Dal 15 novembre al KMSKA
Ad Anversa Magritte racconta se stesso
René Magritte, La ricerca dell’assoluto, 1940 © Succession René Magritte
Francesca Grego
14/11/2025
Mondo - In tutta la vita René Magritte parlò pubblicamente della sua arte soltanto tre volte. Nel 1938 al KMSKA, il Museo di Belle Arti di Anversa, raccontò come avesse scoperto la magia della pittura durante l’infanzia e come il desiderio di comprenderne il mistero non l’avesse mai abbandonato. Come il Surrealismo, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, fosse per lui una strategia per resistere all’assurda tensione politica che stava sconvolgendo l’Europa. Condivise la genesi delle proprie opere nei dettagli, dai temi ricorrenti - la mela, le nuvole, i giocattoli, i panorami - alle domande che lo attanagliavano - il problema della porta, della finestra, della donna - fino alla messa a punto di quel linguaggio semplice in apparenza ma irrimediabilmente enigmatico che tutti conosciamo. Completo e chiaro come nessun altro, quel discorso si trasforma ora in una mostra, un’occasione preziosa per conoscere il lavoro di Magritte dall’interno, seguendo il filo delle sue stesse parole.
L’appuntamento è, ancora una volta, al KMSKA, che da domani, sabato 15 novembre, fino al 22 febbraio 2026, riunirà le opere citate dall’artista durante quella fondamentale conferenza e altre scelte per entrarvi in risonanza, in un percorso guidato dalla voce del pittore. “Signore e Signori, Compagni…”, esordisce il maestro surrealista, prima di mettere a nudo i propri pensieri. Magritte. La ligne de vie presenta dipinti tratti da ogni fase della carriera, svelando come la sua produzione sia ancor più ricca e varia di quanto potremmo aspettarci: la fascinazione per la pittura lo portò a viaggiare dall’astrazione alla figura, fino ai celebri giochi tra immagini e parole.
“Nella mostra, i visitatori scopriranno come Magritte ha sviluppato il suo famoso linguaggio visivo passo dopo passo. La sua conferenza dimostra che non si è trattato di un percorso lineare, ma di una ricerca e persino di una lotta con i suoi temi. La selezione di opere che presentiamo rivela le domande che continuavano a tormentarlo e i motivi ricorrenti: la mela, le nuvole, i panorami, i giocattoli a forma di tazza o di palla, e così via”, spiega il curatore dell’esposizione Xavier Canonne.
“Con Magritte. La ligne de vie, abbiamo voluto creare non una semplice mostra, ma un dialogo poetico tra immagine e parola”, racconta Lisa van Gerven, curatrice presso il KMSKA: “La sua voce riecheggia di nuovo tra le sue opere, e le parole della sua conferenza del 1938 rivelano il pensiero che sta dietro a quelle immagini. Questo permette ai visitatori di entrare nella mente di Magritte, per così dire, in un momento cruciale della sua carriera”.
Il discorso del ‘38 non segnò una svolta soltanto nella carriera del maestro, ma anche negli ambienti artistici di Anversa. Pur accolta da reazioni contrastanti, la conferenza gettò il seme del Surrealismo tra i giovani artisti che, galvanizzati dai racconti del pittore, li declinarono in una rigogliosa produzione di collage, poesie, fotografie, immagini provocatorie e accostamenti inattesi. A loro e all’eredità di Magritte è dedicata l’ultima sezione dal progetto, che illustra come la città anseatica sia divenuta uno dei luoghi caldi del Surrealismo in Belgio.
"Ciò che rende questa mostra così speciale è che i visitatori possono conoscere l'opera di Magritte attraverso le sue parole e la sua voce”, sottolinea la direttrice del KMSKA Carmen Willems: “Grazie alle tecnologie dell'intelligenza artificiale, possiamo ricreare la conferenza originale del 1938 nel museo. Esporremo le opere a cui fa riferimento. Non si può essere più vicini di così a Magritte!”
L’appuntamento è, ancora una volta, al KMSKA, che da domani, sabato 15 novembre, fino al 22 febbraio 2026, riunirà le opere citate dall’artista durante quella fondamentale conferenza e altre scelte per entrarvi in risonanza, in un percorso guidato dalla voce del pittore. “Signore e Signori, Compagni…”, esordisce il maestro surrealista, prima di mettere a nudo i propri pensieri. Magritte. La ligne de vie presenta dipinti tratti da ogni fase della carriera, svelando come la sua produzione sia ancor più ricca e varia di quanto potremmo aspettarci: la fascinazione per la pittura lo portò a viaggiare dall’astrazione alla figura, fino ai celebri giochi tra immagini e parole.
“Nella mostra, i visitatori scopriranno come Magritte ha sviluppato il suo famoso linguaggio visivo passo dopo passo. La sua conferenza dimostra che non si è trattato di un percorso lineare, ma di una ricerca e persino di una lotta con i suoi temi. La selezione di opere che presentiamo rivela le domande che continuavano a tormentarlo e i motivi ricorrenti: la mela, le nuvole, i panorami, i giocattoli a forma di tazza o di palla, e così via”, spiega il curatore dell’esposizione Xavier Canonne.
“Con Magritte. La ligne de vie, abbiamo voluto creare non una semplice mostra, ma un dialogo poetico tra immagine e parola”, racconta Lisa van Gerven, curatrice presso il KMSKA: “La sua voce riecheggia di nuovo tra le sue opere, e le parole della sua conferenza del 1938 rivelano il pensiero che sta dietro a quelle immagini. Questo permette ai visitatori di entrare nella mente di Magritte, per così dire, in un momento cruciale della sua carriera”.
Il discorso del ‘38 non segnò una svolta soltanto nella carriera del maestro, ma anche negli ambienti artistici di Anversa. Pur accolta da reazioni contrastanti, la conferenza gettò il seme del Surrealismo tra i giovani artisti che, galvanizzati dai racconti del pittore, li declinarono in una rigogliosa produzione di collage, poesie, fotografie, immagini provocatorie e accostamenti inattesi. A loro e all’eredità di Magritte è dedicata l’ultima sezione dal progetto, che illustra come la città anseatica sia divenuta uno dei luoghi caldi del Surrealismo in Belgio.
"Ciò che rende questa mostra così speciale è che i visitatori possono conoscere l'opera di Magritte attraverso le sue parole e la sua voce”, sottolinea la direttrice del KMSKA Carmen Willems: “Grazie alle tecnologie dell'intelligenza artificiale, possiamo ricreare la conferenza originale del 1938 nel museo. Esporremo le opere a cui fa riferimento. Non si può essere più vicini di così a Magritte!”
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