Presentate oggi tre nuove domus

Il futuro di Pompei riparte dalla Casa degli Amanti

Casa del Frutteto, decorazione del cubicolo detto Stanza dell'Amore. Courtesy Parco Archeologico di Pompei
 

Francesca Grego

18/02/2020

Napoli - È tempo di bilanci per il Parco di Pompei: tre domus fresche di restauro aprono le porte ai visitatori, mentre è in dirittura d’arrivo il grande progetto che, quattro anni dopo il clamoroso crollo della Schola Armaturarum, ha intrapreso un serio percorso di salvaguardia e rilanciato una delle aree archeologiche più ricche del mondo. Dal 2014 sono stati realizzati 76 interventi, sfruttando 92 dei 105 milioni di euro stanziati per il 75% dall’UE e per il restante 25% da fondi nazionali. Sono stati finalmente avviati nuovi scavi, che hanno condotto a importanti scoperte e portato alla luce un’area totalmente inesplorata - il cosiddetto “cuneo” - mentre si procedeva al restauro e alla messa in sicurezza di 45 edifici, oggi tutti visitabili. Affreschi e mosaici pregiati, resti delle vittime dell’eruzione e oggetti in grado di raccontarci la vita di due millenni fa sono emersi tra 30 mila metri cubi di lapilli, cenere e terreno. Intanto nel cuneo si aprivano strade e vicoli, rivelando le preziose Domus del Giardino e di Orione, nonché la Casa di Leda e il Cigno, subito famosa per la sensualità delle pitture murali. Mostre, campagne di comunicazione, attività di ricerca e percorsi per i visitatori con difficoltà motorie hanno accompagnato questo lungo cammino, che ha visto la collaborazione di professionisti e studiosi provenienti dagli ambiti più disparati.

“A Pompei non è più tempo di emergenze”, ha detto oggi il direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna: “Abbiamo davanti a noi nuove e importanti sfide per la tutela, la conoscenza e la valorizzazione degli scavi e del territorio”.
“Pompei era simbolo di crolli, di file di turisti davanti ai cancelli chiusi”, ha commentato il ministro per i Beni e le Attività culturali e del Turismo Dario Franceschini, in visita nell’antica città. “Adesso è l’opposto: quella di Pompei è una storia di rinascita e di riscatto, un modello nel mondo, come hanno riconosciuto l’Unesco e l’Unione Europea. Un modello per la spesa dei fondi europei, un luogo dove si è tornati a fare ricerca, con giovani archeologi e studiosi che scavano dove non si era mai scavato. Una storia che dimostra come in Italia possiamo farci guardare dal mondo con ammirazione”.
Ma non è tempo di adagiarsi sugli allori: ci sono ancora 22 ettari da scavare e un sito così grande necessita di manutenzione e ricerca costanti. Mentre si procede al collaudo degli ultimi cinque cantieri del Grande Progetto Pompei, Franceschini conferma la disponibilità di un ulteriore finanziamento di 50 milioni di euro.
In attesa del nuovo corso, andiamo a scoprire le novità che attendono di essere visitate. Sono state presentate nella mattinata di oggi la Casa degli Amanti, la Casa della Nave Europa e la Casa del Frutteto, ora accessibili al pubblico dopo accurati interventi di restauro.

La Casa degli Amanti
Scoperta nel 1933 e impreziosita da ricche pitture murali, la Casa degli Amanti riapre dopo 40 anni, fu chiusa infatti in seguito ai danni del terremoto dell’Irpinia del 1980, che resero l'accesso pericoloso perfino per gli addetti ai lavori. La sua peculiarità è quella di aver conservato i due livelli del suo giardino colonnato (peristilio) con tanto di pavimenti in cocciopesto, di una bellezza tale da affascinare anche il rigoroso Le Corbusier. Nell’antica colonia romana la Casa degli Amanti rappresenta “uno dei pochi casi in cui è ancora possibile vedere i piani alti, che furono tutti travolti dall’eruzione del Vesuvio”, ha spiegato Osanna. Se il giardino si presenta coltivato con le piante diffuse nella vecchia Pompei, una vetrina mostra gli oggetti rinvenuti all’interno – un braciere, un bacile, una lucerna e delle cerniere in osso – secondo il principio della musealizzazione diffusa, che prevede di contestualizzare i reperti nei luoghi del loro ritrovamento. Un quadretto con anatre sul fondo del peristilio spiega l’origine del nome della domus: “Gli amanti, come le api, conducono una vita dolce come il miele” recitano dei versi incisi sul fondo scuro.

La Casa della Nave Europa
Anche la Casa della Nave Europa prende il nome da un graffito: questa volta si tratta di un’incisione di grandi dimensioni, che raffigura una grossa nave da carico circondata da imbarcazioni più piccole. Monumentali colonne in tufo e decorazioni pittoriche raccontano le tappe della vita della domus e i momenti di maggiore splendore. Di particolare pregio è la decorazione di un cubicolo (la camera da letto della casa romana) che presenta rivestimenti colorati in finto marmo e semicolonne ioniche in stucco. Nell’ultimo periodo in cui fu abitata, la Domus della Nave Europa fu convertita probabilmente a un uso agricolo: sul retro si trovava infatti un ampio spazio verde su due livelli coltivato a vigneto, con un piccolo orto per verdure e legumi.

La Casa del Frutteto
Sono in pochi ad aver avuto la fortuna di visitare in anteprima la Casa del Frutteto il 19 e il 20 dicembre, nelle due giornate dedicate ai giardini e alle decorazioni floreali di Pompei. E in effetti la domus risplende di vegetazione lussureggiante anche sui muri interni, splendidi esempi delle antiche pitture di giardino. Limoni, corbezzoli, alberi da frutto e piante ornamentali adornano le pareti delle stanze da letto, dette per questo “cubicoli floreali”. Gli uccelli svolazzano tra le fronde, mentre su un albero di fico si arrampica un serpente, simbolo di prosperità. Si tratta di motivi ornamentali comuni a Pompei, dove erano utilizzati per ampliare lo spazio visivo degli ambienti di rappresentanza, ma la loro presenza in camera da letto è una prerogativa esclusiva della Casa del Frutteto. Qui rami e fiori si inerpicano sensuali fin sul soffitto, intrecciandosi in decorazioni fatte "per essere guardate da sdraiati", ha spiegato Osanna. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, infatti, il cubicolo non era esattamente un ambiente destinato al riposo, piuttosto "una stanza per l'amore". Il ricercato apparato decorativo della domus si arricchisce poi di motivi egizi che alludono a Iside, Osiride e Dioniso, cui probabilmente il proprietario era devoto. Oggi a rendere ancora più belle le variopinte pitture su fondo nero è un sistema di luci a led studiato ad hoc e accuratamente testato per non metterle in pericolo: un impianto sperimentale da estendere in futuro alla Villa dei Misteri e ad altre dimore vesuviane.