Dal 9 marzo al 14 luglio al Centro Culturale Altinate | San Gaetano

Da Parigi a Padova un Monet "privato" in 60 capolavori

Claude Monet, Campo di tulipani in Olanda, 1886, Olio su tela, 81 x 54 cm, Parigi, Musée Marmottan Monet, lascito Michel Monet, 1966 Inv. 5173 © Musée Marmottan Monet, Paris
 

Samantha De Martin

08/03/2024

Padova - Un viaggio nell’intimo universo di Monet, nella sua casa, dentro la sua anima, prende forma a Padova grazie a una mostra che raccoglie i lavori che l’artista ha custodito gelosamente nella sua dimora di Giverny fino alla morte, e dalle quali non volle mai separarsi. Provengono dal Musée Marmottan Monet di Parigi, che custodisce la più grande e importante collezione di dipinti dell'artista francese, frutto della generosa donazione fatta dal figlio Michel nel 1966.
L’appuntamento che da domani, 9 marzo, porterà al Centro Culturale Altinate | San Gaetano di Padova 60 capolavori che ripercorreranno la storia di uno dei più grandi artisti di sempre sarà un’occasione imperdibile dal momento che, in futuro, e per diversi anni, le opere di Monet non saranno più visibili in Italia.

Fino al 14 luglio il viaggio tra iris e ninfee, paesaggi londinesi, glicini e locomotive, ma anche tra ritratti, come quello di Michel Monet con berretto a pompon (1880) condurrà i visitatori tra sale spettacolari, video, testimonianze e atmosfere magiche. Promossa dal Comune di Padova, prodotta ed organizzata da Arthemisia in collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi e curata da Sylvie Carlier, curatrice generale del Musée Marmottan Monet, con la co-curatela della storica dell'arte Marianne Mathieu, l’esposizione ripercorre la rivoluzione che prese il via proprio dal titolo di un’opera di Claude Monet.



Claude Monet, Il treno nella neve. La locomotiva, 1875, Olio su tela, 78 x 59 cm, Parigi, Musée Marmottan Monet, dono Eugène e Victorine Donop de Monchy, 1940 Inv. 4017 © Musée Marmottan Monet, Parigi

In Impression, soleil levant, dipinta nel 1872 e attualmente custodita presso il Musée Marmottan Monet di Parigi, il maestro imprimeva sulla tela l’impressione di un sole che sorge, una fugace sensazione piuttosto che una vivida riproduzione della realtà, mettendo al centro il colore e la luce. È da questo capolavoro che il critico Louis Leroy coniò il termine “Impressionismo”, il momento dal quale tutto ebbe inizio, eleggendo il movimento a corrente artistica tra le più amate dal grande pubblico in tutto il mondo.
Era il 15 aprile 1874 quando, nella galleria del fotografo Félix Nadar in boulevard des Capucines 35 a Parigi, aprì al pubblico una mostra che avrebbe cambiato per sempre la storia dell’arte. Questo percorso “indipendente”, decisamente distante dagli stilemi compositivi e accademici, con centosessantacinque opere eseguite da trentuno artisti appartenenti alla cosiddetta “Società anonima degli artisti, pittori, scultori, incisori”, considerato sovversivo, non incontrò un esito positivo di pubblico e critica.
A 150 anni di distanza, la mostra di Padova riocorda quella data che segnò per sempre il corso della storia dell'arte.

Dagli esordi della carriera di Monet, sulla costa della Normandia, attraverso i viaggi in Olanda, Norvegia e Londra, fino all'opera finale, le Ninfee, il percorso passa in rassegna le tappe della ricerca artistica del pittore, consentendo ai visitatori di immergersi nella rigogliosa creatività di Monet e coglierne le fonti di ispirazione, entrate per sempre nel suo mondo intimo.




Claude Monet, Salice piangente, 1918-1919, Olio su tela, 120 x 100 cm Parigi, Musée Marmottan Monet, lascito Michel Monet, 1966 Inv. 5080 © Musée Marmottan Monet, Paris


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