Betty Colombo. L’anima del corpo
Dal 20 Maggio 2021 al 10 Luglio 2021
Firenze
Luogo: Crumb Gallery
Indirizzo: Via San Gallo 191 rosso
Costo del biglietto: Per visitare la mostra è consigliato prenotare al numero 347 3681894
E-Mail info: crumbgalleryfi@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.crumbgallery.com
Non è il corpo a contenere l’anima, ma l’anima il corpo
Federica Brunini
Crumb Gallery Firenze ospita, dal 20 maggio 2021 al 10 luglio 2021, la mostra della fotografa Betty Colombo, dal titolo L’anima del corpo. Nota fotoreporter, testimonial Canon e Ambassador italiana di “Save The Planet”, Colombo espone una quindicina di scatti, parte di un progetto che l’ha vista lavorare per mesi nella sala autoptica del San Luca di Lucca. Scatti che, con forza ma anche delicatezza, conducono alla scoperta di un’insolita mappa geografica della vita. Oltre la morte.
Se li osservi da lontano quegli oggetti che fluttuano nel nulla di uno sfondo nero, ti sembrano fiori carnosi dalle forme strambe, preziose pietre ancora grezze appena cavate dalla profondità della terra, strane suppellettili di società ormai scomparse o forse solo molto lontane. Sono scatti eleganti, armonici, quasi glamour, come è nello stile di Betty Colombo, che riesce sempre a cogliere del mondo, qualunque parte di esso incroci il suo sguardo, l’aspetto più profondo, nascosto, spesso anche indicibile. E a offrirlo ad altri sguardi mettendone in luce le qualità che, fermi alla superficie, in pochi sarebbero riusciti a cogliere. Un indicibile raccontato con, appunto, armonica eleganza. E il titolo della mostra, L’anima del corpo, nasce proprio da una conversazione tra la fotografa e l’amica Federica Brunini, scrittrice e giornalista.
Avvicinandosi a questi scatti, si colgono i particolari, si traduce in un senso “altro” l’immagine, si arriva a capire che si tratta di organi umani, l’interno di un corpo, parti che non si dovrebbe e potrebbe vedere mai. Anche perché la morte è qualcosa di osceno, da rinchiudere tra le mani di professionisti per non saperne, se non per il tempo necessario, assolutamente più nulla. Fotografare organi interni significa dunque fotografare la morte, metterla in mostra, allontanare la paura, e c’è una delicata poetica in tutto questo: “Regalare vita eterna a parti del corpo di una persona morta”, come dice l’artista. E raccontare la differenza evidente all’esterno di ciascuno di noi, meno evidente, perché non lo sappiamo, all’interno. “Abbiamo la convinzione di essere, dentro, tutti uguali” spiega Colombo. “Ma invece no, non è così: siamo tutti differenti con organi molto differenti. Ho visto il fegato di una donna grandissimo, tutto rosso, pieno di puntini arancioni. Un’altra donna aveva il fegato come di fiaba: viola unicorno. I nostri organi riflettono la nostra vita, i nostri pensieri, il nostro andare per il mondo, il nostro sesso, e si modificano accompagnando quello che viviamo”.
“Ho fotografato gli organi con il team di medicina legale del San Luca di Lucca, tutto composto da donne” ci tiene a precisare la fotografa. “Senza di loro non avrei fatto nulla. Mi hanno dedicato tantissimi giorni. Energie. Volontà.”
L’anima del corpo è accompagnata da un catalogo con un testo di Rory Cappelli, edizioni CRUMB Gallery, collana NOLINES.
Canon è sponsor ufficiale dell’esposizione.
Betty Colombo
Classe 1975, è una fotoreporter che lavora con le principali testate italiane occupandosi prevalentemente di reportage di viaggio e attualità.
Il primo incontro con la macchina fotografica è stato a 14 anni per sfuggire alla noia di una cerimonia. Da quel momento in poi la fotografia è diventata il suo mondo.
In più di vent’anni di carriera ha avuto la fortuna di assistere Helmut Newton e di lavorare per brand quali L’Orèal Paris, Yves Saint Lauren e Corneliani. La sua tesi di laurea porta il titolo “Caos, Ordine e Paradosso” e le è valsa un premio dell’Agenzia D’Ars per la ricerca sul frattalismo nell’arte. Ha realizzato immagini premiate da Absolut Vodka, Pernod Fils e Swatch oltre che un video sulle donne acidificate per Amnesty International, in seguito portato alla Biennale d’Arte di Ankara; il Centro Pompidou di Parigi e il Museo d’Arte Moderna di Stoccolma hanno acquisito sue installazioni fotografiche. Ha inoltre ripreso le realizzazioni aerospaziali presso l’ALTEC, nel progetto dedicato a Marte. Da 10 anni collabora con diversi chirurghi per realizzare immagini che raccontino la ricostruzione dei corpi umani in sala operatoria. È Ambassador italiana di “Save The Planet” e dell’Associazione Interplast Italy che porta la chirurgia plastica ricostruttiva nei Paesi del Terzo Mondo. A marzo 2020 è stata ospite della Biennale Europea di Fotografia Femminile, portando una mostra personale dal titolo “La Riparazione”.
