cooperative a Bologna e a Ferrara, della Cooperativa Sociale Porto Alegre di Rovigo e della Caritas Diocesana di Ferrara e Comacchio.

Vittorio Colamussi è stato selezionato per una sessione di fotografia su grande schermo denominato SCREENING OFF all'interno della 13a Edizione del Terra di Tutti Film Festival diretto da Jonathan Ferramola.
www.terradituttifilmfestival.org

Sarà dato spazio fotografia su grande schermo del Cinema. Quattro fotografi di fama internazionale raccontano quattro reportage fotografici, dal Ghana alla Colombia per immortalare i momenti significativi di comunità, persone, lotte e destini che popolano il nostro pianeta, tra cui Colamussi.

Sabato 12 ottobre, alle 17.45 al Cinema Lumière (Bologna), la presentazione di LANDLESS MEN di Vittorio Colamussi, reportage che vuole tentare di aprire uno spiraglio sull’identità del migrante/rifugiato utilizzando uno strumento come la fotografia che per sua natura è un linguaggio diretto e universale.

Vittorio Colamussi è nato a Ferrara nel 1971 e da sempre si interessa di tematiche sociali che spaziano dai popoli Africani, all’ambiente. Temi a lui cari che affronta non solo da reporter ma indagando le identità di persone, luoghi e ambienti.


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