È Testimonial Canon dal 2018.
www.hurryupstudio.com
Federica Brunini
Crumb Gallery Firenze ospita, dal 20 maggio 2021 al 10 luglio 2021, la mostra della fotografa Betty Colombo, dal titolo L’anima del corpo. Nota fotoreporter, testimonial Canon e Ambassador italiana di “Save The Planet”, Colombo espone una quindicina di scatti, parte di un progetto che l’ha vista lavorare per mesi nella sala autoptica del San Luca di Lucca. Scatti che, con forza ma anche delicatezza, conducono alla scoperta di un’insolita mappa geografica della vita. Oltre la morte.
Se li osservi da lontano quegli oggetti che fluttuano nel nulla di uno sfondo nero, ti sembrano fiori carnosi dalle forme strambe, preziose pietre ancora grezze appena cavate dalla profondità della terra, strane suppellettili di società ormai scomparse o forse solo molto lontane. Sono scatti eleganti, armonici, quasi glamour, come è nello stile di Betty Colombo, che riesce sempre a cogliere del mondo, qualunque parte di esso incroci il suo sguardo, l’aspetto più profondo, nascosto, spesso anche indicibile. E a offrirlo ad altri sguardi mettendone in luce le qualità che, fermi alla superficie, in pochi sarebbero riusciti a cogliere. Un indicibile raccontato con, appunto, armonica eleganza. E il titolo della mostra, L’anima del corpo, nasce proprio da una conversazione tra la fotografa e l’amica Federica Brunini, scrittrice e giornalista.
Avvicinandosi a questi scatti, si colgono i particolari, si traduce in un senso “altro” l’immagine, si arriva a capire che si tratta di organi umani, l’interno di un corpo, parti che non si dovrebbe e potrebbe vedere mai. Anche perché la morte è qualcosa di osceno, da rinchiudere tra le mani di professionisti per non saperne, se non per il tempo necessario, assolutamente più nulla. Fotografare organi interni significa dunque fotografare la morte, metterla in mostra, allontanare la paura, e c’è una delicata poetica in tutto questo: “Regalare vita eterna a parti del corpo di una persona morta”, come dice l’artista. E raccontare la differenza evidente all’esterno di ciascuno di noi, meno evidente, perché non lo sappiamo, all’interno. “Abbiamo la convinzione di essere, dentro, tutti uguali” spiega Colombo. “Ma invece no, non è così: siamo tutti differenti con organi molto differenti. Ho visto il fegato di una donna grandissimo, tutto rosso, pieno di puntini arancioni. Un’altra donna aveva il fegato come di fiaba: viola unicorno. I nostri organi riflettono la nostra vita, i nostri pensieri, il nostro andare per il mondo, il nostro sesso, e si modificano accompagnando quello che viviamo”.
“Ho fotografato gli organi con il team di medicina legale del San Luca di Lucca, tutto composto da donne” ci tiene a precisare la fotografa. “Senza di loro non avrei fatto nulla. Mi hanno dedicato tantissimi giorni. Energie. Volontà.”
L’anima del corpo è accompagnata da un catalogo con un testo di Rory Cappelli, edizioni CRUMB Gallery, collana NOLINES.
Canon è sponsor ufficiale dell’esposizione.
Betty Colombo
Classe 1975, è una fotoreporter che lavora con le principali testate italiane occupandosi prevalentemente di reportage di viaggio e attualità.
Il primo incontro con la macchina fotografica è stato a 14 anni per sfuggire alla noia di una cerimonia. Da quel momento in poi la fotografia è diventata il suo mondo.
In più di vent’anni di carriera ha avuto la fortuna di assistere Helmut Newton e di lavorare per brand quali L’Orèal Paris, Yves Saint Lauren e Corneliani. La sua tesi di laurea porta il titolo “Caos, Ordine e Paradosso” e le è valsa un premio dell’Agenzia D’Ars per la ricerca sul frattalismo nell’arte. Ha realizzato immagini premiate da Absolut Vodka, Pernod Fils e Swatch oltre che un video sulle donne acidificate per Amnesty International, in seguito portato alla Biennale d’Arte di Ankara; il Centro Pompidou di Parigi e il Museo d’Arte Moderna di Stoccolma hanno acquisito sue installazioni fotografiche. Ha inoltre ripreso le realizzazioni aerospaziali presso l’ALTEC, nel progetto dedicato a Marte. Da 10 anni collabora con diversi chirurghi per realizzare immagini che raccontino la ricostruzione dei corpi umani in sala operatoria. È Ambassador italiana di “Save The Planet” e dell’Associazione Interplast Italy che porta la chirurgia plastica ricostruttiva nei Paesi del Terzo Mondo. A marzo 2020 è stata ospite della Biennale Europea di Fotografia Femminile, portando una mostra personale dal titolo “La Riparazione”.
È Testimonial Canon dal 2018.
www.hurryupstudio.com
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